Capitolo 2

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-Hey sfigatella- Oh no, ti prego fa che non sia Adam, fa che non sia Adam. Mi volto velocemente per vedere chi fosse ed ecco che spunta Adam.

-Ciao tesoro, sai grazie a te ieri ho preso un bel 10 in chimica- disse facendo fluttuare il mio quaderno di chimica per l'aria, brutto bastardo.

-Ricordati che per domani devi finire la mia ricerca sulla seconda guerra mondiale- disse facemdomi l'occhiolino. No okay basta io non lo sopporto piu'.

-No, io non ti faro' un bel niente. Devi imparare a fare anche altro invece di scopare tutto il giorno con quelle troie che ti ronzano intorno- Oh cazzo non dovevo dire tutte quelle cose, adesso di sicuro mi prendera' a pugni.

Ed ecco che il pugno di Adam si scantra contro il mio setto nasale facendolo sanguinare. No ma io devo fare la veggente. Prima che andasse via mi buttò il quaderno in faccia, facendolo sporcare anch'esso di sangue.

Ormai la prima ora era iniziata, allora decisi di andare in infermieria per fermarmi la fontana che ho al posto del naso.

*5 ore dopo*

Le lezioni erano finite, mi stavo diriggendo verso l'uscita, ma qualcuno mi tiro' per il polso.

Era Adam. -E adesso che cosa vuoi? Non ti basta avermi spaccata il naso eh?- dissi con gli occhi lucidi.

-Se tu non capisci con le buone, te le faccio capire io con le cattive. Comunque non dimenticare della ricerca piccola- disse andando via.

-No, fottuto bastardo, te lo dico per la terza volta, non faro' i tuoi compiti- detto questo andai via, ma Adam mi prese di nuovo a pugni.

Corsi verso il cortile della scuola e mi sedetti vicino ad un albero il piu' lontano possibile dall' entrata, cosi da non poter essere vista da nessuno.

Iniziai a piangere, i miei singhiozzi ecchegiavano nell'aria.

Presi il telefono dalla tasca ed inviai un messaggio a mia madre, non potevo di certo andare a casa conciata cosi'.
A mamma:
mamma pranzo a casa di un amica, non aspettarmi, torno sta sera.

Dopo aver inviato il messaggio, rimisi il telefono in tasca e continuai il mio pianto infernale.

Ad un certo punto senti' una pressione sulla mia spalla. Mi voltai per vedere cosa fosse e vidi un ragazzo biondo e con gli occhi marroni.

-Hey perche' piangi, cosa ti e' successo?- chiese il ragazzo con una faccia dispiacuta.

-Niente, non sono affari che ti riguardano- dissi piu' fredda che mai continuando a piangere.

-Voglio solo aiutarti. Chi ti ha procurato tutti questi lividi in faccia?- disse alzando il mio mento e asciugandomi le lacrime.

-Ti ho detto che non sono affari che ti riguardano- dissi innervosendomi un po'.

-Sto solo cercando di aiutarti- disse innervosendosi a sua volta.

-Non ricordo di averti chiesto di aiutarmi- detto questo andai via lasciando il ragazzo biondo li' non aspettando una sua risposta.

Thomas P.V

Il mio primo giorno di scuola era finito. Alleluija.

Stavo per tornare a casa quando vidi da lontano una ragazza nel cortile della scuola piangere. Era seduta vicino ad un albero con la testa tra le ginocchia. Decisi di adare da lei e chiederle perche' stesse piangendo.

-Hey perche' piangi? Cosa ti e' successo?- chiesi. Lei di scatto alzo' la testa e mi fisso per qualche momento per poi rispondere.

-Niente, non sono affari che ti riguardano- disse continando a piangere.

Le alzai il mento e le asciugai le lacrime. -Voglio solo aiutarti. Chi ti ha procurato questi lividi in faccia? chiesi nuovamente sapedo gia' la risposta. -Ti ho detto che non sono affari che ti riguardano- disse innervosendosi.

-Ed io ti ho detto che sto cercando di aiutarti- dissi innervosendomi a mia volta. Non potevo vedere una ragazza bella come lei in queste condizioni e non fare niente.

Lei si alzo' e prima di andare via mi disse -non ricordo di averti chiesto di aiutarmi- se ne ando' lasciandomi di sasso.

Ma si che le persone qui a Miami sono davvero strane. Cercai di non pensarci piu' e tornai a casa.

I don't lighthouse 'evilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora