-ma perché sono sempre in ritardo?! Mannaggia-
Primo giorno in accademia, nuova città ma vecchie abitudini: purtroppo la piccolina era solita addormentarsi ad orari improponibili per assecondare la sua amica che da sempre l'accompagnava in ogni suo sogno, l'insonnia.
Ma dietro quell'amica, si celavano milioni di preoccupazioni, ansie ed insoddisfazioni che la portavano a pensare talmente tanto da non riuscire a spegnere i pensieri per il resto della notte, e di conseguenza svegliarsi tardi e posticipare ogni suo incontro.
Come se non bastasse, scende di casa e inizia a correre con la speranza di non perdere l'autobus che l'avrebbe portata a scuola.
-oh mannaggia, per poco non l'ho perso- esclamò nella sua mente tra un fiatone e l'altro. Ma forse non lo esclamò solo nella sua mente, perché chiuse gli occhi, li riaprì e tutti la stavano di punto in bianco fissando ridendo. A differenza delle risate che si sorbiva di solito, queste erano risate a brucia pelo, innocue, senza malizia, fatte per ridere di prima mattina perché non c'è cosa più bella di iniziare la giornata con il sorriso. Già il tempo non era dei migliori, per fortuna in quel pullman era entrato un piccolo raggio di sole che aveva colorato la giornata di tutti i presenti.
-è occupato?- chiese il piccolo raggio di sole.
-no, in realtà no, se vuoi sederti puoi- sbuffò un ragazzo dai capelli ricci, biondi e foltissimi. Odiava quando le persone gli chiedevano di sedersi accanto a lui, essendo schizzinoso e precisino preferiva avere i due posti tutti per lui senza condividerli con nessuno se non con il suo migliore amico, deddy. Quel giorno però fu diverso, sentì una vocina stridula e decise di accontentarla, facendola accomodare.
-non ti ho mai visto sai?- ribattette, era curioso di scoprire qualcosina in più.
-si, sono nuova qui. Mi sono appena trasferita- arrossì lei.
-piacere Giovanni, ma tutti mi chiamano Sangio-
-piacere Giulia!- rispose lei è si ammutolì 2 secondi dopo. Poi si mise a riflettere e, senza peli sulla lingua gli chiese -se non sono troppo invadente, perché sangio?-
-ahahahah tranquilla, tutti dicono che di santo ho solo il nome e per questo ho deciso di chiamarmi sangiovanni. Non ti faccio la stessa domanda perché Giulia è un nome normale, molto bello, ma normale ahahaah- 'Giulia, Giulia, Giulia' il suo nome gli rimbombava in testa e non sapeva neanche lui il perché. Poi notò la spilletta dell'Accademia sul suo zaino -non mi dire che anche tu canti- chiese lui.
-se te pare- con il suo accento super romano gli rispose -con la voce che mi ritrovo non riuscirei a beccare neanche una nota-
-invece ti sbagli, hai una voce così carina, la starei a sentire per ore- lui si zittì, non gli era mai capitato di parlare senza averci ragionato 10 volte sulle cose da dire, ma gli venne spontaneo e non si riuscì a fermare. Lei si imbarazzò ma trovo il coraggio di rispondergli -ahahah grazie mille, ma no, faccio danza da quando ero piccina e ho sempre amato il mondo dell'arte in generale- . Lei pensó che se fossero stati tutti così, quella scuola sarebbe diventata il suo secondo posto preferito, dopo la sala di danza ovviamente.
*dlin dlon prossima fermata ABR* erano arrivati a destinazione e si dovettero salutare.
-ci si becca in giro, bella!-
-ciao Giovanni, è stato un piacere!-
- anche per me, ma chiamami sangio la prossima volta- le si avvicinò delicatamente e le scoccò un piccolo bacio sulla guancia, un po' più vicino l'orecchio però.
Entrano ognuno nelle rispettive aule e si persero di vista per tutto il giorno.
Lui era super abituato a quel mondo, superò la mattinata senza problemi, anche perché era il bello e dannato della scuola, piccolino si, ma fenomenale.
Lei invece conobbe tanta gente fantastica, tra cui Francesca, in arte madame, ed Alessandro, un ballerino. Alessandro per lei fu come un colpo al cuore, bello, bellissimo, dolce, comprensivo, accogliente, il tipico bravo ragazzo che tutte si aspettano di trovare e con il quale vivere la più bella storia d'amore, compresa lei.
Lui la guardava in un modo talmente casto e puro che trapelava ogni suo desiderio e non le staccò gli occhi di dosso neanche mezzo secondo.
Suonò la campanella dell'ultima ora e dovettero lasciare tutti la scuola per andare in mensa, e in seguito poi ritornare in accademia perché non era mai abbastanza.
-mangi con me, si?- diretto e conciso, Alessandro spezzo il silenzio.
- se non è un problema per te, ovviamente mi farebbe piacere- a voce rotta dalla vergogna e dall'imbarazzo rispose lei.
-allora ti guido io-🐚(Questi sono piccoli capitoli introduttivi per dare inizio alla storia, dal prossimo cercherò di dilungarmi un po' di più)
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Quel dannato bacio
FanfictionUna nuova vita, nuovi ostacoli da affrontare e mille emozioni da vivere. Giulia e sangiovanni un amore travolgente