Capitolo 4

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"...Non posso fermarmi,
Non mi fermerò
è come se avessi  questa musica
in testa che dice che
andrà tutto bene..."

Le stelle quella sera sembravano ancora più brillanti del solito, il lungomare di Mergellina brulicava di gente, ragazzi seduti sul muretto che parlavano allegramente, coppie che passeggiavano ascoltando la musica degli artisti di strada che coloravano con le loro note quella notte d'estate.  Esther convinse le altre ragazze ad andare al Parthenope; un piccolo bar con vista sul mare. A capo di questo variopinto gruppetto vi era la mora che a passo veloce faceva da Cicerone illustrando alla nuova arrivata i migliori bar e ristoranti della zona.
Luna era rimasta in disparte persa nei suoi pensieri, era successo tutto così velocemente che aveva bisogno di mettere ordine nella sua testa; lei abituata a schemi e tattiche si trovava in balia di quel ciclone colorato arrivato all'improvviso.
La prima lezione del corso era trascorsa tra una risata e una chiacchiera, a primo impatto erano sembrate tutte alla mano e simpatiche e questo piaceva molto a Luna visto il suo stile di vita sportivo e casual. L'unica persona che era completamente diversa dal suo modo di essere e fare, era la rossa che in questo momento aveva appena preso a braccetto la bionda indicando con occhi sognanti una paio di sandali con un tacco vertiginoso facendole scuotere la testa divertita dalla sua esuberanza. Il suo ingresso in aula nettamente in ritardo aveva attirato non pochi sguardi, odiava i ritardatari, lei era una persona abituata a spaccare il secondo, la prima ad arrivare sul campo verde e l'ultima ad abbandonarlo, per questo motivo non negava che ai suoi occhi avesse perso qualche punto, recuperato in fretta con la verve frizzante e simpatica tanto che adesso si ritrovava dopo tanto tempo a godersi una serata da normale ventisettenne.

« Ma quanto manca ancora? Esther hai detto che era vicino questo bar!» Caterina si lamentava come una bambina visto i tacchi alti che aveva deciso di mettere quella mattina. «I miei poveri piedini sono già stati messi alla prova da tutte quelle ore in piedi...» alzò gli occhi al cielo maledicendo se stessa e la sua ossessione per la moda.

«Su, rossa un ultimo sforzo...» la canzonò bonariamente la mora affiancandola. «Guarda li c'è l'insegna, adesso potrai sederti e riposare un po'.» indicò l'insegna facendole brillare gli occhi di gioia.

«Finalmente!» risposero in coro la due ragazze davanti a lei.

Appena varcata la soglia del bar lo sguardo delle ragazze si era illuminato vedendo la vetrina piena di dolci, dai famosi Babà di Napoli fino alle sfogliatelle, ogni cosa li dentro era un attentato alla linea e solo il profumo faceva venire l'acquolina in bocca, però quella sera avevano voglia di qualcosa di salato che stuzzicasse il loro palato e come una visione mistica ecco apparire un angolo di paradiso costituito da pizzette, panzerottini, zeppoline e tanti altri piccole pietanze tipiche del Cuoppo Napoletano.

«Buonasera ragazze!» la voce gioviale del ragazzo dietro al bancone attirò la loro attenzione « Che cosa posso offrirvi? Dolce o salato?» indicò tutte quelle prelibatezze sorridendo divertito dalle reazioni della ragazze; insomma quei manicaretti erano delle vere e proprie tentazioni per chiunque.

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