Riedo in queste intrinseche manie
Ove forti frastuoni non si odon unquanco,
Nell'età degli acumi desideri
L'immensa cenere era solo una finestra
Vivevo in un mio regno di lumi
Aspettando lo mio ardire
E fuori da un foro miravo,
Scrutavo remoto
E guardavo sbalordito
Il gran teatro che si palesava
Speravo fosse bello
Quanto la natura,
Le opere dell'uomo,
Il mondo dei magnati,
I volti ridenti,
Le memorie non ancor disvestite,
Il turbine di passioni
Durante le varie stagioni,
Qualsiasi cosa
Quanto la mia allora semplicità
Invece mi ritrovo perso,
Chi lo avrebbe mai detto
Che sarebbe stato così complicato?
Dai miei vizi non pretendo nulla,
Ma desidero arder di passione
Ah! Quanto vorrei riacquisire quella divina visione!
Ora vago per metà o forse per intero
In cerca di un giaciglio senz'ombra,
In cerca di un messia che possa diventar
Dei miei digiuni un unico sentiero
Ma quel vecchio solco
Consumato da quel colposo fiume
Raccontate da quelle ferite intrise di noia
Mi rendo conto di girar col fardello
In un cerchio tra le braccia di Morfeo
Incapace di risbocciar senza traguardo,
Riscopro continuamente nuovi orizzonti
Dandomi il riflesso di esser ancor bambino
Chi si nutre di passioni, ardori e ideali
Non è un peccatore ma vive riempiendo,
Prima che il boia passi il ponte
Poiché è realtà di un breve frangente
Al cospetto degli instancabili,
Senza vita apparente.
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Pensieri notturni Capitolo primo: Sogni e memorie
PoetryCari lettori/lettrici, Mi sono sentito il dovere fin da subito di essere umile ma soprattutto onesto nell'esporvi questa mia "opera", se così si può chiamare, come una mia raccolta di poesie che non ha assolutamente né la vanità e né la presunzione...