Genocidio: Una croce mutilata

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Nuvoloso pallido,

Giunge un treno

Nel caotico limbo


Si elevano vessilli, stendardi e bandiere

Già intrise del rosso degli innocenti


Uomini in divisa,

Carichi di onori

Ma senza bagliori


Molti con coscienze annullate,

Altri piegati dalla banalità del male


Disanimati carnefici

Portano bestie

All'asfissiante macello

Ignari del crudele fato


Nel recinto spinato,

Tutto tace,

Tutto è oblio,

Solo cieli grigiastri


Giganteschi ammassi di cadaveri

Spogliati, torturati, denudati,

Privi di ogni dignità

E gettati in un buco

Senza alcun ritegno

Come rifiuti


Qui non ci sono santi,

Non ci sono demoni,

Solo l'apice

Dell'artificiosa pazzia


Uomini costretti a soccombere,

A lavorare negli escrementi

Sotto i morsi della fame,

Poveri esseri di tormento...


Benvenuti nel lignaggio dell'odio

Dove i corpi sono solo tumuli

E gli esuli sono ridotti a ingranaggi

Che alimentano la grande macchina della guerra.


Sotto una coperta,

In una baracca,

Punti dal gelo


E verso l'alto

Si sente solo

L'odore acre della polvere


Le ginocchia infreddolite

Come colonne d'Ercole

Tremano e cedono nelle loro

Schiarite certezze


I diavoli son codesti mostri,

Con mitragliatrici al posto dei forconi


Ad ogni colpo

Equivale una lacrima,

Un terremoto nel tempio,

Un urlo agghiacciante nel fosso

Squartato da baionette lontane


Tanto che la morte sembra

Una dama in un harem sulfureo

E ogni ordine non rispettato

Lo si paga con un suo bacio


Nel corridoio di questo miglio così lungo,

Un colpo di pistola è un triste epilogo

Di un'ennesima larva inerme

Strozzata dal gelone funesto.


La falce lucente dilaga,

Riecheggia in ogni dove


E lui

Uno fra gli ultimi,

Giunta la libertà tanto amata

Non gli resta più niente


Ma quel cancello

Mai dimenticato

È ormai brecciato.


Altri passeranno

Ma mai capiranno


Anni passeranno

Prima di ridargli fiato


Trascinandosi dietro

I pochi brandelli

Della sua carne prosciugata,


Dietro di esso

Neanche i morti ci sono,

Solo croci decapitate

Con sepolcri mai eretti

E davanti

Una vita da ricostruire

Tra le macerie


Quel tacito inferno gli rimarrà dentro

Nelle aule dei rimpianti,

Scontandone il prezzo


Ma Solo ora si accorge

Di non esser più

Quello di prima


Laddove il poeta

Si sfregia di indegno,

Non ha più versi,

Non ha più pianti.

Pensieri notturni Capitolo primo: Sogni e memorieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora