-Che cosa?!- urlò Isabel, attirando l'attenzione di tutti i presenti del fast-food e probabilmente anche di un paio di persone dall'altra parte del mondo.
Jonathan sospirò.
-Noi sappiamo che non è vero, ma non possiamo convincere tutti che è un pettegolezzo infondato-.
La ragazza si sentiva sul punto di esplodere; cominciava a capire perché gli altri due avessero voluto aspettare che fosse calma prima di riferirle la voce che aveva preso ultimamente piede alla Goode High School. Eppure nemmeno questa precauzione era riuscita ad arginare il fiume d'ira che era scaturito a seguito delle parole di Sophia.
-Come diavolo fanno a pensare che io abbia una tresca con Piper?- ringhiò Isabel.
-Beh, è da più di un mese che passi molto tempo con lei. Il fatto che stiate per la maggior parte della pausa pranzo chiuse nel suo studio, o che la chiami per nome...- stava dicendo Jonathan, prima di venire interrotto dalla fidanzata.
-Credo che quella fosse una domanda retorica-.
Isabel fulminò entrambi con lo sguardo. Riusciva a vedere il punto di vista degli altri studenti ma era talmente tanto infervorata che doveva aggrapparsi a qualcosa per imporre il suo.
-A scuola non la chiamo mai per nome!-.
-Ma non puoi negare che vi siete avvicinate molto da gennaio a oggi- replicò Sophia. -E purtroppo sai come funzionano le cose a scuola, i pettegolezzi nascono come funghi e le voci si ingigantiscono smisuratamente-.
Isabel non seppe cosa rispondere, così rimase in silenzio, tremante di rabbia. Jonathan si sporse in avanti, afferrandole un braccio.
-Forse è meglio se domani non vai a scuola- le disse.
Dapprima la ragazza fu talmente attonita e stupita dal gesto che per un istante si dimenticò persino della sua ira: mai aveva visto il cugino dimostrarsi sensibile nei confronti del prossimo. Poi l'onda di furia si abbatté nuovamente su di lei.
-No! Se lo facessi sarebbe come ammettere che la voce è vera! Fidatavi, saprò come affrontare la cosa-.Il giorno dopo camminare per i corridoi della scuola fu un vero e proprio supplizio. Dovunque andasse Isabel sentiva mormorare gli altri studenti al suo passaggio, cogliendo qualche frammento di frase avente come soggetto lei e Piper. Reprimere l'impulso di tirare pugni contro persone e oggetti a caso fu la cosa più ardua che fu costretta a fare da diverso tempo a quella parte.
Quando entrò in mensa lo fece accodata ad un gruppo di studenti, così che il suo ingresso non attirò particolare attenzione. Fece il giro della mensa passando vicino al tavolo degli insegnanti, bloccandosi quando sentì una voce fin troppo nota nominarla. Si nascose dietro un gruppo di studenti in coda per prendere il pranzo, lanciando occhiate al posto su cui stava seduta la donna asiatica che aveva un sorriso maligno.
-Non ci credo, Piper non mi sembrava il genere di donna in grado di fare certe cose!- stava dicendo uno degli insegnanti di matematica a cui Isabel sfuggiva il nome.
-Ora si spiegano molte cose- replicò Miss Tanaka con un ghigno. -Come ad esempio il fatto che si sia esposta tanto per difendere Grace. Pensateci: quella ragazzina andava malissimo nella sua materia fino a due mesi fa, che motivo avrebbe avuto Piper per garantire per lei? Inoltre mia figlia mi ha riferito che i suoi voti in francese ultimamente stanno migliorando, mi sembra ovvio che questa sia una prova della loro relazione-.
Isabel era certa che sarebbe esplosa dalla rabbia. Non le importava sapere se fosse stata proprio l'odiata insegnante a mettere in giro quella voce, ma il fatto che la incoraggiasse la faceva infuriare.
Inoltre è da più di un mese e mezzo che studio francese, sarebbe strano se non migliorassi!, pensò e dovette trattenersi dal ripeterlo ad alta voce.
-Sinceramente questa mi sembra una supposizione campata per aria- disse un'altra insegnante seduta allo stesso tavolo di Miss Tanaka.
Finalmente qualcuno con un cervello!
La donna asiatica allargò il suo ghigno.
-Immagino tu non abbia mai sentito ciò che proviene dall'aula di francese quando vi sono solo Piper e la sua giovane amante-.
L'altra insegnante inarcò un sopracciglio. Isabel aveva i pugni talmente stretti che sentì le unghie conficcarsi nella carne.
-Cosa intendi?-.
-Intendo dire che probabilmente si udirebbero le stesse cose se Piper avesse un uomo con cui fare sesso- disse Miss Tanaka con perfidia.
Questa fu l'ultima goccia. Isabel si fece largo a gomitate per attraversare la fila e percorse i pochi metri che la separavano dal tavolo degli insegnanti a passo di marcia, mentre questi la guardavano sbigottiti. Abbatté un pugno sul tavolo e guardò Miss Tanaka con quanto più disprezzo possibile prima di dire -La smetta di dire fandonie!-.
La donna asiatica sospirò, sfoggiando un'aria compassionevole più finta di una banconota da sette dollari.
-Avrei dovuto immaginare che la ragazzina volesse difendere la sua amante visto che...- la frase non fu mai conclusa dato che Isabel, accecata dalla rabbia, prese il vassoio dell'insegnante e lo ribaltò contro la donna. Il cibo viscido della mensa imbrattò gli abiti firmati di Miss Tanaka, mentre questa urlava imprecazioni non molto femminili e maledizioni nei confronti della ragazzina. Gli altri professori si lasciarono andare ad esclamazioni sorprese e sconvolte, come quasi tutti gli altri studenti presenti.
Isabel si rese conto allora di avere catalizzato l'attenzione della mensa. Ebbe appena il tempo di arrossire che si sentì afferrare per un braccio e trascinare fuori. Comprese che la persona che la stava facendo uscire dalla mensa era Piper quando il tono di voce della scolaresca aumentò vertiginosamente e le frasi si fecero più concitate. Ciononostante seguì la donna, dubitando di possedere la forza necessaria a zittire tutte quelle persone.
Piper la guidò fino all'aula di francese, e fu solo quando la porta venne chiusa alle sue spalle che disse -Si può sapere che cosa ti è preso?-.
Per qualche ragione non riuscì a dirglielo.
Isabel si sentiva a disagio al solo pensiero di riferire le curdeli parole di Miss Tanaka a Piper, così preferì stare in silenzio. Cercò di ignorare la sensazione che le pesava come un macigno sul petto, limitandosi a sostenere lo sguardo dell'insegnante. Lei però aspettava una risposta, per cui insisté in tono severo.
-Allora?-.
Intendo dire che probabilmente si udirebbero le stesse cose se Piper avesse un uomo con cui fare sesso, riecheggiò nella mente della ragazzina. Tenne la bocca serrata, sostenendo lo sguardo severo della donna, che pian piano si fece rassegnato.
-E va bene, non vuoi dirmelo- sospirò infine Piper. -Cercherò di inventarmi una scusa plausibile che possa spiegare il tuo comportamento di poco fa davanti al preside. Adesso vai-.
Isabel si sentì grata all'insegnate, ma invece di esprimere la sua gratitudine uscì dall'aula.
Si diede mentalmente della cretina, ma non sapeva esattamente cosa l'avesse spinta ad agire in quel modo. Era solo certa di non volere stare ancora altro tempo nella stessa stanza con Piper, come se la donna potesse intuire solo dal contatto visivo ciò che tanto la tormentava.
-Ehi!- la chiamò la voce di Marcus.
Lei si voltò a guardarlo. Egli la raggiunse in poche e brevi falcate, arrivando di fronte a lei ansimando. Il pensiero che si preoccupasse per lei la fece sentire più sollevata: allora la Goode High non era una scuola piena di cretini pronti ad additarla per una stupida voce.
-Ho saputo che è successo in mensa-.
La ragazza fece un gesto noncurante.
-Non preoccuparti, non sono in punizione o sospesa-.
Vide sul volto di Marcus uno strano sorriso, prima che egli dicesse -Come hai fatto a convincere Miss McLean a farti uscire pulita? Te la sei scopata davvero?-.
Questo passava decisamente ogni limite. La mano di Isabel colpì con forza il volto dell'amico, dal quale si sentiva nientemeno che tradita.
Marcus la guardò attonito, ma ciò non fece che fare ardere ancora di più la rabbia della ragazza.
-Sei un cafone!- urlò, prima di andarsene dal corridoio a passo di marcia.
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The French teacher || HoO fanfiction
Fanfiction[AU! Tutti mortali | Future] [Jason/Piper | accenni altre coppie] [Presenza di OC] Jason Grace era conosciuto per essere un buon uomo, sempre disponibile e pronto ad aiutare il prossimo, ma la cortesia di quel pomeriggio superava persino i suoi stan...