Parte I

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Il momento della verità era giunto.
Mentre l'insegnante scorreva l'elenco chiamando alla cattedra i ragazzi per restituire il compito in classe, Isabel pregava di non avere ancora l'insufficienza. I patti con suo padre erano stati chiari: se non fosse riuscita ad alzare la media dei voti di francese avrebbe potuto benissimo dire addio agli allenamenti di karate fino a fine anno.
Di solito non era un uomo tanto severo o esigente, ma quando, dopo aver letto la pagella di fine semestre, aveva scoperto che la figlia in tutto l'anno aveva preso solo F in quella materia era andato in escandescenze. La ragazza si era difesa dalle accuse usando come arma le A in latino e storia, ma non erano servite a mitigare molto l'ira del padre. Così erano giunti a quel compromesso.
Isabel aveva passato tutta la settimana precedente al compito a studiare il francese partendo dalle basi, ma quando aveva letto le domande della verifica e le erano sembrate chiare come i linguaggi informatici che tanto appassionavano quella nerd della sua migliore amica, aveva capito che sarebbe stata dura riuscire ad arrivare alla sufficienza. Aveva provato a rispondere a tutte le domande come meglio poteva, consegnando al termine dell'ora con la consolazione di averci almeno provato.
-Grace- chiamò l'insegnante, riportandola alla realtà.
Isabel si alzò e raggiunse la cattedra col cuore in gola. Sentì quasi mancarle la terra sotto i piedi quando vide una grande F cerchiata in rosso in alto a destra sul suo compito.
Addio karate, pensò affranta.
Afferrò il foglio con noncuranza e prima che potesse andarsene al posto la professoressa le disse -Vorrei che ti trattenessi qualche minuto dopo la fine dell'ora per parlare del tuo compito-.
-Sì, Miss McLean- mormorò Isabel.
Attese la fine della lezione fissando il voto con aria abbattuta e quasi non si accorse del suono della campanella. Sistemò i libri e quaderni nello zaino e aspettò fino a che tutti gli altri non uscirono con gli occhi azzurro chiaro fissi sul foglio, senza in realtà vederlo, e il volto coperto dai capelli corvini. Fu la professoressa a sedersi di fronte a lei, prendendo la sedia del posto davanti e sedendosi a cavalcioni, con le braccia poggiate sullo schienale.
Era una donna giovane, non poteva avere più di trentacinque anni. Portava i capelli castani rigorosamente asimmetrici e aveva persino una piuma di aquila in una treccia che le ricadeva su un lato del viso. Non vestiva in modo appariscente, e nemmeno adatto ad un'insegnante. Portava dei jeans strappati al ginocchio e una camicia bianca a maniche corte aperta sul collo, che mostrava una collana con un ciondolo a forma di lupo. La parte più strana erano gli occhi, dai quali fissava Isabel con severità: ogni istante sembravano cambiare colore, da verde a marrone ad azzurro.
-Grace, io non so più che fare con te- esordì.
La ragazza si sentì avvampare di vergogna. Non era sufficiente la consapevolezza di essere negata in quella materia, doveva per forza essere necessaria la predica della professoressa.
-Se deve rinfacciarmi la mia incapacità, me ne vado anche ora- disse, alzandosi dal posto.
Miss McLean le afferrò il braccio, fermandola.
-Voglio solo dirti che non ho alcuna intenzione di bocciarti, ma se non cominci a impegnarti seriamente nella mia materia ciò sarà inevitabile-.
Isabel divampò di rabbia.
-Impegnarmi seriamente? Ha una vaga idea di quanto tempo ho passato a studiare per questo compito?! Se per lei non è abbastanza, è un problema suo, non mio!-.
L'insegnante la guardò con un cipiglio severo che non le aveva mai visto, ed effettivamente la ragazza non aveva mai visto nessuno rispondere alla professoressa in quel modo impertinente e irrispettoso. Cominciò a pentirsene, ma ormai il danno era fatto e di certo lei non si sarebbe abbassata a chiederle scusa.
-Dovresti portare un po' più rispetto per gli adulti, tua madre non te l'ha insegnato?-.
Questa ultima frase fu come una coltellata al petto. Per un attimo non riuscì a respirare e dovette farsi forza per ignorare il nodo alla gola.
Replicò, cercando di mettere quanto veleno possibile nelle sue parole -È piuttosto difficile che una persona morta ti insegni qualcosa, non crede?-.
L'insegnante assunse un'espressione mortificata, ma Isabel non rimase ad ascoltare la sua replica. Si liberò dalla sua presa, afferrò lo zaino e uscì più velocemente possibile dall'aula, sperando che la donna non avesse notato la lacrima traditrice che le scorreva lungo il volto.

The French teacher || HoO fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora