Parte III

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Piper cominciava a sentirsi in colpa.
Aveva detto alla ragazzina di mettersi sotto con lo studio per non essere umiliata da Drew, quando in realtà sapeva benissimo di essere lei il suo bersaglio. Il loro odio durava da cinque anni ed era certa che la collega avesse proposto di porre la giovane Grace sotto esame solo per farle fare la figura dell'insegnante incapace. 
Strinse i pugni con ira. Pur di umiliare lei, Drew non si era fatta scrupoli a tirare in mezzo una ragazza che non c'entrava nulla. Nonostante lei e la studentessa non avessero un rapporto esattamente idilliaco, la cosa le sembrava inaccettabile.
-È inutile!- sbottò con rabbia Isabel, riportandola alla realtà. 
La ragazza lanciò la penna contro il quaderno con ira, che rimbalzò e cadde oltre l'orlo del tavolo, vicino ai piedi di Piper. La donna sospirò; erano passate due settimane da quando era stato proposto l'esame e da allora aveva preso l'abitudine di presentarsi a casa di Jason al fine di preparare quanto meglio possibile sua figlia. Questa però non le stava rendendo il compito facile, arrendendosi alla minima difficoltà.
Piper non sapeva esattamente come prenderla. Aveva avuto molti studenti durante i suoi sette anni di insegnamento, ma nessuno di loro era mai stato il figlio di un suo fidanzato che nutriva avversione nei suoi confronti. Non avendo figli la sua esperienza in questo campo si basava unicamente su sua nipote Mercy, che a differenza di Isabel aveva otto anni e la adorava.
Temeva costantemente di fare la mossa sbagliata con la figlia di Jason, ma d'altronde non le avrebbe permesso di sottovalutarsi o non portarle rispetto.
-Non è inutile- replicò, raccogliendo la penna da terra e porgendola alla ragazza. -Devi solo concentrarti di più e capire il senso della frase, se proprio non ce la fai a tradurre parola per parola-.
-Per lei è facile parlare, lei sa già molto bene il francese- borbottò la ragazza.
Piper non seppe se prenderlo come un complimento o come un insulto. Alle spalle di Isabel, Jason la guardò con aria severa. 
-Tesoro, cerca di non mancare di rispetto a Piper-.
-Non le sto mancando di rispetto!- protestò la ragazza.
La donna si ritrovò a sorridere davanti a quel bisticcio. Si chiese per l'ennesima volta come aveva fatto a non capire che la famosa figlia adolescente del suo uomo era lei: oltre a portare lo stesso cognome avevano gli stessi occhi celesti, e frequentando la loro casa aveva scoperto anche diversi atteggiamenti che li accomunavano. 
Pensò a come doveva essere stato per Jason crescere la figlia da solo e a cosa doveva aver provato lei vivendo senza madre, e sentì una sensazione di gelo all'altezza del cuore.
-Senta, lei come ha imparato il francese così bene? Magari potrei farlo anche io- la voce di Isabel la distolse nuovamente dai suoi pensieri.
-Ho studiato la lingua sia al liceo che al college e ho vissuto per sette anni a Parigi, ma temo che non avremo così tanto tempo-.
Dei ricordi insorsero involontari. Un bar affacciato davanti alla Tour Eiffel, il profumo di brioches appena sfornate e un giovane uomo che le riservava il suo sorriso più sincero.
Jacques.
Da quanto tempo non pensava a lui? 
Probabilmente da quando ne aveva parlato con Jason, mesi prima. Ricordava la paura di essere rifiutata dopo aver raccontato tutto in lacrime, e invece l'uomo l'aveva stretta a sé giurandole che con lui non sarebbe potuto accadere nulla del genere, per poi baciarla.
-Miss McLean, si sente bene?- domandò Isabel.
Piper si rese conto di essersi persa nei propri pensieri, di nuovo. 
-Sì, sto bene- rispose, per poi aggiungere -Tu invece hai risolto i tuoi esercizi?-.
Non dovette attendere nemmeno la sua risposta, le bastò guardare il quaderno, rimasto esattamente come la ragazza lo aveva lasciato. Sospirò, rassegnata.
-Per oggi basta così- disse, non essendo sicura di fare la cosa giusta.
D'altronde lei si stava distraendo troppo e la ragazzina non provava nemmeno a concentrarsi, per cui sarebbe stato inutile andare avanti. Ripose i suoi libri nella cartella, intenta ad andarsene ma la voce di Jason la fermò.
-Ormai è quasi ora di cena, resta qui a mangiare-.
Piper sorrise, felice dell'invito. Isabel invece non sembrò molto entusiasta della cosa, ma non disse nulla.
La donna riusciva a comprendere come si sentisse la ragazzina, ma ciò non le impedì di rimanere infastidita. Avrebbe voluto instaurare un rapporto con lei ma tutta quella avversione lo rendeva impossibile. Riusciva a leggere in quelle iridi azzurre la stessa frase che lei e sua sorella Silena avevano tanto ripetuto alle varie fiamme di Tristan McLean: Anche se stai con mio padre, ciò non fa di te mia madre.
Ora che si trovava dall'altra parte lo trovava terribilmente frustrante e ingiusto: lei amava Jason e non aveva cattive intenzioni verso la figlia. Non si meritava quello sguardo.
Isabel uscì dalla cucina, lasciando soli lei e il suo uomo. Lui la abbracciò teneramente e Piper si sentì come se il suo corpo fosse pervaso da una scarica elettrica.
-Mi dispiace per come si comporta mia figlia- mormorò -ma non posso costringerla ad accettare la nostra relazione-.
Lei gli portò le braccia dietro al collo, avvicinando il suo viso a quello del fidanzato. Si perse in quegli occhi dal colore del cielo, mentre sentiva le guance tingersi di rosso.
-Non preoccuparti, col tempo imparerà ad abituarsi al nostro amore-.
Lo baciò. Il cuore sembrava esploderle nel petto, come ogni volta che lo baciava. 
Mai era stata certa dei suoi sentimenti: lo amava. Con nessun altro uomo aveva avvertito le stesse emozioni che le faceva provare Jason, che in quegli otto mesi di relazione l'aveva fatta sentire la donna più felice del mondo. 
Si separò un attimo per riprendere fiato e lo baciò nuovamente. Mai si sarebbe stancata di farlo.
-Ti amo- disse lui, quando si separarono nuovamente.
-Ti amo- ripeté Piper.
Stretta tra le sue braccia e con la testa poggiata sul suo petto, desiderò non doverlo mai lasciare andare.

The French teacher || HoO fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora