𝐁𝐋𝐀𝐈𝐑

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Quella mattina Blair si era alzata con un'agitazione in corpo che non sapeva come gestire. Si apprestò a fare una bella colazione con ancora indosso la sua camicia da notte di seta chiara e la cuffietta celeste ai capelli. Aveva sbuffato quando i suoi occhi incontrarono quelli del marito.

«Ce l'hai ancora con me?» Chiese Chuck con la solita voce profonda, pacata e bassa. Blair gli rivolse appena lo sguardo prima di sedersi al suo posto del tavolo e congedare con la mano la domestica. «Andiamo, Blair. Te l'ho detto, nessuno ci ha visti.»

Sebbene Henry fosse fuori città e Zara ancora a dormire nella sua stanza, Blair gli intimò di abbassare la voce. «Non puoi consegnare mazzette di denaro in un ospedale quando la figlia di tua sorella, nonché la mia migliore amica, è in un letto di ospedale.»

Chuck alzò un angolo della bocca, l'ombra di un sorriso. «Non mi stupirebbe se fosse stata Georgina stessa ad orchestrare l'incidente per farci incontrare casualmente tutti all'ospedale.» Benché ciò che avesse detto era degno della peggior persona vivente, Chuck sembrava tranquillo e sereno nel pronunciare quelle parole, al contrario di Blair che a stento riusciva a digerire il suo pasto. «Amore mio, è andata ormai. Smettila di pensarci, tutto è andato come previsto.»

Blair cercò di non badare alle moine del marito e gli puntò contro un dito minacciosa. «Vedi allora di far tornare a casa Henry, è da ieri che non mi risponde e sono dannatamente preoccupata.» Si imbronciò tutta come una bambina. «Ha fatto un altro bonifico dal suo conto in banca. So che ormai è adulto, ma non riesco a non chiedermi per cosa abbia bisogno di tutti quei soldi.»

Chuck si fece immediatamente più serio, si schiarì la gola e si alzò sotto lo sguardo sorpreso di Blair. «A proposito di questo, riuscirò a sistemare tutto. Mi raccomando, cerca di tranquillizzarti mia cara o ti verrà il mal di cuore.» Si chinò quanto bastava per lasciarle un passionale bacio sulla bocca, mentre, proprio in quel momento, Serena stava facendo ingresso nella sala da pranzo della villa dei Bass.

«Mi dispiace interrompervi.» Disse Serena sorridendo appena, ma era chiaro che non stesse affatto bene. «Se è un brutto momento ripasso più tardi.» Si rivolse a Blair, ma bastò uno sguardo all'amica per farle capire la situazione.

«Assolutamente no.» Si alzò in piedi, scansando Chuck che lentamente si stava rimettendo in posizione eretta. «Mia cara, tutto bene?» Prese le mani di Serena fra le sue, erano calde e morbide, contornate da anelli e gioielli di gran valore. «Hai una brutta cera, è successo qualcosa? Ashley non si sente bene?»

Chuck guardò la sorellastra in attesa di novità; aveva già in mente di usare la storia dell'incidente di Ashley per avvicinare il figlio a Manhattan sapendo quanto Henry avesse a cuore la piccola della famiglia van der Woodesn-Humphrey. Serena scosse la testa, sospirando appena. «No, tranquilli. Fortunatamente siamo tutti in salute, Ashley si sta riprendendo perfettamente, aveva solo degli sgraffi.»

Chuck annuì, sorrise alla sorellastra e poi le passò la mano sul braccio su e giù per accarezzarla, sebbene la pelle fosse coperta da una maglietta a maniche lunghe color celeste che le scendeva pesantemente sul corpo magro. «L'importante è che stiate tutte bene. Io ora devo andare, ma per qualsiasi evenienza non esitate a contattarmi!» Lasciò un rapido bacio sulla guancia alla moglie e se ne andò, lasciando le due donne da sole.

Non erano più le stesse ragazzine di vent'anni fa eppure tra di loro niente sembrava cambiato. Avevano avuto indubbiamente alti e bassi, ma il loro affetto non aveva eguali. «Cosa ti turba, S?»

Blair fece sedere l'amica al tavolo e le passò un cornetto caldo coi frutti di bosco, proprio come piaceva a lei, e solo quando la vide rifiutarlo capì che l'amica stava davvero male.

𝐍𝐄𝐖 𝐆𝐎𝐒𝐒𝐈𝐏 𝐆𝐈𝐑𝐋 𝐈𝐈𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora