La paranoia se poi te ne vai

L'ultima

È l'ultima notte in casetta, e quindi è un po' l'ultima notte in questa bolla d'oro che sembra stata fatta su misura. Mi chiedo come si siano sentiti i ragazzi passato di qua prima di noi, se ancora ricordano queste emozioni, se gli trema un po' il cuore al pensiero, se sorridono mentre guardano altre persone girare tra corridoi che sono stati la loro casa.
Giovanni mi prepara l'ennesima tisana, l'ultima qua ormai. Mi sorride malinconico mentre cerca di darmi forza, e poi mi stampa un bacio tra i capelli.
Ci sediamo tutti insieme sul divano e Maria ci fa vedere un video riassuntivo di questi mesi.
Ma si può riassumere il percorso più importante della tua vita?
Le urla di Rosa, il sonno di Arianna, i toast di Leo, gli scleri di Evandro, l'amore non corrisposto di Alessandro, Enula e la sua arte, l'empatia di Tommaso, il mio primo bacio, lo studio di Deddy, Don Raffae di Ibla, il disco di platino di Gio.
Dico, si può riassumere? Potrò mai guardare un video del genere e avere le bollicine che ho avuto costantemente nello stomaco questi mesi?
Forse no, e me lo sussurra tristemente consapevole il braccio di Gio che mi stringe le spalle quando il video finisce. Alcune cose non dovrebbero finire mai.
"Vi ho scritto due righe raga" esordisce Aka, aggiungendo due righe alle due pagine lette oggi pomeriggio, come se nelle parole trovasse conforto o forse accoglienza. Magari entrambi. Glielo auguro.
"Queste ve le lascio, però. Come facevi tu all'inizio Giù: ti ricordi che pensavi sempre di uscire?" mi domanda retorico ricordando un dicembre lontano che vorrei mi abbracciasse anche solo un altro secondo.
Una lacrima mi scende sul viso e mi ricorda che alla fine sono sempre io, quella che si lega profondamente ad ogni situazione che vive. E ho sempre diciott'anni, che in questi casi non aiutano.
"E invece guarda dove siamo" gli rispondo, sperando che la Giulia di sei mesi fa mi ascolti e si tranquillizzi.
Ce la farai Giù, stringi i denti mannaggia.
"Ei non piangere" mi sussurra la persona che più mi ha fatto crescere in questi mesi, riconoscendo la mia voce spezzata. Non piango quasi mai, ma quando lo faccio lui c'è. Mi mancherà trovarlo in ogni angolo della casa. Mi stringe forte da dietro mentre col pensiero lo ringrazio di avermi guardata come guarderebbe una donna.
"È strano pensare che domani non saremo qua. È stata una bolla per mesi, io non voglio tornare alla vita di prima" confesso a tutti quanti in un soffio di voce, nascondendomi un po' con le mani nella speranza che la vita di prima non mi venga a bussare alla porta.
"Non si torna più alla vita di prima, Lola. Adesso hai noi, hai la tua passione che è diventata il tuo lavoro. Il passato lascialo nel cassetto, e riaprilo solo quando vorrai raccontarlo a qualcuno. Non devi viverlo più" mi rincuora Deddy, che capisce bene il peso che la vita reale può avere e non deve tornare a possedere. Io annuisco capendo le sue parole mentre con un po' di egoismo prego che queste ore si dilatino e che domani non arrivi mai.
"Andiamo a dormire? Domani è un gran giorno" propone Alessandro e annuiamo tutti d'accordo.
L'ultimo penso io, l'ultimo gran giorno. Mi maledirei per tutte le volte che ho desiderato che questa ansia pre-puntata sparisse.
Giovanni mi prende la mano e si sdraia accanto a me, nel letto accanto al muro con la nuvoletta cancellata. Mi ricorda chi sono e chi ero. Ora mi piacciono tutti e due questi lati di me.
"Tra noi non cambia niente, lo sai vero?" mi chiede, forse cercando conferme e cercando di darle anche a me, nel frattempo. "Non cambia niente" ripeto io, con la consapevolezza e un po' di speranza che le situazioni non riusciranno a dividerci.
Casa oggi è più casa del solito, e per un attimo desidero abbracciare queste mura che rimarranno per sempre la parte più bella della mia vita.
È silenziosa oggi, come la prima volta che ho dormito qua. Il letto era comodo un po' meno di ora, io ero un po' più insicura, eppure la felicità è la stessa.
Bollicine. Sembra proprio la prima notte. E invece è l'ultima.