C i n q u e

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<Mamma! C'è qualcuno in casa nostra!> urla un ragazzino di circa sedici o diciassette anni.
Dei passi ben diversi dall'essere leggeri si avvicinano nella nostra direzione, fin quando nell'ingresso non appare anche la figura di quella stessa donna che al mio primo risveglio non ho riconosciuto: mia madre.
<Sei qui! Non ci posso credere sei davvero tornata a casa finalmente! Jaravayae lei è tua sorella maggiore, ti abbiamo tutti raccontato di quello che è successo alla famiglia. Sta tranquilla, a noi non importa se sei una Noutsasi, l'importante è che tu stia bene e sana. Mamma mia per tutte le code di topo, sembra passata un'eternità dall'ultima volta che io e tuo padre abbiamo potuto vederti con i nostri occhi> prendo per il collo il mio istinto che dice di scappare via dalle sue lacrime oltre che dalla sua stretta e lo calpesto con quanta più violenza possibile.
Quasi mi prende una sincope nel riconoscere il ragazzino di quasi sedici anni che ho qui davanti come lo stesso fratello che quando me ne sono andata era ancora in fasce.
Il sogno di poco fa...non avevo cinque anni, quando me ne sono andata ne avevo otto di anni, solo il nostro organismo invecchia in maniera più lenta rispetto a quello delle persone normali, gli Ethaeri.
Lascio scivolare lo sguardo un po' su tutta la stanza, la prima cosa che mi salta all'occhio è che sicuramente l'hanno ridipinta. I vari disegni o scritte che avevamo fatto da piccoli io e i miei fratelli sono spariti del tutto, oltre al fatto che non ci sono più tante cose qui in giro.
<Io continuo a non capire perché sia qui se è una Noutsasi, non era pericolosa per la nostra sicurezza? Non voglio essere antipatico, scusa, ma è la prima volta che ti vedo e di cui mi posso ricordare, non riesco a vederti come mia sorella anche se so che lo sei> non lo biasimo di certo per questo, certo non è bello sentirselo dire, anche perché se mi sono persa la sua crescita non è stata per colpa mia assolutamente.
<Sta tranquillo, non sono pericolosa, non so nemmeno io che cosa possa fare davvero, prima devo studiare un po'. In ogni caso, ricorda che quando eri molto piccolo stavo per scambiarti con un altro bambino, tu dovresti ringraziarmi per non averlo fatto> solo dopo mi rendo conto di quello che ho detto ad alta voce.
<Che cosa?> mia madre si gira a guardarmi con una faccia stupita e senza parole allo stesso tempo per ciò che ha sentito.
<Non è stata solo una mia idea, era un piano approvato da tutti e tre giuro! Quindi la colpa non è solo mia. A proposito, dove sono gli altri due?> ora che ci penso, è tutto troppo tranquillo, mancano i due maggiori, non sono in casa.
<Siete incredibili! Aspetta che arrivino a casa quei due e vedi come li sistemo io, tu sei salva solo perché ho pietà di te e sei appena tornata a casa> mi punta contro un dito minaccioso. Posso solo annuire in silenzio.
Javarayae scuote la testa per nascondere il sorriso divertito che invece io ho notato benissimo sul suo viso. Prende i suoi libri e dopo un ultimo cenno di saluto che ricambio, sparisce nella sua camera da letto, suppongo, per terminare i compiti che gli hanno assegnato.
<Mamma scusa se ho fatto tardi ma sono passata a chiamare anche Aryan ch-> Eitoera, mia sorella maggiore, è qui davanti alla porta d'ingresso di casa. Dietro di lei vedo muoversi una figura che riconosco essere Aryan, mio fratello maggiore.
<E muotivi! Ti sei impalata come fossi una sirena fuori dall'acqua, scema! Oh-> anche lui resta senza parole davanti la porta, i loro visi sono pallidi come se al mio posto avessero visto un fantasma. Sapevo di essere una mozzarella, ma non così tanto dai.
Eitoera mi corre subito incontro, lasciando cadere a terra la borsa che si è portata dietro, dei forti singhiozzi che le scuotono il petto mi fanno preoccupare che all'improvviso possa scoppiarle, anche mentre mi stringe tra le sue braccia, stretta che ricambio con quanta più forza riesco a mettere nelle braccia.
<La mamma ci aveva avvertiti che non eri ancora arrivata! Per questo siamo arrivati con calma! Da quanto tempo sei a casa?> percepisco che una parte della camicia elegante che ho indosso adesso si sta iniziando a bagnare, è mia sorella che si è messa a piangere sicuramente. Speravo lo facesse, mi fa sentire come se non fosse cambiato niente da quando sono andata via.
Sono estremamente felice di rivedere la mia famiglia, li amo con tutto il cuore, a fatica non piango anche io.
Abbraccio poi Aryan che è rimasto dietro Eitoera in attesa di potermi abbracciare a sua volta, cosa che non esito un secondo nel realizzare appena mi libero di lei.
<In realtà sono arrivata da meno di cinque minuti, ho avuto giusto il tempo di salutare la mamma e quella peste ingrata di nostro fratello piccolo. Per sbaglio però potrei aver rivelato che quando era piccolo abbiamo tentato di scambiarlo con un altro bambino> butto lì di colpo la cosa. I loro sorrisi svaniscono e le lacrime si fermano mentre si girano a guardare in direzione della donna che ha messo al mondo tutti e quattro noi, preoccupati per la loro vita.
<Ringraziate il fatto che non voglio fare scenate oggi per vostra sorella, altrimenti sapete quando poco mi importa del fatto che siete entrambi sposati? Stareste già in punizione tutti e due> punta contro un mattarello tenuto in aria al suo fianco dalla magia.
I due annuiscono lentamente prima di tornare su di me.
<Vi siete sposati? Dovete subito farmi conoscere le povere anime che avete per forza ingannato per convincerli> alla battuta però rido solo io. Almeno le cose stanno tornando normali.
<Tranquilla, questa sera hanno indetto una sorta di festa elegante dove ti mostreranno a tutti e spiegheranno pubblicamente il motivo che li ha spinti a chiamarti> mi rivela Aryan prendendomi sotto braccio fino a portarmi sul divano, dove ci sediamo tutti e tre, io in mezzo naturalmente.
Di nuovo insieme, la mamma decide di lasciarci da soli per parlare un po' di ciò che mi sono persa in questi anni e se ne torna in cucina o in giro per casa nelle altre stanze.
<A proposito di motivi, voi sapete per caso che succede? Se mi hanno richiamata deve essere accaduto qualcosa, ma non ho ancora saputo niente> magari loro in quanto più grandi sono stati messi al corrente di più informazioni, tentar non nuoce dopo tutto.
<A dire il vero no>
<Si magari> rispondono all'unisono facendomi perdere quella piccola speranza che avevo riposto in loro.
<Sapete che vi voglio bene, ma siete un po' inutili. Secondo voi se provo a chiedere a mamma la stessa cosa può dirmi qualcosa?> non ho più idee su dove e chi andare a chiedere informazioni. Sbuffo rassegnata del tutto ad aspettare che sia chi di dovere si decida a spiegarmi.
<Lei e papà sanno tutto credo, ma non ti diranno nulla, risparmia tempo. Hanno un incantesimo su di loro che gli impedisci di dire qualunque cosa al riguardo> mi spiega Aryan scuotendo la testa.
<Tu invece che ci racconti? Come procedono le cose fuori dallo specchio?> mi chiedono entrambi curiosi di sapere.
<Lì si vive tutto senza magia, non hanno la minima idea dell'esistenza delle nostre piccole città. Hanno alcuni libri sui maghi e le streghe, sirene e altre cose, ma non si avvicinano molto a ciò che accade davvero qui. Inoltre ho notato che lì, se ti interessi alla stregoneria o temi simili sei considerato strano> ora che ho un altro tipo di testa, ripensare a ciò che succedeva al di là dello specchio mi fa rendere conto di alcune cose che prima potevo considerare normali.
Almeno però non abbiamo problemi qui, stando tra noi possiamo evitare qualunque tipo di fastidio, anche se alcuni presi dalla curiosità possono scegliere dove vivere. Infatti non tutti vivono nelle piccole città, c'è chi sceglie di seguire una vita da Gipervus, con un lavoro normale, la magia viene ridotta al minimo solo per evitare occhi indiscreti, ma se mai vorranno tornare all'interno hanno tutti un oggetto che lo permette.
Altri invece vivono a metà tra il nostro ed il loro mondo, rimanendo comunque nascosti grazie agli incantesimi di protezione che circondano tutte le nostre piccole città. Non ho mai ricevuto quell'oggetto perché viene donato al compimento dei dodici anni, che io però non ho festeggiato qui con loro purtroppo.
Magari potrò richiederne uno, per sicurezza mia così se vorranno rimandarmi via potrò mantenere l'oggetto con me. Forse più avanti con più calma.
<Ma se mi portate adesso a vedere le vostre case? Tanto qui la mamma è impegnata in giro per casa, papà non l'ho ancora visto ed è inutile anche solo provare a parlare con Javarayae. Prima di tutto non saprei che dirgli, ora sta studiando, e per finire nemmeno mi considera sua sorella, ha sedici anni quasi e questa è la prima volta che mi vede praticamente. A proposito, come procede il vostro di lavoro?> guardo prima l'uno e poi l'altra.
<Molto bene, quando ho finito gli studi tra le lingue che avevo scelto c'era il francese che ho scoperto riuscirmi particolarmente bene, ora mi hanno assegnata a mantenere i rapporti con piccola città di Parigi, non si usa molto la magia lo so, ma sono pur sempre una Jinxes, so bene cosa comporta quel genere di lavoro. Oggi però mi hanno lasciato il giorno libero dato che ho avvertito che la Noutsasi in arrivo era mia sorella> e mi riabbraccia, non vedo un motivo per questo contatto fisico, lei infatti si stacca capendo che non è il momento.
<Io invece ho giusto lavorato per rimettere a posto i tuoi occhiali> tocca la stecca d'orata con un dito e mi sorride.
Almeno so che sono rimasti entrambi fedeli alle loro scelte di sedici anni fa, se hanno continuato sono felici di ciò che hanno preso.
<Secondo voi faranno compiere la scelta anche a me?> mi esce spontanea come domanda, troppo sovrappensiero per bloccarla in tempo.
Dentro il mio cuore continuo a fare mille e più progetti su quello che potrò fare ora che sono tornata, ma la mia testa, la ragione, quella che prediligo a differenza di molte altre persone, mi dice di non fidarmi, che tutte queste alte aspettative che mi sto facendo saranno ben presto deluse.
<Non saprei, prima di tutto è meglio andare a capire perché ti hanno fatta tornare, non che mi dispiaccia sia chiaro, anzi sono felicissimo. Inoltre a te in realtà non servirebbe nemmeno scegliere, sei una Noutsasi, ricorda che le tue capacità ed energie magiche sono direttamente dentro di te, quelli come te prendono la magia da se stessi. Questo è anche quello che ti rende pericolosa agli occhi degli altri no? Non hai bisogno di credenze piene di code di topo, scaglie di code di sirene, o qualunque altra cosa che invece a noi serve> mi ricorda Aryan.
Alle sue parole lascio andare un sospiro di sollievo. Sapere che la mia famiglia e i miei due migliori amici non mi vedono come un essere mostruoso che vuole ucciderli solo per come sono nata, non l'ho nemmeno deciso io di essere così, a differenza di come le altre persone invece sono convinte io sia. Tutti quegli occhi su di me nella sala questa mattina, non mi stavano studiando, mi tenevano sotto controllo per timore e paura nei miei riguardi.
<A proposito, se poi domani ti va passa da me a lavoro così ti faccio vedere come si fanno alcune cose di base che ricordo di aver studiato all'inizio> continua mio fratello che si propone di farmi da insegnante temporaneo. Apprezzo moltissimo questo suo interessamento.
<Sarebbe magnifico, grazie!> mi alzo in piedi con un saltello e mi giro poi a guardarli con un sopracciglio alzato.
Ricordo quando da piccola questa cosa facesse arrabbiare mia sorella, io sapevo alzarne uno alla volta e lei no.
<Io non posso domani che devo partire la mattina per un incontro a Parigi, ma torno la sera stessa, quindi possiamo andare a cena fuori noi quattro insieme magari, un modo per aiutarti con Javarayae> spiega il motivo della sua assenza Eitoera a noi.
<Buono a sapersi, ma io mi sono alzata per farvi muovere. Sto ancora aspettando che mi portiate a vedere casa rispettivamente!> porto le mani sui fianchi in attesa.
Si guardano l'uno con l'altra e si mettono a ridere ma alla fine mi assecondano, riescono a muovere i loro sederi pigri dal divano.
<Dove vogliamo andare prima?> chiede nostra sorella maggiore per mettersi d'accordo con Aryan probabilmente.
<Dove vi pare, a facciamo il percorso meno lungo grazie> meglio mettere subito in chiaro le cose prima che sia tardi.
<Bene, allora facciamo prima a casa mia e poi da te> emette sentenza Aryan senza troppi giri.
<Mamma! Sto andando a casa da Aryan ed Eitoera!> urlo per farmi sentire fin dove si trova, in modo da evitarmi il giro di tutta casa a cercarla per dirglielo.
<State attenti a vostra sorella! E non tornare tardi!> sento il suo urlo in risposta.
Giusto il segnale che stavamo aspettando per poterci muovere da qui.
Ad aprire la porta è EItoera che non continua a camminare, resta ferma, cambia di colpo il suo sguardo per fulminare chi ha davanti a se.
Seguo i suoi occhi nella direzione che stanno guardando, vedo dei capelli biondi e degli occhi azzurri come il mare ghiacciato.
Improvvisamente la rabbia che era sparita totalmente torna a ribollire dentro di me sempre più forte.
<Caraesy, devi venire con me> dice solamente.
Non provo risentimento per la mia famiglia, apprezzo la loro scelta di non avermi uccisa, ma giuro che ora gli tiro un pugno a questo.

BUONASERA A TUTTI AMICI, eccoci di nuovo qui, ormai appuntamento settimanale il sabato su Wattpad con un nuovo capitolo.
Allora, che ve ne pare? Qui abbiamo molto la vera famiglia di Caraesy. Voi che ne pensate del capitolo? Spero vi sia piaciuto così come la storia che pian piano prende sempre più forma e non vedo l'ora di mostrarvela.
Mi raccomando fatemelo sapere nei commenti, che a me fa sempre molto piacere leggere le vostre impressioni 😍♥️, sennò stellinate per supportarmi♥️ ve ne sarei grata.
Grazie a tutti e alla prossima,
~Izzy 💖

Mysterious fireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora