Passato un po' di tempo, potrebbero essere tranquillamente cinque minuti come due ore per ciò che ho percepito io.
Il cuore non ha smesso di battere forte contro la gabbia toracica, al minimo rumore continuavo a girarmi di scatto per controllare da cosa fosse provocato, almeno però ho avuto l'opportunità di stare un po' da sola.
La luce della luna e delle stelle insieme a quella emessa dalle grandi finestre del palazzo non mi hanno lasciata del tutto al buio qui fuori.
Meglio evitare la furia dei miei genitori una volta tornata a casa dopo la festa, ricordo bene quanto possono essere apprensivi, quindi credo proprio sia arrivato il mio momento di tornare in quel mucchio di pregiudizi e tentare di fare finta di niente.
Rimetto molto lentamente le scarpe ai piedi, lasciando da parte la sensazione rilassante che trasmetteva il contatto dell'erba umida con la pelle nuda, ora che ci penso potrei ritrovarmi con il vestito bagnato, sono troppo pigra però per preoccuparmene, così mi rimetto in piedi, liscio la gonna e, data una bella stiracchiata a tutto il corpo, con anche lo scrocchiare della colonna vertebrale, sono pronta a rimettermi in cammino.
Meglio dire che faccio finta di essere pronta, visto che non ho molta altra scelta a mia disposizione al momento.
Ci sono delle persone che vengono scortate all'esterno dalle guardie in quanto hanno già perso il controllo per la quantità d'alcol ingerita nel loro organismo.
Le forti luce della sala mi destabilizzano per un attimo, costringendomi a chiudere leggermente gli occhi per poter avere un minimo di visibilità su dove mi sto dirigendo.
Finisco di nuovo davanti al tavolo con tutti i cibi e le bevande, unico posto felice che mi permette di andare avanti.
Tutti qui sembrano felici, inebriati dai colori brillanti che risaltano sull'oro della stanza, quelle dannate spille, una donna, piuttosto avanti con l'età credo, i capelli grigi legati elegantemente per lasciare il petto libero di mostrare il suo ormai vecchio impiego. Vorrei poterle prendere tutte quante, non mi importa chi tu sia o chi non sia, e bruciarle tutte insieme.
Con stupore sgrano gli occhi rendendomi conto che proprio la spilla di quella donna ha iniziato a prendere fuoco all'improvviso, un urlo fa interrompere tutti dalle loro attività. La musica cessa, verso di lei corre qualcuno che non riesco a vedere perché cerco di allontanarmi il più possibile dalla donna che invece continua a gracchiare come un corvo. Mantengo lo sguardo basso per evitare il contatto visivo con chiunque, sono certa che ci siano già persone che mi stanno guardando male considerandomi indubbiamente la colpevole.
Fare finta di niente, non è successo nulla.
Sento una presa salda sul braccio e poi questa stessa persona fa forza per portarmi nella direzione che vuole lei, o lui che sia.
Alzo gli occhi per controllare di chi si tratta, mi piacerebbe evitare la prigione appena arrivata, ora che però vedo costui, forse era meglio andare in prigione. Ho un ottimo spirito adattativo in fondo, non mi sarei trovata poi così male.
<Lasciami immediatamente, te ne sarei grata> mi guardo intorno per controllare che nessuno ci stia guardando ma è come sperare che tutti si girino dall'altra parte mentre passa davanti uno dei morti, cosa assolutamente proibita ovunque, quindi sarebbe uno scandalo troppo grande per non essere osservato.
Lui fa come se non avessi mai detto nulla, arrivati vicino al muro della stanza mi spinge con la schiena contro di esso, si guarda intorno furtivamente. Dal lato destro non c'è nessuno, se non una pianta, invece a sinistra già alcuni sguardi cadono su di noi. La mia visuale viene però bloccata dal suo braccio, la mano la poggia sul muro vicino al mio viso.
Lentamente sposto lo sguardo per dare più enfasi alla minaccia non verbale che sta per ricevere.
<Ti sto solo salvando da una situazione scomoda, non c'è di che> ricambia allo stesso modo, la mano posata sul mio fianco mi fa sussultare per il contatto improvviso ricevuto. Sposto leggermente di lato il mio corpo per fargli cadere la mano lungo il fianco.
<Non ho alcun bisogno di essere salvata da te se non l'hai notato. Grazie ma no grazie per il tuo aiuto non richiesto, ora puoi andare> cerco di spingerlo via passando sotto il suo braccio ma ecco che mi riprende.
<Sai che ti dico, peggio per te allora, cercavo di essere gentile visto che dovremo continuare ad incontrarci, ma se proprio ci tieni prego, fatti pure odiare da tutti. Più di quanto già non facciano naturalmente> il problema è che lui non capisce il mio punto di vista: meglio odiata da tutti piuttosto che essere vista qui con un falso come lui.
Il suo sorrisetto soddisfatto, gli occhi fissi nei miei, crede davvero di aver capito.
Metto le mani sulle sue spalle, spostandole lentamente verso il petto, per poi fare pressione e spingerlo via con uno sguardo annoiato. Alzo gli occhi verso il cielo spostandomi quanto sufficiente dalla sua persona, nella folla di persone intravedo i miei genitori, fortuna che ho gli occhiali, altrimenti non sarei mai riuscita a vedere in maniera così definita.
Mi avvicino a loro guardandomi intorno, il mio dovere l'ho fatto, ora tutti credono sia qui per aiutarli a non farsi ammazzare, ma i loro sguardi continuano a posarsi su di me pieni di pregiudizi.
<Eccoti allora, come procede la tua serata? Hai visto i tuoi fratelli?> la prima a notare il mio avvicinamento è la mamma, che mi sorride dolcemente.
<Si, mi hanno fatto conoscere un paio di persone, però vi volevo avvertire che stavo tornando a casa, voi state pure qui. Se quando tornate già dormo, allora a domani, notte> bacio la guancia di entrambi.
<Aspettami, vengo con te> sento una voce maschile verso la quale mi volto. Quello che sarebbe mio fratello minore si allontana da un gruppetto di ragazzi, sicuramente suoi amici, per raggiungermi in pochi passi.
<Come mai vuoi andare via? Pensavo volessi passare del tempo qui a festeggiare> interviene nostro padre evidentemente confuso, quasi quanto me, per questa sua uscita.
<Si ma sono stanco, domani ho altri allenamenti da fare e saranno piuttosto impegnativi prima del controllo della prossima settimana, preferisco andare a riposare. Poi non può tornare a casa da sola, so che è mia sorella quindi visto che non si ricorda sicuramente la strada di casa la posso accompagnare io> spiega il suo punto di vista con un'alzata di spalle alla fine.
<Va bene, ma scrivetemi non appena arrivate a casa, mi raccomando> bacia entrambi sulla fronte, anche se con mio fratello deve mettersi in punta di piedi e lui abbassarsi un po' per permetterglielo più facilmente.
<Certamente, glielo ricorderò subito, però ci servirebbero le chiavi di casa per rientrare> allungo la mano con il palmo rivolto verso l'alto più vicino a lei.
Su quello ci poggia proprio l'oggetto richiesto che stringo poi in un pugno e metto nell'altra tasca libera che ho nella gonna del vestito.
<Grazie, a domani> dopo un ultimo saluto con la mano ai nostri fratelli maggiori, cerco velocemente, come se niente fosse i miei due migliori amici ma non sembrano essere nel mio raggio di visuale, ci parlerò domani.
Durante il percorso di ritorno verso casa, nessuno dei due fiata, continuo a cercare mentalmente un possibile argomento di conversazione con un ragazzo della sua età, ma sembrano tutti troppo stupidi o inutili, o troppo banali.
<Allora, come procede il tuo percorso di studi? Ricordo quando avevi pochi giorni, eri sul seggiolone perché la mamma stava facendo qualcosa in cucina, non ricordo bene. Io stavo seduta per terra vicino alla tua sedia, tu avevi non so cosa in mano, per divertirti un po' hai ben deciso di lanciarlo e tirarlo in testa a me> ricordo quella scena come se potessi ancora vederla davanti ai miei occhi, ovviamente ci sono alcuni dettagli sbiaditi dal tempo nella memoria.
<Se l'ho fatto avrò sicuramente avuto i miei buoni motivi> mi giro a guardarlo e noto un sorrisetto che cerca di nascondere fissandosi con gli occhi verso i suoi piedi.
Passano altri momenti di silenzio, con in sottofondo ci raggiungono le musiche e i rumori della festa ancora in corso.
<Mi dispiace se sono troppo distaccato con te> dice improvvisamente, lasciandomi per qualche secondo stupita. Non me l'aspettavo minimamente.
<Tranquillo, so benissimo che non deve essere semplice per te. Con gli altri è diverso perché entrambi abbiamo vissuto più esperienze insieme, tu invece eri ancora in fasce, non te ne faccio una colpa. Ti avranno insegnato a temere i Noutsasi come me, nonostante quello che magari a casa ti dicevano. Posso assicurarti che non sono pericolosa, il mio obiettivo non è sicuramente quello di fare del male a qualcuno> gli sorrido per poi avvicinarmi e dare una leggera spallata contro di lui, che sorride a sua volta e annuisce, ora più rilassato.
Entrambi siamo meno tesi adesso a dire il vero.
Entriamo in casa e ci andiamo a sedere sul divano, continuiamo a parlare cerco di conoscerlo meglio, spiegargli e rassicurargli che nonostante l'instabilità dei miei poteri, sono comunque in grado di mantenerli a bada per non uccidere nessuno solo per una litigata.
<Sai, tutti gli anni la mamma e il papà insieme a quei due caproni si mettevano a parlare insieme di te, io ascoltavo tutto, mi sentivo in colpa a non ricordare nulla di te sai? Vedere come loro quattro fossero presi da quei racconti, dalla nostalgia, io invece non sentivo niente pensando a te, era come fossi un estranea nella mia vita. Ora però ti hanno fatta tornare, se tutto andrà bene potrai rimanere per sempre qui con noi e finalmente anche io avrò modo di considerarmi più vicino a te. Lo so che non è bello sentirselo dire visto che sei mia sorella, ma ammettiamolo, non possiamo fare finta di nulla, dobbiamo costruirlo adesso noi due un rapporto come quello che hai con gli altri> allunga una mano verso di me, come per stringere un patto silenzioso.
<E sia, mi trovi totalmente d'accordo> gli sorrido afferrando la mano e stringendola nella mia.
Cerco di farmi raccontare altri particolari della sua vita, che sia anche il rapporto con il resto della famiglia, poi mi alzo dal divano per andare a prendere qualcosa da bere in cucina.
<Vuoi niente?> non so nemmeno cosa ci sia disponibile, quindi chiedere a lui mi sembra la cosa più sensata da fare.
<Ci dovrebbe essere del thè freddo nel frigorifero, io intanto prendo i bicchieri> annuisco e mentre sento che si sposta per la casa, cerco con lo sguardo in tutti i ripiani anche più volte dato che non trovo subito la bottiglia.
<Trovata!> la alzo vittoriosa dirigendomi di nuovo verso di lui al divano.
<Finalmente, mi stavo iniziando a preoccupare che ti avesse risucchiato il frigorifero> già inizia a prendermi in giro, qui stiamo andando a grandi passi per la questione fratello-sorella.
<Senti, ma a te che ne pare di Uxoran e Ivien, mi sembra si chiamino così quei due> voglio avere un altro parere prima che la mia testa faccia tutto da sola.
<Si, quei due. Non sono male, mi stanno simpatici, Uxoran soprattutto perché quando lo chiamo per provare alcune cose di addestramento è molto disponibile. Con Ivien non ci parlo spesso, ma anche lei non è cattiva, ti assicuro. Perché questa domanda?> aggrotta la fronte guardandomi.
<Niente, solo che li ho incontrati questa sera per la prima volta e mi sono sembrati un po' prevenuti nei miei confronti> alzo le spalle, non saranno di certo loro il problema, mi dispiace solamente che si possa creare una situazione sgradevole con mia sorella e mio fratello per colpa di quei due.
<Ricorda che loro non sono cresciuti in una famiglia come la nostra, mamma e papà hanno sempre fatto in modo di far venire pregiudizi per quelli come te. Penso sia una delle uniche famiglie in tutto il mondo con una mentalità del genere, è normale che siano stati un po' scettici nei tuoi confronti, sta tranquilla però, dà loro un po' di tempo, poi andrà tutto meglio> mi sorride leggermente.
Senza nemmeno rendercene conto, tra le altre chiacchiere, ci addormentiamo lì alla fine, vicini, fortuna che però abbiamo la luce accesa della piccola lampada sul tavolinetto davanti al divano. Non ci siamo nemmeno cambiati dalla festa, motivo per cui dormire seduta sul divano con un vestito del genere è un'esperienza che non consiglio a molti, solo a chi mi sta più antipatico per farlo soffrire un po'.Lo so che non siamo in tanti a leggere qui, ma scusate la temporanea assenza, ho saltato qualche aggiornamento settimanale del sabato, lo so, ma ho avuto la sessione estiva all'università e mi son dovuta un po' concentrare su quello. COMUNQUE, eccomi tornata qui su wattpad, spero che la storia vi stia piacendo come sta piacendo a me scriverla, ho tante idee che non vedo l'ora di mostrarvi.
Mi raccomando a me fa sempre piacere leggere i vostri commenti o anche sapere con una semplice stellina che il capitolo vi è piaciuto, vi aspetto nei commenti.
Grazie mille perché nonostante tutto stiamo comunque a 70 letture che possono sembrare nulla, ma è già un punto di partenza per me💖❤
Alla prossima,
Izzy💖
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Mysterious fire
FantasyCassandra era emozionata all'idea di finire finalmente il liceo, a quanto pare però non è ciò che gli altri avevano in programma per lei. Improvvisamente può ricordare cose che mai avrebbe immaginato, in questo modo riesce anche a sbloccare le sue...