Quando Jude e David tornarono a casa, la prima cosa che fecero fu preparare le valigie in fretta e furia, con il primo che riprendeva il secondo, poiché questi era in preda ad un attacco di euforia; d'altronde le Hawaii non erano destinazione da tutti i giorni.
I ragazzi andarono a dormire presto, in quanto avevano scoperto che il volo era previsto per il giorno seguente. Sharp era piuttosto scettico riguardo il volo così immediato, ma David lo aveva implorato di andarci ugualmente, perché altrimenti sarebbe stata un'occasione incredibile sprecata.
"E dove alloggeremo? Abbiamo abbastanza soldi? Non mi sembra che nessuno dei due parli l'hawaiano o l'inglese."
"Ma chissenefrega Jude, sei alle Hawaii! Dormiremo in spiaggia, mangeremo noci di cocco e comunicheremo a gesti! Sarà un'esperienza fantastica!!"
Alla fine l'azzurro riuscì a convincere l'amico, e, esausti, andarono tutti e due a dormire.
Samford stava dormendo beatamente, coperto da un leggero lenzuolo e abbracciando il suo cuscino come fosse un peluche. D'improvviso una luce lo accecò, facendolo svegliare in modo sicuramente non roseo. Alzò lo sguardo e vide Jude, già vestito, di fianco all'interruttore della luce.
"Sveglia pigrone: dobbiamo prepararci." disse, posizionandosi lateralmente al letto, guardando l'amico con le braccia incrociate sul petto. In risposta l'azzurro sbadigliò sonoramente, girandosi di lato e sbiascicando qualche parola con la voce ancora impastata dal sonno.
"Hmm... ancora cinque minuti."
Jude roteò gli occhi al cielo, sospirando; tirò in seguito le coperte verso la fine del letto, in modo che David rimanesse scoperto. Questi sussultò, aprendo gli occhi di scatto e, dopo aver preso un profondo sospiro, si girò per guardare male l'artefice di cotanta crudeltà.
"Stronzo." sibilò, alzandosi pigramente col busto per sedersi sul letto, stiracchiandosi.
"Ma che ore sono?" chiese poi, sbadigliando una seconda volta.
Il rasta guardò il suo orologio da polso, e decise che fosse meglio non dire l'orario all'amico, in quanto era davvero presto. Troppo presto, persino per uno preciso e puntuale come lui."È ora di alzarsi. Quindi cambiati e vieni in cucina, se ci tieni a mangiare qualcosa." disse, uscendo dalla stanza e dirigendosi nella suddetta cucina. David si alzò controvoglia e, constatando che purtroppo non era possibile presentarsi all'aeroporto in maglietta corta e pantaloncini -il suo pigiama-, fece leva sulla sua forza di volontà e si cambiò, passando dal bagno e optando per dei semplici jeans con cintura ed una maglia senza maniche; oltre, naturalmente, alla sua benda.
David raggiunse quindi il coinquilino in cucina, notando che era vestito anche lui in modo casual: jeans, maglietta, i suoi occhiali verdi ed i rasta legati in una coda alta. Sbadigliando il bendato si sedette al tavolo e iniziò a fare colazione, seppur parte di lui fosse ancora nel mondo dei sogni. Buttò un occhio al timer del microonde per caso, e quasi non sputò il suo thè quando si rese conto che esso segnava l'ora. Dire che in seguito a ciò guardò male l'amico era un eufemismo; e il rasta se ne accorse.
"Tu, brutto lurido che non sei altro! Lo sapevi vero?! Lo sapevi che era così presto!"
L'accusato, colpevole, distolse lo sguardo, concentrandosi sulla sua tazza.
"Non è propriamente corretto."
"Non è corretto?! Non è corretto?! Jude, porcopinguino, sono le quattro e mezza del mattino, te ne rendi conto?! Vuol dire che fuori è ancora buio! Buio, per la miseria!," si mise le mani nei capelli, mentre il suo tono di voce si fece pressochè disperato "Avrei potuto dormire minimo altre due ore! Minimo! Abbiamo il volo alle nove, non alle sei!" concluse quello, sospirando e sbattendo la testa sul tavolo.

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Animalia
Fiksi Penggemar//Inazuma Eleven Au// In una terra lontana, in un'isola circondata dalle acque, vive un popolo misterioso, di cui si conosce poco o niente. Esso non è come noi: vive a stretto contatto con la natura, ma non in modo rozzo o volgare, come potremmo com...