1872 ore e 41 minuti.
Sono passate 1872 ore e 41 minuti dal momento in cui le porte del treno si sono chiuse spezzando il tuo sguardo e portandoti via da me, per sempre.
Sono passate 1872 ore, 78 giorni, 11 settimane, quasi tre mesi.
Troppo tempo senza sentire la tua voce.
Qui mi dicono tutti di smetterla di cercarti, dare la caccia ai ricordi di te che sono rimasti intrappolati in questa stanza.
Lo dico per te, per il tuo bene, così non guarirai. Vedi? Loro ci hanno già rinunciato.
Sono solo io quella che ancora ti aspetta.
Alla stazione in mezzo alla gente, magari scorgo il tuo capello chi lo sa.
Gli agenti mi guardano strano, entro, ogni volta, e aspetto.
Aspetto e aspetto, vado al tabellone, vedo se ci sono treni in arrivo, quelli che prendevi tu.
Sento la voce meccanica dell'avviso dei treni in partenza e mi si scava raschiando ancora di più un vuoto famelico. Un tonfo sordo, come l'intonaco che cade massiccio staccandosi dal muro di un vecchio edificio.
Aspetto e me ne torno a casa.
Il sabato, verso le sette, mi assicuro di avere la suoneria accesa, magari mi chiama, quando arriva.
E quando cala la notte e non ci sei ancora penso che verrai il giorno dopo, la domenica mattina.
Ma anche quella passa e così dal lunedì inizio ad aspettarti per il sabato successivo.
Guardo dalla finestra quello scorcio di strada sperano di intravedere la tua valigia.
Non so perché ti aspetto ancora.
Non so perché ancora scrivo di te.
La notte ti sogno, sogno che torni, che mi sorprendo a trovarti nella mia strada e che ci baciamo. Quanto mi manchi.
E mi sveglio col tuo nome sulle labbra, un mormorio soffocato, un lamento come quando facevamo l'amore.
E allungo una mano nel lenzuolo freddo per toccare che effetto fa non averti più qui.
Alla fine mi piaceva il tuo mettermi in imbarazzo. Sai il tuo urlare in mezzo alla gente quando volevo scomparire.
Mi piaceva andare a fare la doccia e trovare l'acqua fredda, mi piaceva il tuo sporcare ovunque quando ti lavavi i denti. Mi piaceva il tuo essere fragile, forte e intraprendente in un colpo solo.
Mi piacevano le chiacchierate con tuo nonno e tutti i progetti rimasti in sospeso.
E mi piacciono tutt'ora. E non riesco a fare a meno di amarle e di amare te.
1872 ore e non ho smesso un solo secondo di essere innamorata di te come il primo giorno.
Ed è terribile sai? Quello che hai fatto, che mi hai fatto.
È terribile il fatto che io continui a provare questo per te, dopo tutto.
Ma che ci vuoi fare, non mi interessa nient'altro.
E non so perché ti aspetto, non si risolverebbe niente. Merito di stare con qualcuno che mi ami e tu non lo sei.
Vorrei solo tornare a quando tu dicevi di essere mio marito
e io ci credevo.
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Niente paura! (Sono solo pensieri)
PoetryNon la definirei una raccolta di poesie, più che altro un groviglio di pensieri impigliati in mille parole non dette.