Il nostro primo incontro non fu affatto romantico, si poteva dire il contrario.
Quando ero giovane non ho mai amato le regole e avevo dei problemi di rabbia piuttosto frequenti, quindi non era raro che mi cacciassi nei casini.
Quella volta avevo distrutto la macchina della mia professoressa perché mi aveva dato un brutto voto che sinceramente non meritavo, mi ero impegnato davvero tanto per quel test.
Non era la prima volta che mi succedeva, l'ultima volta ero stato espulso, ma questa volta l'insegnante era stata indulgente.
Non fui espulso, ma dovevo fare lavori socialmente utili per qualche mesetto.
Entrambi i miei genitori lavoravano all'ospedale quindi non fu difficile, un modo anche per loro di tenermi d'occhio.
Solitamente mi facevano fare cose piuttosto inutili, come portare il giornale nelle stanze o intrattenere i bambini, ma quella volta ci fu un'emergenza e mia madre mi dovette chiedere di badare ad uno dei suoi pazienti mentre lei era ad occuparsi di un parto piuttosto problematico.
L'unica cosa che mi disse prima di sparire in sala operatoria fu il numero della stanza.
Ero frustrato e annoiato alla prospettiva di occuparmi dell'ennesimo bambino o anziano, ma quando aprii la porta non vidi né un bambino e tantomeno un anziano.
Steso sul lettino, pallido e con diverse flebo attaccate al braccio e al busto, una cannula nasale per respirare, c'era un ragazzo.
Sembrava avesse la mia stessa età e più avanti constatai che la mia deduzione era esatta, aveva solo diciassette anni.
Pensai che fosse comunque il ragazzo più bello che avessi mai incontrato, non appena mi avvicinai abbastanza per poter vedere il suo bel viso addormentato.
Non so ancora oggi con esattezza se quello fu effettivamente un colpo di fulmine o no, so solo che comunque ci misi poco tempo ad innamorarmi di lui.
Mi sedetti su una sedia accanto al suo lettino e lo osservai dormire.
Qualche secondo dopo, il ragazzo misterioso aprì gli occhi, rivelando i suoi meravigliosi occhi verdi.
Mi guardò per qualche secondo confuso, senza dire una parola.
"Sono morto e tu sei un angelo?" alla fine chiese.
Io ridacchiai al commento, ero ben lontano dall'essere un angelo.
Il vero angelo in quella stanza era proprio lui.
"Non sono un angelo" gli risposi con un sorriso.
"Non ti ho mai visto qui, sei un nuovo volontario?" chiese ancora.
Scossi ancora la testa.
"Servizi socialmente utili, come vedi il tuo caro angioletto è un piccolo teppistello" dissi con ironia e facendogli un sorriso accompagnato da un occhilino.
Lui ridacchió.
Ricordo ancora la sua bellissima risata, ogni volta che lo sentivo ridere sapevo che quella sarebbe stata una bella giornata.
"Mi chiamo Theo" disse.
"Liam" risposi con un sorriso "Allora Theo, come mai sei qui?" chiesi.
Mi pentii quasi subito aver formulato la domanda, perché il suo bellissimo sorriso svanì e mise su un'espressione triste.
"Ho un problema al cuore, sto aspettando per un trapianto ma...non ci sono cuori compatibili per ora" rispose mentre le lacrime riempivano i suoi begli occhi "Morirò"
"Hey no, non dire una cosa del genere" gli dissi stringendo la mano, stando attento a non muovere la flebo.
L'espressione che mi fece mi fa piangere il cuore ancora oggi.
Era così fragile.
"Non voglio morire, Liam" mi sussurró.
"Non morirai" dissi deciso stringendogli la mano "Ti piace la musica?" chiesi poi improvvisamente.
Lui mi guardò un po' stupito prima di annuire.
"Bene" dissi con un sorriso "Allora aspettami qui!" esclamai prima di sparire dietro la porta.
Corsi al reparto bambini e rubai una chitarra.
"Ehy!" sentii urlarmi contro ma me ne fregai.
Tornai da Theo con la chitarra e sorrisi sedendomi nuovamente sulla sedia accanto a lui.
"Canterò per te, qual'é la tua canzone preferita?" chiesi mettendo la chitarra in posizione.
Mi disse la sua canzone preferita e io iniziai a cantarla per lui.
Lo vidi chiudere gli occhi e sorridere mentre mi ascoltava cantare.
Li riaprí solo quando la canzone finì.
"Hai una voce bellissima" mi disse sinceramente.
"Grazie" sorrisi "La musica è una mia passione in effetti"
"Mai pensato di fare il cantante?" chiese.
Scrollai le spalle.
"Mai"
"Mi piace passare del tempo con te" mi disse poi.
"E io sono felice di averti fatto sorridere" gli dissi sinceramente stringendogli la mano "Ho sempre creduto che bisogna lasciare un segno e non vivere semplicemente"
"É una cosa saggia"
"Sono sicuro che tu hai lasciato un segno" continuai "A ogni infermiere che ti ha assistito, a ogni medico, a mia madre...e anche a me"
Theo mi sorrise ancora.
"Spero di vivere abbastanza per ascoltarti cantare ancora per me" mi disse.
"Verrò a suonare per te tutti i giorni" gli promisi.
"Grazie...non solo per questo, sono felice di avere qualcuno con me che non mi mostri solo preoccupazione" ammise "Se davvero morirò tra poco sono felice che tu mi abbia aiutato a sorridere e non mi abbia circondato di pianto e preoccupazione ovunque"
"Come ti ho già detto, sono felice di averti fatto sorridere, e continuerò a farlo tutti i giorni" gli dissi.
"Promessa?" mi chiese.
"È una promessa"
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Sweet Creature -THIAM
FanfictionLiam decide di raccontare la sua storia, la loro storia. (La storia è scritta dal punto di vista di Liam)