NAPOLI

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Napoli è una bestia strana.

È un luogo dove si scontrano ere e luoghi, nell'incidente più bello del mondo.

Un luogo dove antichi ed imponenti palazzi nobiliari lasciano spazio a grattacieli.

Un luogo in cui New York incontra Stalingrado.

Un posto a metà tra il viaggio all'indietro nel tempo e la più sfrenata fantascienza.

Una città che non conosce mezze misure, o la ami o la odi, e lei ti ama e ti odia con lo stesso, violento, sempiterno ardore.

Il nostro Tour incomincia con un ragazzo, un sognatore a cui piace immaginare la sua città in modo diverso da come sia effettivamente. Non troppo, però, solo quanto basta per ritenersi soddisfatto dal suo lavoro creativo.

Il nostro sognatore al momento è al porto, sul lungomare più bello del mondo, tra le luci della città (tanto per citare un film di Chaplin) e la brezza leggera del mare, ed è qui che decide di portare all'estremo il caos di Napoli, di darle quel tocco Cyberpunk che a lui sembra necessario, ora come ora, di trasformarla in quello Sprawl distopico a cui ci hanno abituati in Blade Runner o in Ghost In The Shell, dopotutto la città ha già l'aria di una metropoli futuribile, bastano pochi accorgimenti...

Ed ecco che sui palazzi compaiono spot proiettati sulle vetrate, sulle strade si vedono veicoli a giuda autonoma, delle sfreccianti Streamliner (che per lui non sono altro che dei getti di luce al neon) balenano nel cielo nero al posto delle stelle, dalla distanza una grossa nave da crociera, con un suono lungo e basso fa sentire la sua sirena, un suono tanto antico quanto eterno.

Sognando di essere un giorno su quelle pubblicità, come le maggiori stelle del SimStim, a reclamizzare un qualche prodotto che nessuno avrebbe probabilmente mai comprato (almeno, questa era l'opinione che aveva dei prodotti reclamizzati dai suoi idoli), ma sapeva benissimo di non avere uno straccio di possibilità: era troppo povero e non aveva la raccomandazione di ferro che avevano gli altri.

A questo punto il nostro sognatore decide di rivolgere il proprio sguardo da un'altra parte e decide di montare a bordo di una di quelle auto robotiche e di lanciarsi nel dedalo di strade che formano l'infrastruttura base della sua città, non va veloce quanto vorrebbe (non è lui a guidare ma un'IA di controllo e gestione che, per quanto avanzata, non riesce ancora a dissipare il costante traffico di questa versione nuova di Napoli), ma va sufficientemente veloce da fargli pensare di essere immerso nella Matrice, il dedalo di Bit che è solito esplorare per vari motivi (che purtroppo non sono di nostra competenza qui, ma che forse vedremo in un'altra opera), e "atterra" in un'altra parte della città che lo affascina: il Centro Direzionale.

Il Centro Direzionale, questa isola di grattacieli di progettazione Giapponese, dà al Sognatore l'idea di un qualcosa di innestato, come se fosse un pezzo di una città che è stato lanciato nella stratosfera e che poi è atterrato in città, e Napoli, adattabile e ricettiva come un panetto di creta, non ha deciso di rigettarlo come un organo trapiantato in malo modo, ha deciso invece di assorbirlo, di integrare nel suo tessuto questo corpo estraneo, banale tentativo della città di creare una City in uno dei quartieri meno adatti della conurbazione, ha su di lui una fascinazione estrema, non può fare a meno di immaginarsi come sarebbe un quartiere del genere se avesse infettato i suoi "vicini" con la sua aura di professionalità e il suo gusto estetico lievemente decadente, e allora si mette al lavoro...

Immagina uno Sprawl distopico, immerso in una notte perenne a causa della coltre di inquinamento dovuto ai gas di scarico delle industrie, un panorama splendido, terrificante e tremendo allo stesso tempo, degno della Night City della prima edizione di Cyberpunk, uno skyline all'Holo-Neon che renderebbe il buon William Gibson e il suo Boston-Atlanta Metropolitan Axis invidiosi della sua creazione.

Ma le cose belle non durano per molto, e quindi il nostro Sognatore deve riprendere il suo viaggio, si ritrasforma dunque in Elettrone e si reimmerge nel Cyberspazio, luogo in cui può succedere qualunque cosa, se solo la si sa codificare abbastanza bene, e si ferma per un po' al Vomero: il quartiere Chic della città, la zona ricca e alla moda, zona che, nella sua immaginazione, cambia di poco, Piazza Vanvitelli viene invasa dalle insegne olografiche, che sparano sulle nuvole che ricoprono la città i loghi dei rispettivi negozi: L'occhio a puntini di Salmoiraghi; i due coni col nastro di Fantasia Gelati; il logo dell'inutile banca corporativa che serve a Lady 3Jane Tessier-Ashpool per riciclare i soldi che accumula vendendo ogni genere di bene d'uso (legale o meno che sia) e la pila di linee spezzate, a significare che lì sotto c'è un TIM store e molti altri a contribuire al gigantesco Patchwork di colori contrastanti, ma che il nostro Sognatore trova lo stesso splendidi.

E via, per la terza volta diventa un grumo di dati sparato in quello che si è trasformato quello che oggi chiamiamo "Internet", si immagina di essere chissà chi, un famoso Fixer assoldato da un corporativo che voleva tenersi le mani pulite mentre indagava sui progetti più segreti della sua azienda per poi rivenderli ai cinesi... Quello stesso corporativo... Suo figlio, che giusto ieri ha rotto il suo terzo deck SimStim a furia di guardarsi filmati spinti con una che finge di essere Tally Isham...

Purtroppo il suo viaggio nel futuro è finito, deve tornare alla sua blanda realtà di cemento e noia.

Quindi svegliati...

Sveglia...

Sveglia, Samurai...

Abbiamo una città da bruciare...

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