La luna già splende in questo cielo color blu petrolio di settembre, come se già preannunciasse l'arrivo dell'inverno e, di conseguenza, del mio compleanno. Mi era sempre stato accennato il fatto di essere nata la gelida notte del solstizio d'inverno, dove la neve cadeva in gran quantità e con il suo bianco manto, ricopriva come una candida ma fredda coperta, le strade della città, immersa nel più totale dei silenzi. Ogni qualvolta mia madre mi raccontava di quel giorno, specificava il pungente freddo che si insinuava dentro, fino alle ossa. Come la neve, che le aveva riempito i capelli, cadendo con i suoi piccoli fiocchi.
Questa notte, di sicuro non sarà affatto uguale, ma guardando il paesaggio notturno mi era venuto in mente quello scenario, come la mia mente lo immaginava, come lo avevo sempre visto, ogni sera, ogni notte, all'arrivo del mio compleanno.
Il venticello soffia lieve, smuovendomi i capelli lasciati liberi sulle spalle e baciandomi il viso con le sue labbra fresche e piacevoli. Il mio passo è lento, malinconico, ma al tempo stesso sicuro e deciso. La scuola mi aspetta, una piccola avventura già vissuta in passato si sta per ripresentare. Non ho minimamente accennato a mia madre del mio ritardato rientro che sicuramente avverrà, ma di cui lei non ha la benché minima idea.
Infilo le mani nelle tasche della leggera giacchetta che indosso, così da ripararmi dalla brezza notturna che, certe volte, può giocare brutti scherzi.
Tutto intorno a me trasmetteva un senso di tranquillità, quiete, pace. Ma non riuscivo a togliermi di dosso la sensazione di essere osservata. Le percezioni non sono mai state il mio forte, ma in questo momento, so che c'è qualcuno che mi spia. Senza poterlo controllare, il mio passo si arresta. Volto il capo in più direzioni, specialmente alle mie spalle. Ma neanche una foglia si muove, anche se poco prima, il vento era costante nel suo movimento. D'un tratto, la pace e la tranquillità che provavo, svaniscono nel nulla, lasciando spazio all'ansia, alla paura. Vorrei gridare, ma chi mi sentirebbe? Non sono ben sicura di ciò che fare, anche se normalmente saprei perfettamente come agire. L'unica cosa che mi viene in mente di fare, è voltarmi, riprendere a camminare, accellerando il passo, facendo finta di nulla.
Non sono bene quanto possa funzionare, ma è meglio che starsene immobile senza far nulla, con il rischio che neanche un'anima possa vedermi o udirmi.
Fortunatamente la scuola si presenta in lontananza davanti ai miei occhi. Non sono molto in anticipo e, anche se ancora non c'è nessuno, non dovrebbe mancare molto al loro arrivo.
Non appena sono davanti al cancello principale, poggio la schiena sul basso muro di roccia che lo sorregge e che circonda l'intera struttura. Trovandomi ferma, il vento è quasi disturbante, poiché, più passa il tempo, più diventa lievemente freddo. Solo inoltrandosi nella primavera e in estate in questo paesino si riesce ad avvertire quel classico caldo estivo in cui puoi benissimo farti un bagno al mare. Caratteristica molto positiva di qui, siamo molto, molto vicini ad esso, anche più di quanto lo sia la città. Ma quando arriva settembre, il caldo saluta le nostre strade, con l'augurio di rivederci la primavera successiva.
Ripenso ad Hope, sicuramente se fosse venuta mi avrebbe dato un passaggio e non sarei stata qui a patire il vento con il rischio di prendermi un malanno. Ma è risaputo che lei detesta queste cose inquietanti. Per convincerla la prima volta a venire con me ho dovuto dirle una piccola bugia. Inizialmente non l'ha presa bene, ma mi offrii per farle da supporto e le porsi il mio braccio che avrebbe potuto stringere se avesse avuto paura. Dire che tornai a casa con il braccio gonfio e con un paio di ematomi è poco. Non ho mai capito il motivo di quel suo comportamento. L'unica cosa che abbiamo sentito era il vento che proveniva da uno spiffero in un vecchio nel muro che ormai cadeva quasi a pezzi. Nessuna luce, nessuna visione, nessun'altro rumore. Non mi aspetto certo che questa volta sia diverso, ma non mi dispiace tornarci. Be', se solo quei due si sbrigassero ad arrivare.
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Royal Blood
Hombres LoboArtemisia è una ragazza normale. O almeno, è quello che avrebbe voluto dire. In fondo, credeva di esserlo fin quando quegli occhi non hanno iniziato a popolare le sue notti, come un conto alla rovescia che ha raggiunto lo zero, il giorno del suo dic...