12. Contraddizioni

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Buonsalve!

Piccolo avvertimento:

Solitamente i capitoli si compongono di tre parti; questa volta invece temo che dovrete accontentarvi di due soli punti di vista (ciò non va ad intaccare la lunghezza del capitolo, anzi...)

Buona lettura!





12. Contraddizioni


Mi contraddico? Ebbene si, mi contraddico. Sono vasto, contengo moltitudini.

(Walt Whitman)



Blaise Zabini non era stupido, anzi si poteva dire che andasse molto fiero della suo sottile acume e delle sue spiccate capacità intuitive.

Ecco perché, quando iniziò ad assistere, con sempre maggiore frequenza, agli sguardi che Draco Malfoy ed Hermione Granger si lanciavano, da quel secondo sabato di Ottobre, il Serpeverde capì che doveva essere successo qualcosa di fisico tra i due Capiscuola.

Ovviamente non poteva sapere nei dettagli cosa, ma era pronto a giurare che il suo piano geniale fosse finalmente giunto a compimento.

Fu costretto, dalla propria impazienza ed eccitazione, ad interrompere Pansy durante una sua sessione di studio per raccontarle ogni suo sospetto.

Era domenica pomeriggio quando Blaise trovò Pansy ad uno tavolo della sala comune Serpeverde, intenta a scrivere il tema di Babbanologia sul romanzo babbano che le era stato assegnato dalla professoressa Tulip.

Blaise notò subito le profonde occhiaie sotto agli occhi dell'amica, ma non si preoccupò più di tanto; non era certamente la prima volta che Pansy esagerava, sobbarcandosi di troppo lavoro, e finiva col passare qualche notte in bianco pur di guadagnare qualche galeone in più.

«Sono abbastanza certo che Draco Malfoy ed Hermione Granger abbiano iniziato a fare sesso».

Pansy sussultò vistosamente e Blaise non ebbe tempo di offendersi — per quella reazione che dimostrava come la ragazza fosse stata troppo assorta nei suoi compiti, per rendersi conto dell'amico seduto da almeno due minuti accanto a lei — dato che i bellissimi occhi, sbarrati dalla sorpresa, della ragazza erano nei suoi.

Blaise si ritrovò a chiedersi da quanti giorni lui e Pansy non condividessero un momento di simile solitudine — un momento in cui il resto delle persone facevano da sfondo alla loro conversazione senza potercisi intromettere, un momento in cui c'erano soltanto loro due, vicini, a parlare di qualcosa che non riguardasse per forza i compiti, la qualità del cibo in Sala Grande o il meteo.

Fu con una fitta di sconcerto e malessere che si rese conto che non parlava da solo con Pansy da almeno tre giorni.

Ricordava l'ultima volta che aveva avvicinato l'amica in biblioteca; le aveva chiesto quando avrebbero potuto incontrarsi, per leggere insieme il nuovo racconto, così da avere la sua opinione al riguardo, e Pansy gli aveva detto con freddezza e una scrollata di spalle che non aveva tempo da perdere.

Si erano parlati i giorni successivi a quello sfortunato incontro, ovviamente, ma Blaise aveva evitato l'argomento "racconti erotici", convinto che non valesse la pena disturbare ulteriormente Pansy.

Ora però si trovava accanto a lei, proprio con l'intento di tenerla aggiornata su quel fronte e per qualche secondo, nel notare la stanca irritazione nello sguardo dell'amica, il sorriso gli si affievolì sulle labbra e il dubbio di aver sbagliato iniziò a premere contro il suo petto.

Forse quello non era il momento adatto per importunare Pansy con le sue sciocchezza.

Pansy si passò le mani sul viso, stroppicciando la pelle e gli occhi con gesti fiacchi, poi tornò a fissare Blaise, il volto arrossato dal recente sfregamento e gli occhi più stanchi che mai.

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