7. Nell'ufficio dei Capiscuola e PrefettiLa bellezza di un sorriso è mescolare in giuste proporzioni il finito e l'infinito
(Platone)
«Lo sanno».
Blaise sorrideva e Pansy non riusciva a raccapezzarsene.
Draco e la Granger, da quel poco che erano riusciti a vedere attraverso gli sporchi vetri della serra numero quattro, sembravano aver scoperto di essere entrambi vittima del medesimo scherzo. Com'era possibile che Blaise sorridesse?
Erano appena tornati nella sala comune Serpeverde, dopo esser stati per una ventina di minuti appostati al buio e al freddo ad osservare i comportamenti dei due Capiscuola all'interno della serra numero quattro. Avevano deciso di tornare verso il castello, subito dopo lo sfortunato incidente che aveva fatto scivolare, dalla tasca del mantello di Draco, la pergamena con la scritta "Leggimi" ben visibile e Blaise non aveva smesso di sorridere per un solo momento.
Pansy cominciava a preoccuparsi.
L'amico poteva aver erroneamente ingerito una qualche sostanza nociva? Qualcosa che gli impediva di togliersi dalla faccia quell'espressione colma di gioia e soddisfazione? O era forse semplicemente impazzito?
Pansy non poteva dirsi completamente sorpresa; erano anni ormai, che paventava il momento in cui Blaise avesse perso una volta per tutte la ragione — come si diceva l'avesse persa, poco prima di morire, suo padre, Cosimo Zabini.
Pansy non poteva fare a meno di provare un pizzico di dolore e senso di colpa; certa com'era di aver sbagliato a fomentare negli anni ogni strano comportamento dell'amico, invece di aiutarlo ad essere maggiormente equilibrato.
Sicuramente quest'ultima missione, questo malsano desiderio di mettere alla prova Draco Malfoy ed Hermione Granger, per scoprire se tra loro potesse esserci qualocosa in più di semplice e banale odio, doveva aver portato la delicata mente di Blaise all'inevitabile rottura.
L'unico rimpianto di Pansy, era quello di non aver mai trovato il coraggio di confessare a Blaise l'infatuazione che, da almeno un annetto, era certa di provare nei suoi confronti.
«Lo so, Pansy, c'ero anche io a sbirciare fuori dalla serra numero quattro, poco fa», disse alla fine il moro, rispondendo con largo ritardo alla constatazione che Pansy aveva fatto, appena avevano messo piede nella sala comune Serpeverde; erano almeno cinque minuti che avevano preso posto di fronte al camino, nel più completo silenzio.
«E non sei preoccupato?», Pansy si sentì stupida a porre quella domanda, forse perché il sorriso sul volto di Blaise non aveva tentennato o ceduto per neanche un secondo negli ultimi venti minuti.
Il sorriso del ragazzo vacillò, mentre spostava lo sguardo sul volto teso dell'amica: «Preoccupato? Perché mai?»
«Hanno scoperto il nostro piano!», esclamò Pansy, sporgendosi dalla poltrona su cui era acciambellata, i suoi grandi occhi scuri che scrutavano con sincera preoccupazione il Serpeverde.
Il sorriso tornò, più radioso che mai, sul volto di Blaise: «No, sciocchina, non hanno scoperto un bel niente, tutto quello che sanno, ora, è di essere entrambi vittime dello stesso scherzo».
Pansy premette le labbra in una linea sottile: «Chiamami sciocchina ancora una volta, Blaise, e ti lancio contro una Maledizione Senza Perdono».
«Posso chiederti a quale Maledizione stai pensando?», se possibile, il ragazzo sembrò ancora più entusiasta di prima.
«No».

STAI LEGGENDO
Be my sin
FanficBlaise Zabini si annoia terribilmente e decide di esplorare un nuovo hobby, Pansy Parkinson scrive i temi altrui in cambio di galeoni, Luna Lovegood continua ad essere la solita Luna di sempre (o forse qualcosa è cambiato?), Theodore Nott ha una tre...