Capitolo 6

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You look so wonderful in your dress

I love your hair like that

The way it falls on the side of your neck,

down your shoulders and back.

-Ed Sheeran

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-Ehi El, chi era quel ragazzo?-le chiede il fratello.

-Nessuno d’importante.- risponde alzando le spalle.

-Nessuno d’importante?!- urla Hanna, apparsa all’improvviso.

-Certo…- le dice trascinando leggermente la “o”.

-Stavi parlando con Chris Crowel. Hai anche il coraggio di dire che non è nessuno d’importante?!- risponde continuando a urlare.

-Ma dai, non è nessuno.- sbotta la ragazza.

-Va bene. Non è nessuno. Ti credo.- le dice il fratello, per poi girarsi verso Hanna e mimare, strizzando l’occhio, la frase “Non è vero”.

Hanna ride. È così bella la sua risata pensa Andrea.

Erano passate tre ore dal suo incontro con Chris quando Eliott si accorge di avere un bigliettino in tasca.

Stavano mangiando il gelato alla solita gelateria. Erano Andrea, Eliott, Kris, Hanna e Madie.

-Questo gelato è buonissimo.- esclama Eliott.

Nota bene: era l’unica che mangiava il gelato. Insomma, sono poche le persone che il 24 marzo mangiano un gelato. Gli altri bevevano un milk-shake o mangiavano un cornetto, nonostante fossero le due e non  avessero mangiato niente.

-Eliott, aspetta qui, vado a pagare.- le dice il fratello ma lei lo blocca con la mano libera.

-No, pago io, devo allontanarmi dalla coppietta disgustosa.- esclama facendo una faccia disgustata verso Madie e Karl che si stavano sbaciucchiando.

Lascia il suo gelato quasi finito in mano al fratello e va dal cassiere. Sta prendendo il suo portafogli dalla tasca quando nota il bigliettino. C’era scritto un numero.

Dopo aver pagato, prende il telefono e chiama il numero.

-Pronto? Salve, ho trovato il suo numero nella tasca dei miei pantaloni, non so chi lo abbia messo, volevo solo sapere chi è.- risponde un po’ incerta.

La risposta è una risata.

-Eliott?- risponde l’uomo dopo aver riso. Eliott conosce bene quella voce.

-Ma perché mi perseguiti?! Immagino che sei stato tu a metterlo.- sbotta, anche se in realtà sta sorridendo.

-Ti posso giurare che non sono stato io. Forse è stata Coco.- risponde Chris ridendo.

-Coco? Tua sorella?- chiede.

-Sì, venendo in palestra stavamo parlando appunto di te. Ti adora, lei. Merda!- impreca il ragazzo dall’altro lato del telefono.

-Che hai fatto?- gli chiede.

-Coco stava facendo un salto ed è caduta. Mi chiedo perché non smettiate di pattinare se vi fate sempre male.- spiega.

-Due cose. Posso?-

-Sì.-

-Tua sorella Coco è quella bimba con i capelli castani e la tuta obbligatoriamente azzurra? E, seconda cosa, non smettiamo di saltare o di pattinare perché la soddisfazione quando poi riesci a saltare o sali sul podio o la sensazione quando salti che solo tu, l’aria e il vuoto sotto i piedi è qualcosa che se non pattini non puoi capire.-

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