Kurt

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Auschwitz 13 aprile 1945.
Godo. Mi diverto nel vedere Alma soffrire così, senza una via d'uscita. Il fatto che abbia gli organi pubici frantumati e, soprattutto, ogni volta che la scopo come la puttana che è, soffre disperatamente, mi mette addosso un'eccitazione mai provata prima. Come ho sempre detto, da quando la conosco, assomiglia tantissimo a Teresa Greco, che sia la la figlia? Devo scoprirlo.

È una sera di un mese dopo, sto andando a trovare quella troia di Alma nella sua cella, sempre sorvegliata da Müller il quale, appena vedo sulla sedia addormentato sullo schienale, le braccia conserte e la gamba destra sul ginocchio opposto, faccio scattare il mio piede.

<<Müller, sveglia!>> Gli grido.

Salta subito in piedi sull'attenti appena mi vede, sopratutto notando il mio sguardo. Sto per aprire bocca quando, dalla cella dove ho rinchiuso Alma, sento dei gemiti e dei pianti disperati. Questa è la fine non solo di Müller ma anche della giovane.

<<Sei un uomo morto!>> Gli dico caricando il grilletto e sparandogli alla tempia, facendolo a sua volta cadere a terra, senza permettergli di ribattere.

<<Alma!!>> Le grido entrando.

Rimango scioccato sulla scena a cui assisto: è stato un falso allarme, Alma non stava scopando con nessuno, semplicemente si sta agitando sul letto per dolore che sente alle parti intime. Deve farle proprio male. Mi volto verso Müller e capisco che non posso più farlo tornare indietro.

<<Tenente Kotler mi fa malissimo l'intimità, vi prego non violentatemi più, ve ne prego. Un'altra cosa come questa e muoio, veramente!>>

Le prendo il muso tra le mani, non avrò pietà di lei, la tormenterò fino a quando deciderò di ucciderla, perché arriverà il momento, la beccherò veramente con qualcuno che non sarò io e allora sì che farò una strage.

<<E tu pensi che basti questo per farmi compassione eh? Lurida puttana che non sei altra. Pensi di fregarmi vero? Sai, ho il sospetto di chi sia tu!>> Le dico con gli occhi invasi dal fuoco.

<<Chi?>> Mi chiede con gli occhi

La spintono verso la testiera del letto e, legandole i polsi alle manette, esattamente come le caviglie, le infilo il dito medio nella vagina che brucia da impazzire. Godo vederla così. Più urla di dolore, più sono contento.

<<Ahhhhh.... tenente, basta, vi supplico smettetela!>> Mi urla.

Ne ho abbastanza delle sue grida di terrore, del suo essere così puttana e traditrice al tempo stesso. Un'altra mossa sbagliata da parte sua e non le perdonerò più niente: la prenderò a frustate e fucilare davanti tutta Berlino.

<<Taci Alma. Comunque sappi che assomigli tanto a quella troia di Teresa Greco, è una tua parente per caso? Me la sono scopato due mesi fa e poi l'ho fucilata esattamente come farò con te!>> Le chiedo con voce rauca e fermando le dita.

Non risponde, abbassa lo sguardo e non lo alza più, fino a quando intervengo io.

<<Sei pregata di rispondere!>> Le dico secco.

Mi guarda in maniera dolce e innocente.

<<Non so chi sia, dovete credermi!>> Mi risponde con timidezza.

Dimentico questa sua risposta, la cancello definitamente dalla mente per poi accorgermi che è abbastanza umida; fatto sta che le entro dentro in maniera brutale, tale da farla gridare e a me sorridere amaramente.

<<Alma... se vengo a sapere che mi hai mentito, ti punirò come meriti e questa volta sarà la tua fine!>> Le dico aumentando le spinte.

Segreti familiari Where stories live. Discover now