Kurt

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Auschwitz, 23 febbraio 1945
Mi chiamo Kurt Kotler, ho trentatré anni e sono un tenente nazista di Berlino, capitale della Germania, infatti il mio compito è sempre stato quello di prendere quei maledetti ebrei e chiuderli dentro al campo di sterminio. Sono un uomo intransigente, spietato, sopratutto nei confronti di persone inferiori come ebrei e prostitute. Il mio compito è stato quello di portare la pace nella nostra nazione, far diventare ancora più ampio il paese tedesco.

È una mattina invernale, sono davanti al cancello che racchiude il campo: ho indosso la mia solita divisa da tenente e in mano un fucile nero legato a tracolla. All'improvviso vedo una figura femminile che mi fa eccitare un tantino, ovvero una ragazza sui vent'anni, dire che è bella mi sembra poco, è stupenda, la quale vedo che da lontano si sta avvicinando poco a poco. Decido di andarle incontro, accompagnato dal mio intrigante sguardo.

<<Buongiorno tenente!>> Mi dice timida.

La squadro dall'alto in basso. Assomiglia tantissimo a quella puttana di Teresa Greco, una prostituta che ho tenuto nella prigione della gestapo, torturandola abusando di lei.

<<Ciao piccola, come ti chiami?>> Le chiedo guardandola in maniera seducente.

<<Al-Alma, non so come ci sono capitata qui!>> Esclama timida e guardandosi intorno.

<<Non so da dove vieni, ma ti assicuro che non ti aspetterà una vita facile. Ti rinchiuderò nella prigione della gestapo, sei una prostituita e devi essere trattata come tale!>> Le dico afferrandola dal polso in maniera salda.

<<No, no, lasciatemi. Non sono una prostituta. Voi siete il tenente Kotler vero?>> Mi chiede. Tutti mi conoscono, ed è giusto che lo faccia anche lei.

<<Si, vedo che sei informata. Forza muoviti!>> Le dico trascinandola verso il treno dove abbiamo trasportato gli ebrei.

Il tragitto dal campo fino alla prigione della gestapo dura venti minuti. Appena arriviamo incontriamo il mio collega, un mio caro amico, Müller.

<<Apri la porta a questa puttana, veloce!>> Gli ordino in piena autorità

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<<Apri la porta a questa puttana, veloce!>> Gli ordino in piena autorità.

Lui obbedisce e, appena ci troviamo dentro la stanza la butto sul letto. Alma mi guarda in maniera innocente, vuole che la libero fin da subito ma non lo permetterò.

<<Tenente Kotler, vi supplico, non sono quella che pensate. Sono una ragazza come tante altre, veramente!>> Mi dice inginocchiandosi davanti a me in fase di supplica.

<<Taci, stai zitta lurida schifosa che non sei altra. Adesso, prima di andarmene pretendo un delizioso servizio, avanti!>> Le dico afferrandola per i capelli delicatamente.

Segreti familiari Where stories live. Discover now