Chapter 1

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La figlia di Voldemort.

Mi rimuginavo quelle parole nelle mia testa da quando avevo messo piede in questa terra, perché dovevo essere proprio io?

Mi chiamo Gaia, Gaia Riddle, porto il cognome più temuto di tutti i maghi dei nostri tempi e se avessi avuto l'opportunità di cambiarlo, avrei fatto ogni sacrificio a me possibile, pur di non portare avanti il nome di questa famiglia...mi veniva ribrezzo solo a pensarci.

Vivevo in questa enorme Villa o meglio dire ALBERGO, visto che circolava gente ogni giorno, soprattutto i Malfoy, dio i Malfoy quanto li odiavo, l'unica era Narcissa, lei potevo definirla come una madre.

Mia madre non l'avevo mai conosciuta, all'età di tre anni mi lasciò a mio padre Voldemort, dove aveva avuto già una figlia insieme a sua moglie Bellatrix, Delphini Riddle.

Insomma possiamo definire che lei era la figlia perfetta: serpeverde, la figlia più grande dei due maghi più potenti, carattere duro come quello della mia matrigna e abile nella magia quanto mio padre; e poi c'ero io, la piccola Gaia Riddle, l'opposto della sorellastra mai sopportata: grifondoro, manipolatrice, la più piccola ma la più furba della famiglia e anche se non ho mai conosciuto mia madre, sono sicura che era stata molto più potente di Bellatrix, ne avevo ereditato tutta la sua capacità negli incantesimi e pozioni, infatti non c'era duello in cui non mettessi Delphine al tappeto prima di due magie compiute su di lei.

Odiavo vantarmi, ma se Delphine non avesse portato così tanto rancore nei miei confronti, non mi avesse deriso davanti a tutta la scuola, quando ancora ero incapace di difendermi, forse e ripeto forse potrei portarle il rispetto a lei debito, ma sfortunatamente lei non potrà mai ricevere il mio rispetto e tanto meno la mia matrigna, che al mio smistamento in grifondoro aveva proposto di cacciarmi di casa.

Dimostrai di sapermi far valere quanto loro tutti serpeverde e fu così che mio padre minacciò sua moglie di ucciderla se non mi avrebbe trattata come tale, eppure ogni volta che la incrociavo, per sbaglio, nella Villa, mi squadrava come una stolta bambina di 12 anni, che se non ha la meglio su di tutti non è contenta.

Dopo 17 anni vivere così mi era divenuto impossibile, ringraziavo costantemente che ad Hogwarts avevo trovato dei fantastici amici, i miei migliori amici: Ron Weasley, Harry Potter e Hermione Granger, poi fortunatamente ero legata in particolare con tutti gli altri membri della mia casa.

Vivere ad Hogwarts era un paradiso, se non fosse stato per la costante presenza di Delphine e Draco; eh si nemmeno con quel sudicio di un Malfoy avevo un buon rapporto.

Io mi chiedo come fosse possibile che avessero amici quei due, neppure loro si sopportavano più di tanto, se non che la mia sorellastra ha una cotta per lui da quando avevamo 10 anni ed è pure più grande di Draco di un anno, che bassi standard che aveva quella ragazza.

Vedere nei corridoi Delphine non era un problema, successe più di una volta che mi derise davanti a tutti, ma io gli risposi sempre a tono; il vero problema era quel macigno di Draco, ogni giorno mi tocca vedere quella sua faccia tosta, nei corridoi, in classe, in biblioteca...insomma avendo la stessa età è palese che ci vediamo costantemente, soprattutto perché seguiamo le stesse materie.

Io e Draco avevamo la stessa età e due caratteri molto forti, ma forse su questo mi aveva sempre un po' sconfortato, il suo volto era impassibile a qualsiasi cosa potesse succedere, la sua indifferenza nelle cose che li stanno attorno, fregandosene dei problemi altrui, da una parte ammiravo questo lato del suo carattere, invece da un altro lato avrei avuto l'impulso di piantarli sul viso un bello schiaffo.

Ogni litigata avvenuta con lui non finiva mai bene, da piccoli siamo arrivati molte volte a picchiarci, mentre con Delphine non successe mai, temeva il mio potere e quello che potessi farle, infatti solo a 8 anni le lanciai un crucio con la mia bacchetta, facendola stare male per una settimana. Non mi spiego tutt'ora come a quell'età così giovane riuscì a scagliarli contro un incantesimo del genere.

Mi toccai il polso e mi tornò in mente il vecchio morso, che Draco aveva tralasciato nella mia pelle quando una volta per sbaglio entrai in camera sua, non glielo avevo mai perdonato. Mi ricordo che per vendicarmi gli avevo tagliato una ciocca di capelli mentre dormiva, il giorno dopo quando si risvegliò piagnucolò per ore, puntandomi il dito e incolpandomi, ma io negai e nego tutt'ora di essere stata io.

"Sorellina andiamo che sono arrivati gli ospiti!" brulicò quelle parole con tanta amarezza Delphine, che evitai di risponderle e mi limitai ad assimilarle.

Mi guardai velocemente allo specchio, quell'abito nero e stretto non lo sopportavo, non lo avrei mai messo se non me lo avessero costretto i miei genitori; mi arrivava leggermente più in basso del sedere e nella parte alta era sorretto da delle spalline trasparenti.

Controllai i capelli ed erano leggermente spettinati, non avevo voglia di pettinarmeli, quindi uscì dalla stanza senza degnarmi di preoccuparmi della mia acconciatura e notai Delphine attendermi davanti alla mia porta; appena me la ritrovai di fronte rimasi leggermente sorpresa dall'abito che indossava: un vestito lungo con farfalle nere disegnate lungo l'indumento, non mi faceva impazzire, ma mi complimentai con lei e in tutta risposta ricevetti "per tutti i merlini! Ti sei vestita al buio?"

A quella sua frase il fuoco si fece strada dentro di me, strinsi i pugni infilando le mie unghie nella pelle, provocandomi diverso dolore, ma in quel momento il disprezzo per lei superava ogni cosa.
Veramente aveva avuto coraggio di parlare di me? Indossava un abito a farfalle nere, degli stivali blu e un fiocco verde approdato tra i suoi capelli neri, almeno io vestivo un solo colore: un vestito nero e degli stivali che superavano leggermente la caviglia, del medesimo colore.

Sbuffai superandola e mi incamminai verso la scalinata, dove tutti i presenti ci attendevano, ovvero i miei genitori, la famiglia Malfoy ed altre persone di cui non avevo la minima idea di chi fossero.
Mi sentivo così osservata mentre percorrevo quella maestosa scala e cominciai a sudare dall'agitazione, allora portai le mie mani dietro la nuca e cominciai a farmi una coda alta.

Arrivata al termine della lussuosa scalinata al mio fianco si appostò Draco, porgendomi un braccio per portarmi al tavolo, notavo quanto lui fosse stato costretto a fare quel gesto, ma non mi sarei degnata di essere accompagnata alla cena da uno come lui.
Lo sorpassai tenendo il mio sguardo diritto finché non incontrai gli occhi di mio padre, mi fulminarono.

Presa dalla paura mi voltai e squadrai Draco da testa a piedi, indossava quel suo completo nero e immaginavo quanto Delphine stesse rosicando in questo momento, volendo essere lei ad essere accompagnata al tavolo.

Mi porse il suo braccio e cautamente attorcigliai il mio al suo, un senso di vergogna mi pervase su tutto il corpo. Stare di fianco a lui mostrava quanto io fossi più piccola di lui, ma non incapace come tutti e Draco stesso pensavano.

Rimanemmo gli ultimi della fila e il profumo di colonia del biondo continuava a percuotermi le narici, se solo se ne fosse messo di meno. "Imparerai mai a metterti meno profumo è così" lasciai ricadere nella stanza un leggero starnuto "invadente"

"Chiudi il becco nana!" sibilò stringendo la presa al mio avambraccio, mi girai furiosa verso i suoi occhi, ma fui divorata dal suo sguardo che mi intimorì alla sola vista.

Socchiusi leggermente la bocca e il mio viso si contrassegnò a osservarlo con aria schifata, ma non sarebbe finita lì...avevamo ancora un'intera serata da passare insieme, avrei avuto la mia rivincita per come mi si era rivolto! Non ero una semplice persona, facevo comunque parte della sua famiglia anche se non di sangue, io c'ero sempre stata.

"Malfoy sappi che c'è un'altra Riddle che ti attende tanto vogliosa" lo schernì mollando il suo braccio e riferendoli un'occhiataccia, in tal modo capì di aver già messo in chiaro la situazione della serata: litigata.

Mi afferrò violentemente la mano "non farmi fare brutta figura" ma io spostai la mia dalla sua, posando le mie braccia dietro la schiena e continuai a camminare con lo sguardo rivolto in avanti "non terrò la mano ad uno come te!" sussurrai avvicinandomi al suo volto infastidita dal suo comportamento e così fu, entrammo senza neanche degnarci di uno sguardo, di una parola, di un tocco, se non che Draco usò la povera cortesia che gli era stata insegnata e mi spostò la sedia prima di sedermi.

Only Mine; Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora