Capitolo 72: Ascoltami

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~Bakugo POV~

Continuo a guardare il mio Omega, seduto al fianco del suo stupido lettino scricchiolante, accarezzandogli la mano, stretta tra le mie e premuta con forza sulle labbra spaccate.

<Dio... cosa ti hanno fatto piccolo.> sospiro, accarezzandogli la guancia piena di lentiggini, facendo risuonare la mia sola voce all'interno della stanza vuota.

Sarei dovuto arrivare prima.

Avrei dovuto proteggerti.

Fin dall'inizio.

<Deku, i-io... non so se mi senti ma i dottori hanno detto che puoi farlo, anche se la trovo stupida come cosa, non credi?> sbuffo con un mezzo sorriso sbilenco, arrestandomi immediatamente quando sento bussare alla porta; non mi curo minimamente di rispondere o alzare lo sguardo per controllare chi sia appena entrato.

<Giovane Bakugo, come ti senti?>

Lancio una fugace all'Hero biondo, ringhiando appena.

<Sul serio? Non ha una domanda migliore?>

<Scusa ragazzo... è che->

<Si, sarebbe stato inutile in missione. Lo so.> gli sputo contro queste parole, mettendolo visibilmente a disagio.

<Bakugo-kun, All Might.> ci saluta il sensei moro, entrando.

Riporto la mia attenzione su Izuku, alzandomi pochi istanti in modo da sistemargli meglio il cuscino sotto la testa; passo il pollice sulle sua labbra socchiuse, rassicurandomi profondamente nel sentire il suo caldo respiro, nonostante sapessi perfettamente che è solo profondamente addormentato.

Quelli mi guardano qualche istante in completo silenzio; le conosco bene quelle espressioni.

Colpevoli.

<Perché siete venuti?> chiedo, tentando di reprimere quell'istinto primordiale che continua ad incitarmi imperterrito a ringhiare, mostrare le zanne, fare ogni cosa in mio potere per nascondere l'Omega agli occhi di tutti.

Mi trattengo.

So che non gli piacerebbe.

Non sono coglione.

<Volevamo vedere le vostre condizioni e... se sei d'accordo, informarti sulle varie cose successe durante l'operazione. Kirishima-kun ci ha pregato di riferirti che stanno tutti bene e gli altri tuoi compagni continuano a voler vedere Midoriya, cosa che per ora gli è proibita date le circostanze.>

<Ha bisogno di riposo.> sentenzio, non guardandoli nemmeno.

<Lo sappiamo... la signora Midoriya?> chiede All Might, avvicinandosi di un paio di passi alla brandina.

<Mia madre l'ha trascinata a casa per farsi una dormita. Voleva stare qua, ma ha deciso di approfittarne per prendere un cambio di vestiti e altre cose... per quando si sveglierà.> parlo senza avere un reale tono nella voce.

<È una buona cosa, anche tu dovrest->

<Io non mi muovo.> ringhio questa volta, aumentando la presa sul mio compagno.

<D'accordo, tranquillo ragazzo.>

Tranquillo?

Tranquillo?!

Come stra cazzo dovrei fare esattamente?!

È già da due giorni che dorme ininterrottamente.

<Quando le acque si saranno calmate, la polizia ha chiesto di voler parlare anche con te e con il giovane Midor->

<Quei bastardi vogliono interrogare una persona in coma farmacologico?! Che ci provassero!>

<Ok... questo è quanto. Cerca comunque di chiudere gli occhi per qualche minuto Bakugo-kun.> parla ancora il sensei, trascinando il biondo con gli occhi lucidi via dalla camera.

Mi lascio trascinare dal debole ritmo del suo respiro, accarezzandogli una guancia e chinandomi verso di lui, baciandogli la fronte.

<Ehy, piccolo.>

Decido di mettermi in parte a lui, in quel letto scomodo, sdraiandomi e stringendomi al suo fianco, accarezzandolo senza sosta.

Abbasso lo sguardo sul suo ventre, nascosto sotto le coperte, decidendo di scostarle dal suo corpo; gli alzo di poco pura la maglia leggera, scoprendo quegli odiosi e stretti bendaggi.

Rimetto tutto a posto, coprendolo per bene con il lenzuolo fin sopra il petto, abbracciandolo e lasciandogli vari baci sulla tempia.

Lo coccolo, forse più per rassicurare me stesso che il mio compagno, inspirando il suo odore, debole come non mai.

Ma non inesistente.

C'è.

Ed è questo che conta.

<Sai Izu... ti ricordi tutte le notti passate insieme da piccoli? Parlare dei nostri idoli, degli ultimi giocattoli che avevamo comprato, dei nostri sogni, di All Might... finivi sempre per addormentarti prima di me e stavamo in questa stessa posizione. No, certo che non te lo ricordi, probabilmente sto parlando al vento ma adoravo quei giorni. Non lo dire in giro però, sono stato chiaro? Ti farò esplodere e continuerai a chiedermi di fare meno casino, chiamandomi Kacchan di qua, Kacchan di là. Va bene piccolo?> mi permetto una lieve risata, passando le dita tra i suoi morbidi riccioli verdi.

<Magari avremmo potuto farlo anche alle medie; se solo non mi fossi comportato così tanto da stronzo. Non ti chiedo di perdonarmi piccolo... però mi dispiace davvero, per ogni cosa.>

Sospiro, posandogli una mano sul petto che si alza e si abbassa con esso.

Guardo il fastidioso e ticchettante orologio appeso alla parete opposta, costatando che oramai sia già scoccata l'ora di cena.

<Suppongo che non ti sveglierai per mangiare, vero? Non voglio sapere che razza di schifo ti rifileranno. Tornati a casa dovrai lodarmi per i piatti che ti preparerò.>

La porta viene aperta per l'ennesima volta, da una delle infermiere; è molto giovane e si stupisce nel ritrovarmi steso sul materasso.

Tuttavia non dice nulla, controllando chissà cosa con i valori di Izuku, accennando un leggero sorriso.

<Qui è tutto ok. Siete parenti?>

<Ti sembriamo parenti per caso?> ringhio, guardandola di traverso.

<In effetti... comunque, basta solo avere un po' di pazienza, vedrà che tornerà in piedi molto presto.>

La ignoro, facendo una smorfia, voltando il viso del cespuglietto verso il mio, nascondendolo ad occhi indiscreti.

Quelle esce dopo aver scritto qualcosa su una cartellina che si porta dietro, richiudendosi la porta alle spalle.

Bacio l'Omega sulle labbra, lentamente, sfiorandolo appena.

<Ti amo Izuku. Hai capito? Ti amo. Forse dovrei dirtelo più spesso.>

Guardami - Bakudeku OmegaverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora