𝐈𝐈𝐈. Sotto e sopra la luce

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Vedere le vie di Roma così deserte anche dall'alto è veramente magico

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Vedere le vie di Roma così deserte anche dall'alto è veramente magico. Non credevo sarebbe mai stato possibile guardare la capitale vuota sommersa di luci.

Le colonne del Foro Romano, illuminate dal basso, sembrano fori delle ali della notte. Il Colosseo, invece, una voragine scompigliata di lumi. I monumenti del Vaticano, rubati alla città eterna, li ho visti tutti lungo una nuova prospettiva di stelle cadute... ma quanto sei bella, Roma! Sei quasi più bella tu sotto di me con le tue luci che il cielo con i suoi astri.

Ricordo ciò che disse Alberto Sordi, uno dei tuoi figli prediletti: «Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi.» io la sto attraversando in punta di piume, leggera, invisibile, silenziosa... non sei solo un museo, sei tutto ciò che di più bello ci sia in questo inferno mortale: un tempio immortale.

Mi viene in mente ciò che il poeta russo Iosif Brodskij scrisse nelle Elegie romane: «Io sono stato a Roma. Inondato di luce. Come può soltanto sognare un frantume! Una dracma d'oro è rimasta sopra la mia retina. Basta per tutta la lunghezza delle tenebre.» Dio! Se devo morire, cadendo in questo oceano accecante di luci durante il coprifuoco, così sia! La tua magnificenza, Roma, mi sta illuminando talmente tanto che non posso non soccombere al fine della mia vita: cedere al buio.

«Oh, insomma!» sbuffa l'angelo, spazientito. «Sara, la pianti o no?»

«Cosa ho fatto adesso? Sono stata zitta...»

«Io sento i tuoi pensieri e ascoltarli così da vicino mi deconcentra!»

Ma perché ,nel mio magnifico sogno del trapasso, c'è un angelo della morte, avvenente per carità, ma pacato come le pale di un ventilatore al massimo? Un po' antipatico... forse avrei dovuto riguardare meglio i miei gusti in fatto di uomini.

«Antipatico?!»

Si ferma a mezz'aria, mi fissa truce e offeso. Ma allora sul serio può sentire i miei pensieri?

«Certo che posso! Pronto!? Sono il tuo angelo custode! E ti ribadisco: non stai morendo e non sei morta! Non stai sognando Sara, svegliati!» strilla.

«Non gridare! Se tu senti i miei pensieri non significa che io debba diventare sorda!» un momento... ha senso questa frase? Forse avrebbe avuto senso se avessi detto "muta" invece di "sorda".

«Sara, tu non sei mai muta. Smettila di pensare a vuoto!»

Le sue ali si arrestano, non sbattono più. Lui si avvolge su di me, intorno ci sovrasta un turbinio di piume bianche. Il mio cuore batte celere come i bonghi africani per la sensazione di star precipitando di nuovo. L'uomo mi tappa la bocca. Rimane in silenzio mentre fa cascare sulla città le nostre figure, così avvinghiate da sembrare una sola.

Ho visto la mia vita, ho visto un angelo, ho visto le nuvole, ho visto il vuoto, ho visto la luce e, adesso, mi preparo alle tenebre.

Lui dispiega le ali poco prima dello schianto e i miei piedi toccano delicatamente il suolo. Guardo sotto di me e vedo che, in realtà, stanno calpestando le tegole di un tetto, non un tetto qualsiasi: enormi angeli in bronzo, a destra e sinistra, che guidano un carro trainato da cavalli? Cupole ecclesiastiche davanti a me, intervallate da palazzi di ogni sorta? I miei piedi nudi sono sull'altare della Patria!

𝑽𝒐𝒄𝒆 𝒅'𝒂𝒏𝒈𝒆𝒍𝒐: 𝑺𝒂𝒓𝒂 𝑨𝒍𝒈𝒉𝒊𝒆𝒓𝒊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora