Capitolo 3

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"Non pensavo saresti venuto" quasi pianse Persefone, ancora abbracciata a lui. Ares era appoggiato ad un bancone e non mi salutò nemmeno, limitandosi a guardarmi. Io subito arrossii, sentendomi a disagio di fronte a tanta potenza.

Trasudava guerra e prepotenza da tutti i pori.

"Afrodite è un incanto e un piacere vederti" mi riferì Ade ancora con un braccio sul fianco di Persefone. Distolsi lo sguardo da Ares e fui lusingata dal ricevere queste parole dal più grande e antico Dio. "Anche per me Ade" sorrisi con il capo chino in segno di rispetto. "Ora fa la timidina" sorrise Persefone. Io diventai rossa come un pomodoro e la fulminai con uno sguardo. Vidi Ares fare un sorrisetto. "Sempre perfida mia regina" le rispose Ade guardandola negli occhi. "Non credo di avervi mai presentati a dovere" continuò lui rivolgendosi a me e ad Ares. "Ares Afrodite, Afrodite Ares" disse Persefone continuando al posto di Ade. Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante in cui io diventati veramente troppo rossa. Mi schiarì la voce "Piacere" dissi schiarendomi la voce. Mi comportavo come una bambina di cinque anni e mi detti mentalmente una sberla da sola. Ares non si degnò nemmeno di rispondere, limitandosi ad un cenno con la testa. Così facendo i suoi ricci neri si mossero, non avevo mai visto capelli così belli. "Fidati più lo conosci più diventa simpatico" s'intromise Persefone. Ne dubitai.

"Oh Ade vecchio mio" vedemmo venire verso di noi Zeus, Dio dei Fulmini e padre degli Dei. "Oh no ci risiamo" sbuffò sottovoce Persefone. "Direi che è un piacere vederti ma non lo è" sentenziò il Dio degli Inferi. "Mi mancava la tua schiettezza" sorriso come se nulla fosse Zeus. "Vi prego venite con me, ti devo parlare su questioni relative alla Terra, ovviamente porta pure la tua graziosa Persefone" disse sorridendo malizioso. Poi vedendomi i suoi occhi luccicarono "Saluti anche a te Afrodite" e mi baciò la mano. Contando che non si ricordava neppure di essere mio padre, provai pena per lui e subito tolsi la mano. Anche se gli dei non rendono conto dei legami parentali. Non degnò il dio della Guerra nemmeno di un saluto, forse non voleva farlo adirare. Subito se ne andarono, nonostante la poca voglia da parte di Ade che probabilmente voleva solo godersi Persefone e quest'ultima guardandomi mosse le sopracciglia su e giù tirando delle occhiate verso Ares. La odiai per avermi lasciata sola con lui.

Eravamo rimasti io e lui, ancora appoggiato al tavolo con le braccia incrociate. Era molto più alto di me, gli arrivavo sulle spalle, quindi per guardarlo in viso dovette alzare la faccia. "Non sforzare troppo la voce mi raccomando" dissi spiritosa, cercando di rompere la tensione. Lui mi degnò solo di uno sguardo, per nulla divertito. Direi che più che altro era rilassato, ovviamente per quanto possa essere rilassato un dio della Guerra. "Sembra che la mia presenza non sia gradita, ci vediamo in giro allora" dissi sperando in cuor mio che mi fermasse.
Ma non lo fece e un pò triste, mi separai da lui. Ero arrabbiata e non sapevo nemmeno il perchè, forse aveva usato i suoi misteri contro di me. O forse cercavo solo una scusa per il mio comportamento.

Mi recai ad un banchetto di vino, dall'altro lato della sala. Il più lontano possibile da lui. "Ti stai divertendo?" chiese una voce alle mie spalle. Io sobbalzai "Perdonami non volevo spaventarti" continuò preoccupato. "Figurati, mi hai colta impreparata" e sorrisi vedendo che era Apollo, dio del Sole. "Vedo che ti piace il rossetto" iniziò la conversazione. "Ormai è il mio preferito" sentenzia sentendomi a mio agio. Lui sorrise imbarazzato. Era veramente bello vedere come i suoi occhi marroncini chiaro s'intonassero con i suoi capelli biondi, di certo era un bellissimo uomo. Ma era lontano anni luce da provocarmi le sensazioni che pochi minuti fa mi ha fatta sentire un'altra persona. Sorseggia il vino, benedicendo Bacco che ogni volta procurava bevande così buone. "Non hai risposto alla mia domanda" continuò imperterrito Apollo. "Scusami hai ragione, no sinceramente non mi sto divertendo, ma stranamente nemmeno annoiando" affermai con calma ripensando agli eventi precedenti. "Tu invece?".

"Ora sto proprio benissimo" disse guardandomi negli occhi. Io deglutii e spostai gli occhi dai suoi, non volendo quelle attenzioni. "Oh ne sono felice allora" e sforzai un sorriso. Le nostre mani quasi si sfioravano e feci finta di sistemarmi la coroncina per allontanarle. I suoi gesti mi sembravano sbagliati, anche se era una splendida persona, non solo esternamente.

"Dei e Dee grazie a tutti per essere venuti oggi in questo giorno speciale, vi prego di accomodarvi e che il cibo sia di vostro gradimento" disse a tutta la sala Zeus pavoneggiandosi. Colsi l'occasione, con la confusione generale, di allontanarmi da Apollo, per andare da Persefone che vidi poco distante da me che parlava con mia madre.

"Madre" dissi abbracciandola di spalle. "Afrodite, che bello vederti" rispose lei fingendo un sorriso. Vidi Persefone con la testa bassa, triste. "Successo qualcosa?" dissi preoccupata. "No tesoro, tranquilla. Ora siediti pure io sarò a qualche posto di distanza" mi rispose mia madre apprensiva. La lascia andare e richiesi a Persefone se andasse tutto bene. "Oh Afrodite mi dispiace tanto" disse lei prendendomi le mani. Io la guardai confusa. Ma non feci in tempo a dire nient'altro che Ade la trascinò via, sulla parte opposta del lato.

Sconcertata mi sedetti, mi accorsi che seduto davanti a me c'era Ares che parlava con Ade, a quanto pare era a lui l'unico a cui parlasse, posizionato affianco a lui e con Persefone al suo fianco. Mentre vicino a me vi erano Eros e Ermes, messaggero degli dei. Scambiai due chiacchiere con quest'ultimo che mi disse che era ben felice di rivedermi. Gli risposi più che altro a monosillabi perchè non avevo per niente voglia di parlare. Con Eros non c'era nemmeno bisogno di forzare una conversazione, era impegnato a chiacchierare con una ninfa delle paludi.

Mangia poco niente, vedendo che mia madre e Persefone si scambiavano sguardi ambigui. Mentre notai Ares qualche volta, molto raramente, guardarmi. In quei momenti ormai era automatico arrossire. Finimmo tutti di mangiare, quando Zeus si alzò dalla sedie e veloce andò su un piccolo palco posto dietro di me. Gli dei su questo lato del tavolo si girarono, compresa me.

"Spero vi siate goduti lo splendido banchetto di stasera, vorrei concludere la serata con una splendida se non fantastica notizia. Riguardante un matrimonio". Mi ritrovai a sorridere, amavo i matrimoni. Di solito aiutavo Era, dea protettrice del matrimonio, nei preparativi. Non era per niente un peso per me. Anche se a volte Era si faceva prendere troppo sui racconti di Zeus con le altre donne finendo o per insultarlo o per piangere. Li non sapevo mai come reagire. Guardai Persefone, pensando di trovarla felice perchè di solito anche a lei piacevano i matrimoni, ma la vedi triste, quasi sul punto di piangere.

"Sono felice di annunciarvi il matrimonio tra Efesto e la splendida, meravigliosa Afrodite" esclamò felice ed entusiasta Zeus.

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