Non tutte le ciambelle escono con il buco, alcune sono troppo dolci, altre poco soffici e molte vengono fuori semplicemente bruciate. Un po' come le persone che vogliamo intorno, cerchiamo di circondarci di perfetti e morbidissimi dolcetti zuccherati, senza pensare mai che forse non è la ciambella ad avere qualcosa che non va ma siamo noi che non la apprezziamo, che non ci accontentiamo mai. Ho tentato di riconciliare gli animi in casa ma mia madre con quel suo solito modo di fare ha rovinato tutto.
"Ho preparato la colazione!" Attirai l'attenzione per richiamare tutti in cucina, sperando che le mie ciambelle fatte in casa fossero state anche solo mangiabili. Non sono un asso in cucina, nessuno mi ha mai insegnato e io non ho voluto nemmeno imparare in realtà, perché tutto ciò che amava fare mio padre quando ancora era qui mi risulta come un'attività sacra, un qualcosa di proibito a me in assenza di lui e il mio papà adorava cucinare.
Alex mi raggiunse velocemente e rimanendo visibilmente deluso, non appena entrato in cucina, mi chiese: "Ma non hai fatto le uova oggi..." Praticamente l'unica cosa che riesco a schiaffare in pentola senza fare danni.
"Ho deciso di provare qualcosa di nuovo, ti piacciono?" Risposi io tentando di far apparire invitante il prodotto del mio duro lavoro.
"Buongiorno ragazzi" Un ampio irritante sorriso entrò in scena insieme a mia madre.
"Credo che si sia bruciato qualcosa" Continuò lei.
"Non voglio che mangiate qualcosa che possa farvi sentire male..." Mi guardò con compassione, come se fosse la prima volta che mi avesse offeso e doveva accudire la ferita, come se non fossi abituata al suo modo di fare così spiazzante e tristemente insolito di una madre nei confronti della figlia.
Non riuscii a risponderle, anche se avrei voluto dirle tutto ciò che di meno gentile esiste; ma c'era Alex con noi e io a differenza di quell'arpia non cercherei mai di sminuirla davanti a suo figlio. Poi lei proseguì , come se non avesse già detto abbastanza, a criticarmi sarcasticamente: "Se ancora ci tieni a organizzare la colazione, puoi sempre prendere qualche ciambella alla pasticceria all'angolo, grazie".
Ecco, era accaduto di nuovo: come apriva bocca peggiorava la situazione sempre di più. Il fatto che mi avesse ringraziata non significava nulla: era solo una piccola parola che faceva sentire mia madre meno in colpa rispetto a ciò che aveva detto in precedenza.
"Sono in ritardo" Tutto quello che riuscii a dire. Non avevo intenzione di litigare o di farmi rovinare la giornata, già inserita in un periodo della mia vita che richiedeva troppe energie per sprecarne inutilmente in litigi per ciambelle. Lo so, non era solo questo ma non importava, non importa mai.Entrando a scuola, quel giorno, vidi Kelly intenta a discutere ancora con il suo ragazzo nei corridoi ma quando mi avvicinai, lui se ne era già andato.
"Ciao" Sorrisi semplicemente ma goffamente: un po' perché non ci parlavamo spesso ultimamente, e un po' perché ancora dovevamo risolvere dei disguidi tra di noi, come quello successo durante il test di storia oppure il fatto che avessi ignorato i suoi messaggi. Questi avvenimenti avevano innescato un meccanismo per il quale oramai nessuna parlava con l'altra, per un motivo o per un altro.
"Ciao" Abbozzò lei e poi entrò nell'aula di storia situata esattamente dietro il punto in cui ci eravamo posizionate a parlare.
Il professor Murphy aveva riconsegnato i test corretti disponendoli sui banchi. Non pensavo quasi più a come potesse essere andato il compito ma ora che lo avevo davanti ero davvero curiosa di scoprire il mio risultato. Kelly si sedette accanto a me, perché era dove stava durante l'ora di storia. Io guardai subito nella parte inferiore del foglio e lo stesso fece lei, perché la sentii affermare sottovoce, ma con sicurezza, "SII". Sbirciai il suo test, che comunque Kelly stava sventolando, e vidi che prese quasi il massimo dei voti. Curiosa allora andai a controllare il mio foglio che però era costituito solo da poco più della metà delle risposte giuste: la sufficienza, il minimo per andare avanti. Non era certo un voto da me e mi dispiaceva ancora di più per il fatto che io a differenza di Kelly avessi studiato sul serio, e anzi, l'avessi anche aiutata rischiando di essere scoperta. Tentai di mantenere la calma, di reprimere ogni mio sentimento, ogni mia emozione e provai a nascondere qualsiasi mia reazione perché già immaginavo cosa avrei potuto dire o fare se non mi fossi controllata, cosa avrei potuto distruggere tra me e Kelly se non mi fossi tranquillizzata. Tentai di chiudermi in me senza far trasparire nulla, tanto ci ero abituata no?
STAI LEGGENDO
L'Antartide d'estate
Teen FictionIl mese più freddo in Antartide è luglio, in cui si registra la temperatura di quasi -60 °C. Proprio come questo continente fuori dagli schemi, Amy prova un dolore, incomprensibile anche a lei, durante i momenti che dovrebbero invece essere i più fe...