Ho sempre pensato che ci sarebbe stato un domani. Non ho mai creduto che ci sarebbe stata una fine, soprattutto cosi presto.Non pensavo te ne saresti andato cosi velocemente e silenziosamente, ma la cosa che sicuramente non sapevo era di poterci stare cosi male.
Il tuo carattere era personificazione di tutto ciò che odiavo perché vedevo irraggiungibile: sicurezza, autostima, egocentrismo.
Mi sei piaciuto per quello, sapevo di poter trovare in te la parte che mancava in me.
Sei stato ossigeno puro, una boccata di aria fresca.
Sei stato quotidianità per giorni, mesi.
Sei stato parte del mio essere per un po' e forse iniziavo a darti per scontato.
Sapevo che saresti tornato, sapevo che mi avresti sempre cercato con la stessa mia assiduità.
Sempre, fino a quella mattina.
Posavo il mio sguardo su di te mentre dormivi. I tuoi occhi color cielo chiusi, il tuo braccio intorno alla mia vita e il tuo petto che si alzava al ritmo dei tuoi sogni, sempre cosi frenetici come la tua vita di ogni giorno.
Ti guardavo e lo sapevo.
Non so come ma lo sapevo.
Avevo la certezza che sarebbe stata l'ultima.
Allora ho passato le due ore successive a plasmare la tua immagine nella mia mente, con la speranza di conservare il tuo ricordo il più a lungo possibile.
Ho passato in modo assiduo le dita nei tuoi capelli con la dolcezza di un bambino, per custodire la sensazione di quei riccioli sfiorarmi i polpastrelli.
Ho ascoltato il suono dei tuoi respiri per ricordarmi a che ritmo il tuo corpo lavora.
E quando ti sei svegliato e mi hai guardato negli occhi ho impresso in modo indelebile il colore di quel blu che mi è sempre piaciuto.
Lo adoravo perchè mi ricordava le cose a cui penso quando ho bisogno di uno spiraglio di luce: il mare, il cielo in una giornata di sole, te.
Mentre ti avvicinavi all'armadio e ti vestivi in modo frettoloso, ho guardato per l'ultima volta i tuoi abiti e le camice con le quali hai sfilato per me per mostrarmi i tuoi nuovi acquisti.
Ti ho osservato mentre sceglievi con attenzione quale orologio portare con te in quelle 24 ore, un rituale ossessivo a cui non potevi rinunciare.
Ho ascoltato il suono della tua voce mentre mi raccontavi come si sarebbe svolta la tua giornata scolpendo quel timbro cosi caratteristico per l'ultima volta nella mia mente.
Sono salita in macchina e ti ho osservato per l'ultima volta mentre guidavi accompagnandomi sotto casa.
Guardavo le tue mani stringersi intorno al volante e poi sistemarsi gli occhiali da sole.
Non ti ho mai baciato sotto casa, era una cosa troppo da film per noi.
Ma quel giorno l'ho fatto.
Sapevo che sarebbe stata l'ultima volta che le mie labbra avrebbero potuto toccare le tue e ne ho approfittato per assorbire l'energia che sprigionavi sfiorandomi.
E poi sono scesa. Per l'ultima volta.
Ti ho augurato buona giornata e sono scesa. Non mi sono voltata, non ti ho guardato.
Sembrava andare tutto come sempre, ma sapevo che non era cosi, sapevo che sarebbe stata la mia ultima possibilità per osservarti e non ce l'ho fatta.
Mi sono voltata solo quando ti stavi già allontanando.
Ho guardato i fari della tua macchina girare l'angolo e sparire dalla vista.
Ho guardato quella macchina portarti via e cancellare la tua presenza dalla mia vita.
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Uragano
PoetryCosì spavaldo, così arrogante e sicuro di te. Mi hai travolto con la forza di un terremoto e con la capacità distruttiva di un'esplosione. Sapevi cosa dire, cosa fare. Avevi la sconosciuta capacità di capirmi con la semplicità di uno spostamento di...