Al mondo ci sono vari tipi di persone.
Ci sono persone che nella malinconia trovano tante scintille di felicità.Louis Tomlinson non era tra queste.
Ci sono persone che nella felicità trovano pulsazioni di malinconia.
Louis Tomlinson non era tra queste.
Louis Tomlinson era colui che credeva che la felicità fosse un utopia, era colui che dal dolore traeva dolore e non si limitava neanche a cercare scintille che potessero bruciare il male fino a renderlo cenere e lasciarlo volare fino a diventare un'illusione.
Louis Tomlinson non le cercava ma in qualche modo le aveva trovate.
Nel momento in cui le palpebre di Harry si aprirono lasciando splendere la luce verde del faro che avrebbe riportato Louis a riva.Disperso in un mare troppo calmo per poter rendersi conto di star affogando.
Il sollievo di lasciarsi trascinare dalla corrente serena di quel mare atro era più semplice che nuotare contro essa.
Infondo se ci si pensa è quello che fa sempre l'essere umano: lasciarsi affogare finché non si capisce di essere arrivati sul fondo, fin quando non si capisce che l'unica cosa da fare è risalire.
Spesso ci guardiamo affogare, spesso ci affoghiamo a vicenda ma prima o poi ci ritroviamo tutti sdraiati sul fondale ad osservare.
Osserviamo gli altri riprendersi le loro vite, osserviamo gli altri cadere, osserviamo gli altri venir tirati in superficie ma mai ci osserviamo.Le persone più umane riflettono sulla loro vecchia vita, quella piena di gioia, quella prima della discesa.
Riflettono sul fatto che non si sarebbero mai dovuti lasciare trasportare da quella corrente infame ed ingorda perché una volta iniziata la discesa essa continua, e non si sa quanto profondo quel mare sia.Louis essendo quel tipo di persone non avrebbe mai immaginato che un giorno si sarebbe alzato cercando le scintille che gli spettavano, eppure sperò.
Sperò anche che il calore che provava nel petto al solo ricordare della sera prima non fosse causato dalla droga.
Non possiamo dire lo stesso dei suoi amici che lo svegliarono urlando quanto fosse irresponsabile ad uscire con uno sconosciuto tutta la notte senza farsi sentire.
Ma non era uno sconosciuto, era Harry
Pensò, fortemente assonnato, Louis.
Si stropicciò gli occhi alzandosi per andare a fare colazione mentre continuava ad annuire ai borbottii dei suoi amici non prestandogli particolare attenzione.Un incazzato Zayn, con dietro un Liam arrendevole e stanco ed un Niall palesemente annoiato e puzzolente, non smetteva di fare sentire in colpa Louis.
Cercò di ignorarlo preparandosi un the rassicurato dai sospiri di Niall e dalle occhiatacce di Liam verso il moro.
"Louis sai cos'hai fatto, vero?" interpellò Zayn con la sua apparente calma.
Louis si voltò alzando lo sguardo, sprizzanti ed opachi occhi blu.
"Si, Zayn, so cos'ho fatto e non ho minimamente intenzione di scusarmi. Per prima cosa: sono adulto e non devi farmi da padre..." una fitta al cuore al solo pronunciare quella parola dalle tante storie ma continuò, lasciò quelle parole venir trascinate fuori dalle sue labbra. Del resto era quello che si era abituato a fare.
"... per seconda cosa: levati dalla testa che io possa scusarmi o che le tue parole possano farmi sentire in colpa per essere stato felice".La voce gli tremò e gli occhi diventarono lucidi alla realizzazione che era felice dopo tanti mesi e non si sentiva in colpa per esserlo senza lui.