C'era una volta una ragazza che viveva rinchiusa in un castello, ma di quel castello non era la regina, non era la principessa e non era la serva...eppure viveva lì, senza via d'uscita. Ogni giorno provava a fuggire: il giorno prima scavalcava la finestra della sua stanza, in alto nel castello, il giorno dopo provava ad aprire il portone troppo pesante e il giorno dopo ancora cercava di staccare i mattoni che formavano il muro. Nonostante i suoi sforzi questo castello era impenetrabile, proprio come il cuore di lei. Durante una calda sera di giugno, il paesino pittoresco che circondava il castello era in festa; un paesino con un porto, piccole viuzze in salita, case dalle porte di legno con cuori come spioncini, ristoranti con le verande illuminati da lampadine unite con un filo, edifici storici (come una chiesa protestante) ricoperti sui muri di edera e tanti, tanti fiori. Tutto era in contrasto con l'austero castello che dava le spalle alle case per rivolgersi direttamente al lago, eppure non stonava nell'insieme, rendeva tutto come un villaggio delle favole. Il paesino, come ogni domenica, era agghindato a festa e tutti si divertivano per le strade, e la ragazza li guardava con invidia, ogni giorno da un piano più alto del castello di pietra. Ma quella domenica qualcosa era diverso, un ragazzo straniero(non un principe, non un cavaliere su un valoroso destriero, un normale ragazzo) arrivò davanti al castello della ragazza e decise di bussare; la ragazza, impaurita, non andò ad aprire la porta e si limitò a guardarlo dalla finestra, aspettando con tristezza che lui se ne andasse. Il giorno dopo, alla stessa ora, la ragazza si riaffacciò alla finestra, e questa volta il ragazzo la guardava da sotto con un mazzo di fiori in mano; sempre per paura, la ragazza si allontanò dalla finestra di nuovo, e lui posò i fiori sul davanzale. Nei giorni a seguire il ragazzo cercò in vari modi di varcare la soglia della porta, e ormai la camera della ragazza era sempre più bassa...fino ad arrivare ad essere la camera stessa il portone. Quando finalmente la ragazza si decise ad aprire il portone, il ragazzo non c'era più: al suo posto una lettera e un'azalea rosa acceso stavano fermi lì sul pavimento. Lei, con il cuore spezzato, li raccolse con riluttanza e rimorso, per non essere riuscita ad aprire prima la porta, si accasciò sul letto e incominciò a leggere la lettera... il ragazzo se n'era andato, era salpato poco prima su di una nave per tornare in patria. La ragazza prese coraggio, azalea e lettera e oltrepassò il portone del castello; corse veloce per raggiungere il porto, (mentre passava per le strade la guardavano storta, perché da quando le avevano spezzato il cuore non era più uscita) e vide la barca allontanarsi... poi un'azalea le si piazzò davanti al viso ricolmo di lacrime, lei rivolta verso il lago capì subito che il suo straniero era rimasto per lei, aveva perso il traghetto perché sapeva che lai sarebbe arrivata. Lo prese per mano e insieme salparono al tramonto.
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