Era lì, davanti ai nostri occhi stanchi e sembrava aspettasse solo noi. Dal tetto del nostro palazzo ci sentivamo le padrone del mondo, ma qualcosa (o qualcuno) ci stava spodestando; era rosso di rabbia, il cielo sembrava prendere il suo colore, e saliva sempre più su per farci capire chi fosse davvero a comandare. Ma noi non eravamo da meno: nonostante ci mancassero le scale, noi salimmo più su sempre più in alto facendo a gara con "l'innominato". Poco dopo però, mi accorsi che quella gara era solo tra me e lui, poiché le altre si limitarono ad osservare lo spettacolo; ma non capiscono che c'è di più? Non capiscono che bisogna sfidare i propri limiti per poter raggiungere gli obiettivi prefissati? Non capiscono quanto sia importante vincere per me?
"Le tue amiche si sono arrese, ti hanno lasciata sola eh?" Disse l'innominato
"Loro non capiscono, ma capiranno..." un poco ancora ci credevo
"Mi piace la tua energia ragazza, come ti chiami?"
"Asterin, figlia della notte"
"Ah ora capisco il tuo atteggiamento ostinato. Vuoi passare dalla parte del giorno?"
"Voglio dimostrare a mia madre, la luna, che io ce la posso fare, che Sole non è nulla in confronto a noi... tu, tu chi sei?"
"Prima perché non continuiamo a parlare un po' ?"
"E di cosa dovremmo parlare?"
Ve lo dico io, di tutto... parlammo di qualsiasi cosa, dall' argomento più importante al "cosa hai mangiato ieri?" Quella fu l'alba più lunga degli ultimi secoli. Mentre chiacchieravamo lui si fece più loquace, più gentile... da rosso che era divenne di un rosa pallido...ma non mi disse il suo nome.
"Ora devo proprio andare a lavorare" disse lui con una punta di tristezza nella voce, "se continuerai a salire ti scioglierai, ne sei consapevole?"
Era preoccupato per me?
"Si beh, ora lo so... ma non voglio lasciarti andare" mi tappai la bocca da sola e sgranai gli occhi: COSA MI È USCITO DALLA BOCCA?!?! Che mi ero messa in testa? Lui è un figlio del sole...
"Sei molto bella, Asterin, vorrei poter..." allungò il braccio verso di me, ma a pochi centimetri dalla mia faccia si ritrasse. Gli presi la mano nonostante le sue proteste, era calda, me la portai su di una guancia.
"Cosa fai Asterin? Io sono...non hai capito che IO non sono un figlio del sole... io sono Sole"
Ecco perché è così caldo, ma non riesco ad allontanarmi, anzi, mi avvicino ulteriormente.
"Ora so il tuo nome..." piangeva "perché piangi, Sole?"
"Non posso... lo capisci?"
"Sono venuta fin quassù per sfidare il sole e non mi fermerò proprio adesso" sorridevo
"Tu hai già preso il mio cuore... non ti basta?"
"Voglio di più"
"E cosa vorresti ora?"
"Io voglio te..." mi avvicinai, il caldo mi stava uccidendo o per meglio dire...
"Ti scioglierai, Asterin, e la colpa sarà mia"
"Non mi importa...io volevo sfidarti, e vinceremo entrambi così" lo baciai. Le sue lacrime evaporavano subito, il vapore mi veniva sulle guance