prologo

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Malfoy Manor, Maggio 1996

Era una mattina di maggio come le altre, il sole entrava dalle grandi finestre illuminando la casa e le prime rose sbocciavano nel grande giardino di quella maestosa villa. Una donna dai ricci capelli scuri si muoveva lentamente nel suo letto, era una delle prime notti da quando aveva partorito nella quale era riuscita a dormire. La bambina era stata particolarmente silenziosa. Con un po' di fatica si separò dai morbidi tessuti che la sorella aveva comprato per lei come coperte in quella mezza stagione, nere notte, il suo colore preferito; e poggiò i piedi nudi sul freddo pavimento. Si alzò lentamente, ogni movimento fatto con la grazia di chi era stata abituata a muoversi così fin da bambina, in fondo era una purosangue, e si infilò la leggera vestaglia di seta nera che aveva usato durante la gravidanza "dovrei comprarne un'altra" pensò tra sè e sè "questa inizia ad andarmi larga". Aprì il balcone che dalla sua camera affacciava sul lato anteriore del giardino, da lì si poteva ammirare il sole sorgere e tramontare perfettamente, amava quei momenti. Lasciò che la luce del Sole la baciasse con dolcezza, per poi rientrare e andare nel suo bagno privato, dove ogni notte la sera prima lasciava a riposare una vasca di acqua bollente, che per la mattina dopo si faceva tiepida il giusto. Mezz'ora ed era pronta, aveva sistemato i capelli, dandogli per quanto possibile un'aria meno caotica, e si era cambiata. Adesso indossava il suo solito vestito nero e un corsetto in pelle che aveva dal suo matrimonio. Per quanto il ricordo le fosse spiacevole, era un regalo di sua sorella e ci teneva troppo per separarsene. Un paio di scarpe nere era comparso ai suoi piedi, con giusto un accenno di tacco. Di solito li portava più alti, ma avendo passato gli ultimi mesi in ciabatte si doveva ancora riabituare. Nell'angolo opposto della stanza, vicino alla porta in legno massiccio, c'era una piccola culla ricoperta di velluto nero, il più pregiato che i Malfoy fossero riusciti a trovare. Bellatrix le si avvicinò lentamente, giusto per controllare se sua figlia fosse già sveglia, e nel caso darle da mangiare. Ma non trovò ciò che si aspettava. Al posto della solita bambina, una dolce principessa di pochi mesi, con il primo accenno di capelli e due occhi neri che sembravano scrutare il mondo vedendo più di quanto gli adulti sarebbero mai riusciti a fare, c'era solo stoffa. Non si preoccupò, magari l'aveva presa Narcissa. Uscì dalla sua stanza e percorse il lungo corridoio che portava fino alla camera della sorella. Illuminato da dei candelabri appesi a uguali distanze sul soffitto, era pieno di foto che ormai Bella sapeva a memoria, principalmente raffiguranti il matrimonio con Lucius. Come suo solito si fermò un secondo davanti a una di quella cornici, dove la sorella sorrideva...era sempre stata contenta di vederla felice, per quanto Lucius non le andasse a genio, e sapeva che con lui lo era stata, anche quando lei non aveva potuto esserci. Bussò due volte alla porta e la spinse delicatamente. Narcissa era già in piedi, ovviamente, e Lucius era uscito. "Bella, buongiorno" disse sorridendo, faceva sempre così "dormito bene? Sai almeno che ore sono?" "Cissy non iniziare ti prego" le rispose, sorridendo a sua volta. Se la sorella riusciva ad alzarsi alle sette del mattino che colpa ne aveva lei? "Come posso aiutarti?" la bionda la fece accomodare su una poltrona, mentre lei si sedeva sul letto "Per caso hai visto Cara?" Cara, il nome che aveva scelto con Tom. Non ne era ancora molto sicura, ma le piaceva il significato, "gioia". Quella bambina infatti era tutta la sua gioia, rappresentava la relazione con Tom, tutti i suoi momenti più felici, la sua famiglia. "No, credevo stesse dormendo" "lo credevo anche io, ma non è nella culla" la riccia vide Narcissa ragionare "potrebbe averla presa Tom, no? Stamattina avevano una riunione" sì, era plausibile. I mangiamorte avevano visto Cara poche volte e di sfuggita, quella sarebbe stata un'occasione perfetta per fargliela conoscere "andiamo a vedere, dai" la stimolò la bionda mentre si alzava per andare ad aprire la porta della sua stanza "dopo di te" disse ridendo "smettila di fare la bambina" le rispose Bella sorridendo e uscendo. Tutto stava andando per il meglio, sembrava un sogno. Scesero le lunghe scale che portavano alla sala delle riunioni, il rumore dei loro tacchi scandiva il tempo in un silenzio altrimenti inviolato. Giunte al piano inferiore però non dovettero fare altra strada, li trovarono tutti nel salotto, la riunione doveva essere finita. Non partecipava a una di esse da un po', lei e Tom avevano deciso che si sarebbe presa una pausa finchè ne avesse avuto bisogno. Vide Lucius andare incontro a Narcissa, e in un attimo anche Voldemort era vicino a lei. La abbracciò da dietro con delicatezza "ti sei svegliata finalmente" le sussurrò piano. Lei si voltò, sempre restando circondata dalle sue braccia "Tom" disse ridendo "buongiorno anche a te" aggiunse, guardandolo negli occhi. Quegli sguardi avevano sempre qualcosa di speciale , un'intesa che a parole non si potrebbe descrivere. "Senti, per caso hai visto Cara? Non riusciamo a trovarla" l'uomo si accigliò "credevo fosse con te" "allora?" era Narcissa che intanto si era avvicinata a loro due, la riccia si girò verso di lei, liberandosi dall'abbraccio del signore oscuro "no Cissy, non è nemmeno qui". Un filo di preoccupazione iniziava a prendere le due donne, infondo era una bambina, dove poteva mai essere? Mandarono due mangiamorte a cercarla per tutto il Manor, setacciarono scale, stanze, angoli, passaggi segreti, ovunque fosse possibile guardare, ma tornarono a mani vuote. Sembrava scomparsa. Bellatrix dal canto suo era rimasta ferma per tutto il tempo vicino al camino, spento per l'arrivo della stagione calda, ogni attimo che passava diventava sempre più tesa, preoccupata, e il signore oscuro l'aveva notato. "Ehy" le disse sorridendo, poggiandole le mani sulle spalle "la troveremo, va bene?" la riccia continuò a guardare davanti a sé, accennando un sì con un movimento veloce della testa "Bella, guardami" continuò lui, prendendole il mento per farle girare la testa "andrà tutto bene" la donna non sapeva se crederci, ma in quel momento aveva bisogno di speranza "hai ragione" rispose con un mezzo sorriso, e si abbandonò in un suo abbraccio. In quei momenti si sentiva sempre al sicuro, come se non potesse succedere niente di male...sperava solo fosse vero.

Remember me // BellamortDove le storie prendono vita. Scoprilo ora