Aveva appena pigiato il bottoncino di ottone sul pilastro e all'improvviso una sensazione di inadeguatezza si fece spazio nel suo stomaco.
Era immobile sui suoi piedi.
Stava per voltarsi e tornare di corsa indietro, ma un cigolio lo fermò, si voltò e notò il cancello aprirsi con un movimento lento e meccanico.
Deglutì.
Fece qualche lento passo in avanti e procedette in direzione della villa.
I secondi passavano e l'ansia saliva, accelerò il passo.
Il suo respiro si affannò e le orecchie iniziarono a pulsare.
Cosa gli stava accadendo?
Arrivò davanti alla porta in mogano, era prossimo a suonare di nuovo il campanello, mentre nascondeva i fiori dietro la schiena, ma la porta si spalancò, facendogli arrivare un'ondata d'aria.
Harry apparve davanti al suo sguardo, con la mano ancora a reggere il pomello.
Si guardarono per qualche secondo, immobili.
Il tempo sembrava essersi congelato.
A Louis non pulsavano più le orecchie e il respiro si era arrestato.
Harry ruppe il silenzio con un sorriso, a Louis si annodarono le interiora.
"Hey" salutò timidamente mentre un ricciolo gli cadeva davanti alla fronte.
Louis si trattenne dallo spostarglielo dietro l'orecchio.
"Hey" biascicò in risposta.
Louis non era mai stato una persona timida, non aveva mai avuto problemi a relazionarsi, sin da bambino: era il più popolare della sua scuola, tutti i bambini volevano giocare con lui e le bambine gli portavano sempre i fiorellini che raccoglievano in giardino. Le maestre lo adoravano e lo sfruttavano anche per aiutare i bambini più timidi a fare amicizia. Crescendo la cosa non cambiò molto: al liceo era invitato ad ogni festa e i più popolari dell'ultimo anno lo invitavano sempre ad uscire. Ai ragazzi piaceva averlo intorno per le sue battute e il suo umorismo spiccato e le ragazze erano sempre state attratte dal suo carisma e dal poco pudore che lo contraddistingue.
Ma con Harry, fin da subito, era scattato un meccanismo diverso, si sentiva messo più in soggezione, era più impacciato e non ne capiva il motivo.
"T-ti ho portato questi" allungò il braccio con il mazzo di fiori mentre si guardava la punta delle scarpe.
Sentì i palmi di Harry inglobare la sua piccola mano stretta alla carta pesta, il riccio glieli sfilò dalla presa e Louis alzò lo sguardo.
Harry sorrideva mentre li annusava emozionato.
"Sono bellissimi..." constatò mentre li esplorava con gli occhi.
"Sono degli ibischi" spiegò Louis mentre si massaggiava il retro del collo, non volendo scendere nei dettagli.
Il riccio gli sorrise ancora di più e gli indicò il cancello.
"Andiamo?" lo guardò altezzoso. Louis annuì e lo seguì a ruota.
Arrivati alla macchina del liscio, quest'ultimo aprì la portiera del passeggero per far accomodare Harry che, con un sorriso, ringraziò per il gesto.
Esitante e, forse con anche un leggero tremolio, Louis aggirò il suo veicolo, concentrandosi sui suoi piedi per non rischiare di inciamparsi da solo. Si accarezzò le cosce prima di sedersi, poi si schiarì la voce e raggiunse la sua portiera. Afferrò la maniglia fredda, prese un bel respiro, e la tirò con un movimento secco, piegandosi per non battere la testa.
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Cause you were the rainbow but I see in black and white
FanficLouis Tomlinson, un famoso giornalista statunitense, rincontra il suo amico d'infanzia Liam Payne, ragazzo che fa parte del corpo di ballo del cantante Zayn Malik, dopo tanto che non si vedevano. Harry Styles, cantante di fama mondiale, è un ragazz...