Verità

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Pov. Cheryl

Ho appena invitato Toni Topaz a casa mia, mia... forse sorella a casa. Ho perso la testa questo è poco ma sicuro. Ieri sera quando sono tornata a casa ho fatto una sfuriata senza fine a Kevin raccontandogli del danno che ha combinato, ma lui invece di preoccuparsi ha detto che è una buona cosa visto che ora potrei verificare quale delle due teorie dette da mia madre sono vere. Fatto sta che continuando a pensare a Toni perché ero preoccupata e a mia madre ho passato quasi tutta la notte in bianco. Finisco di sistemare il letto e poi prendo un vestitino leggero rosso, non posso farmi vedere in pigiama! Mi faccio anche uno chignon alto un po' disordinato e poi vado in bagno per lavarmi e cercare di svegliarmi bagnandomi il viso con dell'acqua fredda. Prevedo una lunga giornata e non sono neanche le sette e mezza. Vado in cucina a prepararmi un po' di caffè, ma appena metto la moca sul caffè sento il rumore di una moto, fa che ho più tempo, fa che è un'altra moto e che non è... il campanello... è lei. Faccio un lungo respiro e vado verso la porta osservandola, se ora la apro devo letteralmente aprire la porta del mio passato, riprendere ricordi che ho tentato di mantenere il più lontano possibile dalla mente, ma che non sono mai riuscita a farlo completamente. Agisco di scatto o non lo avrei mai fatto e apro la porta ritrovandomi davanti una puffetta che si dondola sui talloni mentre si guarda le scarpe, ma che appena le apro la porta lo fissa su di me.

T: "Ciao..." È nervosa, sta giocando con gli strappi dei jeans che indossa e si sta mordicchiando leggermente il labbro.

C: "Vieni entra." Le dico con voce abbastanza roca, se non prendo quel caffè sarò modalità zombi per tutto il giorno. Io mi scanso per farla passare e lei entra facendo solo un paio di passi per poi inchiodarsi accanto al divano, non mi sembra neanche più lei.
C: "Senti possiamo parlare in cucina? Mi stavo facendo un caffè." Non voglio essere troppo dura, è un argomento importante, lei è nel pallone, agitata e sicuramente confusa come non mai, i nostri problemi per il momento posso metterli da parte.

T: "Si... si si." Andiamo in cucina e prendo due tazze per il cappuccino dove metto in entrambe del caffè, ma in una metto dello zucchero con il latte freddo per me e a lei amaro con una punta di latte.

C: "Non so quanto sia utile essendo già nervosa, ma almeno ti sveglia visto che è presto." Le dico porgendole la sua tazza che guarda sorpresa ed io non capisco che sta succedendo.
C: "Ora che c'è?"

T: "Ti ricordi come prendo il caffè." Colpita e affondata. Ora come lo giustifico? Non ci ho pensato molto, l'ho fatto e basta.

C: "Ancora non ho problemi di memoria Antoinette." Mi vorrei mordere la lingua. Non Volevo essere brusca, ma questo era l'unico modo per uscirne.

T: "È Toni diamine, è così difficile da capire?" Ok forse non è proprio il momento di fare la stronza, è troppo agitata.

C: "Ti tolgo il caffè e ti faccio una camomilla? Sarebbe troppo difficile poi parlarti e spiegarti." Cerco di placarla e sembra funzionare perché si siede su uno sgabello intorno all'isola con la tazza in mano.

T: "Scusa... ti ascolto. Parla." E come faccio? Non ho mai dovuto iniziare il discorso con nessuno, a Kevin non l'ho raccontato io.

C: "Forse è meglio partire dall'inizio, arrivo subito." Poso la tazza sull'isola e vado in camera aprendo un'anta dell'armadio a muro; tiro fuori una scatolone dove di solito metto i costumi da mare da cui tiro fuori una scatola più piccola coperta da quest'ultimi dove tengo i ricordi del liceo e di JJ. La prendo e torno in cucina dove la trovo a bere tutto d'un sorso tutta la tazza di caffè, ma lo fa troppo velocemente e le va di traverso iniziando a tossire.
C: "Ehy ehy piano." Poso velocemente la scatola sull'isola e batto un paio di volte la mano sulla sua schiena aiutandola. Quando sembra esserle passato le massaggio la schiena.
C: "Che genio, bere più lentamente no eh?" La rimprovero un po' mentre mi siedo davanti a lei che mi guarda male con un piccolo broncio, ma non deve essersene resa conto, non lo farebbe con me almeno non più, però nonostante gli anni lei con il broncio resta la cosa più dolce che ci sia. Sposta l'attenzione sulla scatola che ho posato sul piano e mi guarda dubbiosa.
C: "Lì ho chiuso tutte le cose che riguardano il liceo." Le spiego togliendo il coperchio e trovando a sopra proprio ciò che mi serve: i documenti del giro di droga firmati dai miei. Glieli passo e lei non esita a prenderli.
C: "Non so se te lo ricordi ma... Jason nella sua lettera ha detto che il giro di droga era controllato dai miei e da una famiglia che non facevano parte del Northside, guarda di chi si tratta." Le dico facendole cenno verso le carte che ha in mano. Bevo un po' di caffè mentre la guardo che sfoglia i documenti finché non si blocca in una pagina ben precisa.

La Ciliegia e la FragolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora