Questo è un arrivederci

705 40 52
                                    

Pov. Toni

Guardo inerme la mia valigia da sopra il letto con le gambe incrociate e un laccetto nero tra le mani che sto torturando. Sto imponendo alla mia mente di non pensare e lo sto facendo già da quasi due giorni, riesco sempre a fare qualcosa per pensare ad altro che sia sistemare la macchina fotografica, pulire la mia moto, correre, ho addirittura rivoltato casa da cima a fondo, se venisse una persona allergica della polvere qui non avrebbe alcun problema. So perfettamente quando la mia mente smetterà di trovare scuse e il tempo sta per scadere, il momento è sempre più vicino e ho paura di quello che seguirà quando lascerò andare tutto.

X: "Ehy... Sei qui." Sussulto per lo spavento quando sento una voce rompere il silenzio in cui ero piombata da diverse ore ormai. Mi volto verso l'entrata mettendo a fuoco solo dopo vari secondi, a causa della penombra che regna nella mia camera, la figura di Crystal.

T: "Uhm si, sono tornata da Cheryl un paio d'ore fa." Bugia. Non sono stata da Cheryl questa notte, né qui. Ho detto ad entrambe che sarei stata dall'altra e invece ero per le strade di Los Angeles a camminare. Il mio telefono segnava ben 15 km fatti dalle dieci di sera fino alle tre di notte. Sono stata per le strade più famose, nel corso dei negozi fino a Holmby Park. Sono rimasta lì per un altra oretta stesa sul prato a guardare le stelle, il pensiero mi era andato subito a venerdì quando ero andata al cinema sotto le stelle con lei, ma poi ho represso i pensieri e ricordi concentrandomi sul trovare la maggior parte delle costellazioni che conoscevo e quando le avevo finite ho iniziato a inventarle.

Crys: "Mmm... Cosa avete fatto?" Mi chiede sedendosi al mio fianco ed io ho il vuoto, ho il completo vuoto per tre secondi, tre secondi in cui resto ferma e con lo sguardo nel vuoto.

T: "Ehm... Niente di che." Quarto secondo. Mi sono fermata al quarto secondo, ma forse dovevo prendermene altri due per trovare una risposta decente e non farmi guardare come mi sta guardando adesso lei.

Crys: "Un ottimo programma da fare con la propria ragazza l'ultima sera che si è insieme." Ricevo in modo forte e chiaro la sua frecciatina, se il suo sguardo mi aveva messo dei dubbi questa risposta li ha confermati tutti.

T: "L'hai sentita." Non è una domanda, è una vera e propria affermazione, si sono sentite.

Crys: "Mi chiedeva di te e di come stavi. Non ci abbiano messo molto a fare due più due." Lasciò cadere fuori un respiro pesante inumidendomi subito dopo le labbra.
Crys: "Sei ancora arrabbia..."

T: "Non lo sono." Razionalmente non sono arrabbiata. Un angolino della mia testa sa che il resto di essa non è arrabbiata, quindi tecnicamente non lo sono.
T: "Ti preparo io la colazione, forza andiamo." Scendo dal letto facendo forza sulle braccia per farlo con un solo balzo e lasciando lì la valigia apro la porta superandola. Vado in cucina e per quanto io le abbia detto che gliela preparo io so in cosa consisterà: ciambellone che ha preparato lei ieri e il caffè che metterò a fare alla moca, penso l'unica cosa che sarà fatta da me. Poso una fetta di dolce in un piattino e poi riempio la parte inferiore della macchinetta con l'acqua per poi finirla mettendo anche il caffè in polvere. Dopo averla chiusa la metto sul fuoco che accendo lasciandola media per non far bruciare il caffè, ma evitando che diventi brodo. Sento una leggera pressione sulle mie spalle che vengono massaggiate per qualche secondo. Io rimango in silenzio lasciando fuoriuscire un pesante sospiro quando mi rendo conto grazie ai movimenti di Crystal che sono tutta incordata.

Crys: "Andrà tutto bene." Se prima ho fatto uscire in modo prepotente l'aria dai polmoni ora con la stessa intensità la riprendo chiudendo gli occhi.

T: "Si." Dico solamente scrollando le spalle per togliere le sue mani e prendere la tazzina in cui metto lo zucchero e poi il caffè ormai uscito completamente.
T: "Un quarto d'ora." Lei che stava mordendo una fetta del ciambellone alza la testa e per quanto non sono dell'umore scoppio a ridere. Mi porto le braccia intorno al bacino continuando a ridere non riuscendo a smettere e solo quando la vedo alzarsi venendo verso di me lasciando andare le braccia per poterle avvolgere intorno al suo bacino.
T: "Ho... ho paura." Ammetto solo quando la risata nervosa collassa insieme al mio corpo tra le sue braccia.

La Ciliegia e la FragolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora