si chiama Kacchan

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(Bakugou)

Si era risvegliato in quella stanza e poi era successo tutto così velocemente, era dannatamente nervoso, cosa sarebbe successo adesso? Dov'era Kirishima? L'avevano preso? Sua madre? Quel tizio dal profumo di frutti di bosco l'avrebbe ucciso?

Sì perché quel ragazzo odorava palesemente di frutti bosco e disinfettante.

Afferrò le mutande che erano state lanciate sul letto, bianco, classiche, se le infilò trovando una certa difficoltà visto che riusciva appena a muovere un braccio.

Poi passò ai pantaloni della tuta grigi, si chiese se stessero bene a quel ragazzino visto che sembrava molto più gracile di lui, anche qui si ritrovò a fare il contorsionista per non sforzare l'arto ferito.

Poi arrivò il turno di mettere una maglietta, era a strisce verdi e bianche con un logo che non riconosceva, sembrava vinta a qualche fiera o competizione.

Infilò la testa usando un braccio solo poi dovette infilare l'arto destro, si forzò nel muoverlo sopportando il dolore, strinse i denti aiutandosi con l'altro -merda!- riuscì ad infilarlo e lo rilassò di nuovo all'istante notando di aver però rovinato la fasciatura.

Un'altra cosa poco rassicurante, se l'avessero attaccato in quello stato non sarebbe mai riuscito a difendersi.

Sentì bussare -posso entrare? Sei vestito?- arrossì d'istinto ripensando a cosa era successo poco minuti prima.

-Sì- decretò e il giovane dai capelli verdi con passo felpato si introdusse nella camera.

Si studiarono inizialmente senza parlare, l'altro odorava di paura, percepiva la su tachicardia e il sudore crearsi anche se non aveva palesemente freddo, forse se l'avesse attaccato visto il terrore sarebbe semplicemente scappato e lui avrebbe avuto una chance di tornare dal branco, ma fare in quello stato tutto il tragitto era un rischio enorme.

E poi se l'avesse contrattaccato i non sarebbe riuscito a muoversi bene.

-Io mi chiamo Izuko Midoriya...- ripeté con voce tremolante -e ti ho trovato per strada ferito ieri sera, ho estratto il proiettile e ho ricucito la ferita ma sarebbe maggio che tu non ti sforzassi- l'occhio del lupo cadde sul poster di All Might -sei un fan dei cacciatori? Allora perché?- -non lo so...sono un'infermiere e ho giurato che non avrei lascito morire nessuno...- aveva lo sguardo basso e si guardava la mano.

Il biondo incuriosito tentò di alzarsi ma appena fu su due piedi gli venne un colpo di vertigini, tutto iniziò a girare, stava per cadere ma qualcosa lo aiutò a rimettersi lui letto.

Era Izuko che senza pensarci gli era venuto vicino e ora tenga la mano sulla sua fronte -hai la febbre, è normale non ti preoccupare...ma come già detto non dovresti sforzarti- si sentiva debole e impotente, in balia di quel ragazzo.

Ringhiò di frustrazione sperando di spaventarlo ma quello che ottenne fu un sussulto -ti ho fatto male?- si accorse che gli stava rimettendo apposto la benda visto che la maglietta era maniche corte, non rispose.

-Che hai fatto alla mano?- chiese con un filo di voce, -ehm...- sembrava in difficoltà l'altro -un morso, mettiamola così- decise di non fare altre domande, non voleva rischiare di farlo arrabbiare.

-Penso che dovrai stare per un po' allettato, un viaggio sarebbe troppo rischioso ora, specialmente con tutti i cacciatori che ci sono in giro- bestemmio mentalmente ma allo stesso tempo si sorprese del fatto che il Midoriya stesse considerando di lasciarlo andare.

Nessun umano aveva mai provato a prendersi cura a uno della sua razza.

Suonò il citofono, il rumore assordò Bakuguo che digrignò i denti -scusa vado subito!- Izuko corse.

(Midoriya)

Andò rapidamente al citofono, rispondendo il rumore avrebbe smesso -chi è?- per poco non urlò -sono io tesoro- sua madre? Che ci faceva lì sua madre? -che ci fai qui?- -posso entrare?- sembrava quasi offesa.

Pensò al lupo, ok non era un problema se la mandava via subito sulla soglia.

Aprì e la donna salì.

Quando se la ritrovò davanti l'ansia aumentò, a solo un paio di metri c'era un lupo mannaro e lui non poteva permettere che lo scoprisse.

-Che c'è mamma?- -dovevi venire a trovarmi sta mattina, organizzavamo da tutta la settimana quindi mi sono preoccupata- vero, diavolo tra una cosa e l'altra gli era completamente passato di mente.

-Scusa ma ora ho davvero da fare- provò a defilarla -tutto bene?- chiese, poi un tonfo dalla sua stanza, era morto, era ufficialmente morto.

-No non andare!- le sbarrò la strada -c'è la tua ragazza?- -certo che no!- rispose -e allora cosa? Perché sei sempre così ultimamente?- lo spostò e si diresse verso la stanza.

Il fiato morì nella gola del giovane.

Aprì la porta -non è come pensi mamma!- urlò cercando di giustificarsi, -hai preso un cane?- sussultò e poi guardò il lupo in mezzo al vestiti del suo armadio smontato che lo guardava malissimo -ehm...sì stamattina per questo non sono venuto- si accarezzò il capo sperando ci credesse -oh che carino, come si chiama?- l'animale non sembrò esattamente felice del suffisso "carino", -si chiama...si chiama...- ma quel tipo non glia aveva detto il nome!? E ora? Cosa doveva fare?! -si chiama Kacchan- il quadrupede lo guardò come a dire "cosa?" -che nome strano, ma è molto bello-.

La donna si abbassò e batté la mani -dai vieni Kacchan!- ma non si mosse anzi, sembrava poterla uccidere solo con lo sguardo.

-Ehm, dovrei lasciarlo ambientare ancora, poi il nome è nuovo...andiamo di là mamma...- lei annuì sorridendo -ma certo, andiamo, a dopo Kacchan!-.

Andarono in salotto, che brutta, bruttissima situazione.

(((angolino: ecco un'altro capitolo, spero vi sia piaciuto e che vi abbia strappato un sorriso. Mi sta divertendo un sacco scrivere questa storia. Ed comunque ecco qua alla prossima, bye bye)))

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