Prologo

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Suona la sveglia.
Oggi è il grande giorno. Mi alzo, vado al bagno e mi ficco sotto la doccia, facendo attenzione a non bagnare i capelli, questa mattina non ho tempo. Mi asciugo velocemente e mi dirigo verso l'armadio. Prendo una maglietta nera dei Bastille e degli skinni neri. Mi infilo le mie amate converse e ancora assonnata mi dirigo verso lo specchio. Alzo lo sguardo e per poco non mi spavento. Degli occhi scavati con delle occhiaie molto evidenti mi fissano. Mi trucco un pochino per sembrare un po' decente. Insomma è un giorno importante, almeno per me. Tra qualche ora sarò su un grosso aereo ad ascoltare musica per un tempo che mi sembrerà interminabile. Ormai qui non mi resta nessuno. I miei genitori devono cambiare paese per lavoro, l'unico a cui dispiace è mio fratello.
Scendo, prendendo la mia valigia e tutti e quattro montiamo sul taxi che ci porterà in aeroporto.
Una voce stridula ci risuona nelle orecchie:"I passeggeri del volo Jefferson City-Los Angeles sono attesi al gate B-36." Ci dirigiamo al gate e ci imbarchiamo. Mentre salgo sull'aereo mi sento uno sguardo addosso. Continuo a salire pensando che sia solo un impressione. I posti sono da tre, come speravo. "Sue, i posti sono solo da tre" mi dice Dylan. "Tranquillo D, mi sacrificherò io." gli rispondo facendogli l'occhiolino. Mi avvicino al mio posto, vicino al finestrino. Spero vivamente che non ci sia nessuno vicino a me. Non voglio imbarazzo e soprattutto non voglio essere disturbata. L'ultimo volo è stato infernale, dietro di me c'era un bimbo poco sopportabile, che continuava a darmi i calci al sedile. Le hostess iniziano con le dimostrazioni prima del volo. Mi mostrano 3 volte le uscite di sicurezza e come aprire il giubbotto di salvataggio. Metto il cellulare in modalità offline e prendo un libro. Sto per iniziare a leggere quando qualcuno mi interrompe. Un ragazzo si siede al posto precisamente accanto a me. Sembra gentile. "Ciao." lo saluto cortesemente. "Ciao. Ehm ti dispiace se mi metto qui? Non è il mio posto ma dietro di me c'è una persona odiosa, non riesco a fare così tante ore con lei dietro che chiacchiera con l'amichetta" mi dice sorridente. Ha un sorriso timido, ma comunque bellissimo.
L'aereo decolla e io inizio a leggere. Dopo circa mezz'ora un altoparlante ci annuncia che possiamo accendere i dispositivi portatili. Accendo il mio cellulare sollevata e attacco le cuffiette. Inizio ad ascoltare la musica guardando fuori dal finestrino. Il sole è già sorto ma io riesco ancora a scorgere il buio all'orizzonte. Osservo per un po' il paesaggio quando finalmente, gli occhi mi si iniziano a chiudere e lascio cullare dalle note della musica in un sonno tranquillo e rilassato.

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