Capitolo 3

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Mi scrutava con gli occhi, non sapevo che dire. Continuai a sorridere anche se dovetti fare un enorme sforzo. "Ehm mia madre ha fatto dei biscotti e ehm ecco tieni." Gli porgo i biscotti imbarazzata. Dovrebbe avere circa la mia età, forse un anno più grande. Molto lentamente toglie le mani dalle tasche e afferra il vassoio con entrambe le mani. Fa molta attenzione a metterle il più lontano possibile dalle mie. "Nico chi è alla porta?" Una ragazza in tutto e per tutto uguale a Nicholas spunta dietro di lui. L'unica cosa diversa è la nota divertita della sua voce e i suoi occhi. Sono sempre scuri ma dentro c'è una luce diversa, che mi fa sentire al sicuro. Questa ragazza mi sta simpatica, spero che diventeremo amiche. "Lei è Suzanne, la nuova vicina di casa. Ci ha portato dei biscotti." "Ciao! Io sono Mary." mi stringe la mano. Si, è decisamente più simpatica di Nicholas. "Beh io vado, mi ha fatto piacere conoscerti Suzanne." dice Nicholas. "Chiamami Sue, ti prego." "Okay, Sue. Ciao" Nicholas posa il vassoio su un tavolo e sale di sopra. "Oh mio fratello è molto chiuso. Non gli piace la gente nuova. Prima o poi si abituerà a te." mi dice Mary rispondendo alla mia domanda inespressa. "Oh okay." rispondo io. "Ti va di uscire? Così ci conosciamo meglio." La proposta è molto invitante. "Va bene. Vieni con me a casa, prima mi cambio poi andiamo. Portami da qualche parte di bello, non sono mai stata a Los Angeles..." Mary parla tantissimo. Mi piace già un sacco. Ascoltarla è un piacere e la cosa che preferisco è rimanere in silenzio. Non sono una ragazza molto loquace. Apro la valigia e prendo degli shorts di jeans e una canottiera che ho dipinto tie&die. Mi spoglio davanti a Mary che fa finta di nulla e continua a parlare. "Mamma esco." "Con chi, tesoro?" "Buongiorno signora, mi chiamo Mary Lovegood. Sono la figlia dei vicini di casa. Mio fratello è rimasto a casa e..." "Fratello? Quanti anni ha? Dove sta? Come si chiama?" Dylan si precipita correndo giù per le scale. "Oh si chiama Nico e ha 17 anni. Vai da lui, conoscetevi. Così conosci qualcuno... Sue mi ha detto che è la prima volta che vedete Los Angeles." "Vado subito. Ciao Ma', ciao Pa', Sue e Mary." Fa un cenno con la testa e si precipita fuori di casa. Lo vedo correre fuori dalla finestra. Spero che con lui Nicholas si dimostri più amichevole... Ha precisamente un anno più di me, la stessa età di D. Mary invece ha 15 anni e mezzo. Vabbè l'età non conta. Tra poco farà 16 anni. Mi ha già invitato alla sua festa di compleanno e con 4 mesi di anticipo! Beh è la migliore. Già gli voglio bene. Usciamo e mi porta in un bel bar sulla spiaggia. Si toglie la maglietta e resta in costume. "Beh, non ti spogli?" mi chiede. "Non ho il costume..." "Regola numero 1, fino a ottobre sotto i vestiti devi portare il costume. Ogni giorno è buono per andare al mare." mi strizza l'occhio e inizia a correre. I suoi capelli scuri a contrasto con la sabbia chiara e il mare fanno effetto. È una ragazza stupenda. Inizio a correre pure io e la raggiungo. Lei tira fuori il cellulare e si mette a fare foto. Ci scambiamo i numeri e iniziamo a giocare rincorrendoci. "Sue, non sei mai stata a Los Angeles giusto?" "No, mai stata." "Beh, regola numero 2, non perderti mai un tramonto. O guarda lo skyline, o il mare, è uguale. Non perderti mai un tramonto a Los Angeles." Annoto mentalmente le regole. Io amo fare fotografie, sono sicura che il tramonto sarà perfetto. Più tempo passo in questa città, più mi viene voglia di vivere, di ridere e di divertirmi. Mentre ammiriamo il sole tramontare sul mare, un pallone mi colpisce in testa. "Ma che diavolo..." "Scusami, non era nostra intenzione. Stavamo giocando e il pallone ci è sfuggito..." un ragazzo alto, abbronzato, con i capelli di un colore indecifrabile si avvicina. "Scusami ancora." "Non importa." Sfoggio il sorriso più bello del mio repertorio. In risposta anche lui mi sorride. Il suo sorriso comparato al mio è dieci, cento, mille volte migliore. Non riesco a staccare gli occhi dai suoi. Ha degli occhi bellissimi, verdi con striature arancioni verso la pupilla. Di occhi così non ne ho mai visti. "Mi chiamo Jeremy." mi porge la mano, io gliela stringo e lui mi aiuta ad alzarmi. Non mi ero nemmeno accorta di essere caduta. "Io sono Suzanne, ma mi puoi chiamare Sue." Continuo a sorridere. Non riesco a smettere di sorridere, mi fa male la faccia. "Jeremy dai vieni a giocare!" due ragazzi si avvicinano. Wow. Sono Dylan e Nicholas. Dylan è amico di Jeremy. Aspettate devo realizzare. "Hey ciao Sue!" D mi saluta. Guastafeste. "Nicholas, Dylan, Jeremy! Che bello vedervi!" Mary finalmente parla. "Vi conoscete?" Jeremy è piuttosto sorpreso. Hahah caro mio, sono sorpresa anche io. Mary inizia a spiegare. Sento vagamente le parole. Ma non mi importa. Io sto guardando Jeremy. "Oh così sei la sorella di Dylan." Il mio sguardo si incrocia con il suo. Non arrossire Sue ti prego, non arrossire. Arrossisco. "Eh si, siamo arrivati sta mattina." "Di dove eravate?" Nicholas mi rivolge stranamente la parola. Forse adesso gli sono simpatica. "Di Jackson City." Dylan arriva in mio aiuto. "Beh ragazzi, siete in tre. Siete dispari." dice Mary. "Che deduzione sorella." "Zitto Nico!" Mary incenerisce il fratello con lo sguardo e noi ci mettiamo tutti a ridere. "Stavo dicendo, prima che quello sprovveduto di mio fratello mi interrompesse, siete dispari. Possiamo giocare anche noi? Saremo sempre dispari, solo che noi non sappiamo che fare." "Hahahhaha" Jeremy scoppia a ridere. La sua risata è una cosa stupenda. "Beh allora? Giochiamo si o no?" "Ma certo che si!"
"Squadre! Maschi contro femmine?" propone Nico. "Okay!" Rispondiamo in coro io e Mary. Ci posizioniamo sul campo. Jeremy in battuta. Poco prima dell'inizio del gioco mi viene in mente un pensiero. Io sono una frana a Beach Volley. Ma ormai il gioco era iniziato, non ci si poteva tirare indietro.

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