Q U A T T R O

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Sean's pov

Era così bella. Dalla prima volta che mi sorrise, m'innamorai di lei. E poi quel bacio, fu il momento migliore della mia vita. Tenere le sue mani tra le mie, e sognare che un giorno, quel bacio sarebbe stato di qualche secondo in più.
La vedevo spesso passare davanti al negozio, la mattina, quando si distraeva dal fatto di andare a scuola. Era persa nei suoi pensieri, e i capelli ricciolini, neri, le cadevano sulle spalle molto leggiadramente. Ne aveva moltissimi. Gli occhi azzurri, leggermente socchiusi, forse per il sonno, o per sognare ad occhi aperti. E quei tatuaggi, quell'aria da dura, che fumava e beveva, ma solo per dimenticare. Anche nei difetti riusciva ad essere meravigliosa.

Avrei voluto rimanere di più con lei. Mentre tornavo a casa, ripensavo al pomeriggio in ospedale, e al fatto che sua madre era così sconvolta. Cosa le era successo?
Aveva qualcosa di talmente grave da non potermelo dire? Non lo sapevo.
Ma probabilmente me l'avrebbe detto. O almeno io speravo ciò.
Era sera, le stelle brillavano, e mi ricordavano tanto il suo sorriso.
Accesi una sigaretta, e mi guardai intorno. C'era un gruppo di ragazze, ubriache, che camminavano dondolando per la strada. Dietro, un signore anziano, con delle rose in mano. L'amore non ha età, come si dice. E ancora dietro, due ragazzi, ed una bambina. A parte queste persone, la città era deserta. Era domenica, e le persone l'indomani avrebbero lavorato.

Arrivai a casa, chiusi la porta dietro di me e andai in bagno. Mi tolsi la maglietta, ero completamente sudato. Mi passai l'acqua fresca sul viso, e mi guardai. Ero davvero ciò che vedevo riflesso? Un ragazzo di 17 anni, con i capelli ricci in disordine, sudato, e con quell'occhi stanchi.
Mi spostai in camera, buttai lo zaino a terra e mi misi sdraiato sul letto.
Dopo, scrissi un messaggio a Alice.
"Ciao Alice. Domani cosa fai?"
Ma non rispondeva.
"Quando vedi questo messaggio, rispondi."
Silenzio.
"Ti amo."
Posai il telefono. Forse dormiva, o forse aveva letto ma non voleva rispondere. Forse non avrei dovuto baciarla così presto. Forse mi amava. Forse non le importava di me.
Troppo forse per stare sveglio.

Alice's pov

Ero incinta. Quel ragazzo mi aveva appena baciata, senza esitazione. Mia madre era ancora sconvolta. Il tutto, aveva preso il sopravvento sul resto nella mia testa. Non potevo più fumare, né bere. Quindi dovevo imparare a confidarmi con qualcuno.
Ma con chi? Nessuno sarebbe stato disposto ad ascoltare le lamentele di una 17enne che pensa di aver vissuto tutta la sua vita in un giorno. Tranne che lui.
Non so cosa mi aveva bloccato quando stavo per dirglielo. Forse la paura.
Sta di fatto che poco dopo, mi scrisse.
Ma non gli risposi. Volevo che in qualche modo si dimenticasse di me. Avrei sconvolto oltre che la mia, anche la sua di vita se gli avessi detto del bambino.

'Ehy, Alice.'
'Ciao mamma.'
'Stava sorridendo quand'è andato via. È un bravissimo ragazzo, potresti invitarlo di nuovo.' Stavo per piangere.
'No, mamma. Non verrà più.'
'In qualsiasi caso verrà a sapere che sei incinta. Quindi, se non glielo dicessi, non gli faresti un favore. Se lo scopre da sé, è peggio.'
'Mamma, non capisci. Forse è innamorato di me, forse no. Quando il bambino nascerà, lui vorrà prendersene cura. Ha 17 anni, è una responsabilità enorme.'
'Ti ama. Tra poco sarete grandi, anzi lo siete già, dovreste sapere cosa vuol dire avere qualcosa di importante tra le mani, e doversene prendere cura. Quando tu eri appena nata, tuo padre era in galera. Ti ho cresciuta da sola, in due potete farcela.'

La mattina dopo, mi svegliai stanchissima. Scesi corsa le scale, ancora in pigiama, e trovai mia madre sulla soglia della cucina.
'Non vorrai mica andare a scuola?'
'Io pensavo di si..'
Mia madre si mise a ridere.
'Non ci andrai, per il fatto che non riusciresti a stare concentrata, e quindi sarebbe inutile. Potremmo cercarti un lavoretto fino a che non sarai al 7 mese.'
'Il negozio di DVD?'
'Lo sapevo. Ho già chiamato. Ti ci porto tra poco, vestiti, bene mi raccomando.'

Salii di corsa le scale, presi i Dottor Martens neri, i jeans skinny, un maglione e la sciarpona. Mi truccai leggermente con il mascara e l'eye-liner, e mi misi una collana stretta al collo, fatta a piccoli rombi. Presi il giubbotto e andai in macchina da mia madre.

10 minuti dopo, a causa del traffico, eravamo davanti al negozio. Di solito ci avremmo messo 5/6 minuti, ma oggi no.
Presi la borsa, e mi diressi nel negozio. Mia madre era dietro di me.
Aprii la porta, ed entrai accompagnata dal suono di due campanelle sul soffitto.
Sean era lì. Si girò di scatto, e mi guardò sorridendo.
Mi avvicinai al bancone.
'Mi dica, signorina.'
'Sean, sono qua per lavoro. Dovrei anche parlarti, seriamente.'
Il sorriso scomparì.
'Vieni di là.'
Mia madre stava conversando con il direttore, mi fermò un attimo e disse:
'Benvenuta da noi.'
Gli sorrisi, e raggiunsi Sean nel retro.
'Dimmi pure.'
'In ospedale.. Esattamente.. I-io..'
'Stai tranquilla. Qualsiasi cosa sia, io ci sarò per te.'
"Anche sta volta?" Pensai.
'Sean, sono incinta.'

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 07, 2015 ⏰

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