1- Sogno d'amore

112 12 18
                                    

E forse era solo un sogno, un sogno d'amore. Il desiderio straziante di quel qualcosa che manca.
Ma l'amore è così piccolo e immenso, per un gigante.
Era ciò che quelle nuvole zucchero filato continuavano a ricordargli, mentre le attraversava con occhi che guardavano senza vedere.
Come avrebbe potuto? Non poteva, non poteva, era troppo per lui. Era troppo per lei.
Lui, per il quale non esistevano vestiti lunghi abbastanza da coprirlo o scarpe grandi abbastanza per ospitare quelle grandi pietre piatte che chiamava piedi. Lui, con quegli occhi come palle da biliardo e le orecchie che uscivano dalle tempie come buffi ombrelli. E quelle sopracciglia come i baffi di un pittore francese, quel ciuffo di capelli che sfiorava i corpi immacolati delle nuvole. Lui, un gigante.
E lei, una sirenetta smarrita dai folti capelli color caramella, che come le onde in cui viveva fluttuavano attorno alla sua testolina perfettamente proporzionata.
Esseri eterni, le sirene. Possibile che lei avesse qualche centinaio di anni, ed era fresca come un nuovo germoglio. I giganti, invece, sembrano antiche reliquie fin dal giorno in cui nascono.
Il gigante avrebbe potuto sbriciolare una delle tante barche a vela che passavano di lì come chiunque sbriciola un biscotto, ma la sirena appariva nelle sue mani come un fiore rosa fresco e delicato. Aveva timore anche solo a sfiorarla, ma la prese fra le braccia e, facendo attenzione a non graffiarla con le fronde prominenti degli alberi più alti, la trasportò in silenzio attraverso quel luogo un tempo desolato che ora risultava il ritratto dei pensieri del gigante. Il terreno era fiorito come di mille smeraldi, luccichii argentati fluttuavano a qualche centimetro da terra e il gigante aveva paura di rovinarli attraversandoli con le sue possenti caviglie.
I raggi del sole fuggivano dalle nuvole e riuscivano a raggiungere il bosco per la prima volta.
E il cielo e il mare erano blu.

Il mare: era lì che il gigante stava portando la sirena. Non sapeva come fosse arrivata a trovarsi nel bosco, ma lì l'aveva trovata, come un segno del fato.

Alla gente non piacciono i giganti. Non che siano creature violente, ma sicuramente non sono attraenti e poco ingombranti. Un gigante non potrebbe mai vivere in paese, perchè il paese lo potrebbe ospitare per intero sulla propria schiena.
Alla gente non piacciono neanche le sirene, quando si tratta di incontrarle. Preferiscono leggerne e vederne le rappresentazioni su quei grandi libri di storie che spesso popolano le loro case. Di certo sono più benvenute dei giganti, ma la vita sulla terraferma, per loro sarebbe comunque impraticabile.

E così loro erano opposti, una nel mare e l'altro nel bosco, una davanti e uno dietro il paese dove non potevano vivere.
Era quello il loro destino? Vivere distanti ma entrambi allontanati dalla terra che li univa?

Il gigante, trovatosi al confine del paese, lo aggirò e arrivò al mare con venti grandi passi, lenti e pesanti come quelli di un elefante. Non si era mai spinto così lontano, ora per la prima volta poteva provare la sensazione dei miliardi di granelli di sabbia che sentiva scivolare nelle buche che creava con i piedi. Adagiò, con delicatezza irriconducibile alla sua stazza, la piccola sirena nei primi metri di acqua.
Le diede una spintarella per mandarla al largo, spostando le barche a vela per aprirle la strada verso il tramonto.

L'avrebbe mai più vista? Non lo sapeva. Per ora poteva solo sperare.

Ma l'amore è così piccolo e immenso, per un gigante.

*581 parole*
Per il Contest Tela Bianca

- Musica: Sogno d'amore (Liebestraum n.3), F. Liszt

𝚁𝚊𝚌𝚌𝚘𝚕𝚝𝚊 𝚍𝚒 Oᑎᗴ-ՏᕼOTՏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora