Così strano, quell'uomo. Piccolo, con qualche capello color cenere ritto sul capo nudo, la pelle cadente per il troppo vivere e quelle strane lentiggini che hanno solo i vecchi. Sedeva lì, misero e felice, a contemplare la luna quasi volesse annegarci. Gli occhi socchiusi e il sorriso sornione, come osservando un miracolo visibile solo a lui, ma al contempo aspirando a qualcosa di più. Chissà da quale sogno irrealizzato era fuggito per una vita così lunga, chissà se desiderasse vederlo realizzato proprio lì, su quella candida superficie.
Correvo nella direzione opposta, non verso di lui e la sua luna. Un calzino volò via dalla mia borsa e si perse nel nulla. Perfino i calzini, aveva insistito a donarmi: "Prendili, tu sei giovane e bello, guardami, ti sembra che io ne abbia ancora bisogno?" I calzini, il copricapo dalla colorazione anonima che gli copriva quei pochi capelli, la sciarpa che proteggeva dalle intemperie il collo sottile e la mascella priva di denti, il cappotto pesante e invisibile che lo salvava dalla morte impaziente.
Avevo visto la sua capanna da lontano. Da sola nel nulla, qualche comignolo ritto sul tetto nudo, le finestre cadenti per il troppo vivere e chissà quante generazioni di licheni che punteggiavano le pareti. Stava lì, storta e felice, nella luce della luna che sembrava inghiottirla. Nessuna luce era accesa, il silenzio la abitava, tutto dormiva, era vuota. La serratura non era certo fatta per tenere lontano i ladri e cedette quasi contenta di farmi entrare. Un lumino spento illuminava un tavolo traballante con i resti di una cena solitaria, un fornelletto che fungeva sicuramente anche da stufa e una poltrona quadrata e compatta davanti alla finestra. Fui investito dal senso di colpa: chi ero io per violare uno spazio così intimo? Chi ero io per lasciarmi accogliere in una vita che volevo depredare? Ma la fame era più forte dell'etica, e cominciai a frugare nei cassetti e tra gli scaffali della libreria. Il vuoto li riempiva. Il vuoto, e una foto, una foto della luna. Il lumino si accese illuminando i miei occhi colpevoli. Il vecchio mi guardava, per niente stupito, in mano ancora il fiammifero acceso che si affrettò a spegnere agitandolo come avrebbe fatto un bambino. Non ebbi neanche la dignità di parlare. Ero lì, ammutolito, stringendo tra le mani la foto del suo amore. Lentamente, a fatica, prese il lumino e lo avvicinò al mio viso, assicurandosi che i suoi occhi anziani non lo stessero tradendo. "Hai freddo?" Chiese, e quando non risposi alzò la voce divertito: "Allora? Hai freddo?" Annuii senza voce. Lui sorrise e cominciò a darmi i suoi vestiti. Delle scarpe nere sfondate che un tempo erano state sicuramente eleganti, un maglione scuro con i fili che uscivano dalle maglie e le toppe in corrispondenza dei gomiti, un cravattino verde a righe nere, lungo quanto bastava per sbucare appena al colletto della camicia ingiallita. "E ora? Hai freddo?" Scossi la testa, capace solo di ricevere. Porsi la fotografia alle sue mani consumate, ma lui la rifiutò con dolcezza. "Puoi tenerla. È solo una piccola parte, ma è tutto ciò che posso darti". Ero un intruso ma per lui ero un nipotino nel giorno di natale.
E io me ne andai, così, senza la forza di ringraziarlo, ucciso dalla gentilezza, e voltandomi nel buio lo vidi lì, sulla sua poltrona quadrata, a osservare ciò che aveva sempre desiderato e che ora sognava di donarmi.
*Ciao a tutti, volevo fare una precisazione per quanto riguarda questo racconto. La traccia mi è stata data in un compito in classe, che mi dava alcuni elementi sparsi della fabula (Un ladro vuole derubare una capanna ma non trova niente, il proprietario lo sorprende e, dispiacendosi nel trovarlo deluso, gli dona i suoi vestiti. Quando il ladro se ne va, il vecchio pensa che vorrebbe donargli la luna). Da lì dovevo scrivere la storia. Per fortuna sono riuscita a tenermi la brutta copia del compito e a trascrivere il racconto qui, ma purtroppo non so a chi intestare (parlando informalmente) i diritti su questa storia. Spero comunque che vi sia piaciuta, grazie di aver letto!*
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𝚁𝚊𝚌𝚌𝚘𝚕𝚝𝚊 𝚍𝚒 Oᑎᗴ-ՏᕼOTՏ
Short Story𝐵𝑟𝑒𝑣𝑖 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑒 𝑑𝑖 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒. 🥇 1° Posto al concorso Tela Bianca con "L'incoscienza dell'essere"