6 - Il profumo delle rose

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Sempre i petali. Sono fissati con questi petali. Siamo fortunati a lavorare con i petali e non con i sassi, dicono. Rosa, bianco, giallo, arancione. Petali su petali, ovunque. E volano tutto intorno quando si alza il vento, ed è bellissimo.

Sarebbe più bello se non dovessimo aspettare dodici ore di lavoro per vedere alzarsi il vento. Ma se vuoi mangiare devi pagare il cibo, se devi pagare il cibo devi avere i soldi, e se vuoi avere i soldi devi lavorare, dicono. E quindi eccoci qui, a lavorare, per prendere soldi, per pagare il cibo, per mangiare.

Quando la città si sveglia noi siamo già in piedi da ore, a raccogliere tulipani e garofani e a piantarne di nuovi in modo da averne da raccogliere il giorno dopo. Le rose sono i fiori più belli, dicono. Per noi sono tutti uguali.

La scuola è un'utopia. Se lavori tanto la tua famiglia diventerà abbastanza ricca da mandarti a studiare, dicono. Ma a quanto pare non lavoriamo abbastanza. Da che ne abbiamo memoria le nostre giornate sono state così. Raccogli i fiori e lascia che alcuni petali cadano accidentalmente dalle corolle, così quando arriva il tramonto il vento li fa volare tutti insieme in scie assurde e colorate, ed è bellissimo.

Il cemento ha un odore nauseante. E invece senti come è buono l'odore dei fiori, senti che buon profumo, dicono. A forza di odorarlo per dodici ore, però, il profumo non si sente più. Si sente solo il fetore del resto del mondo una volta che lasciamo il campo, di sera.

La schiena, a forza di stare piegati, ci tormenta come se fossimo mezzo secolo più vecchi di come siamo veramente. Ma dopo un po' ci si fa l'abitudine, dopo un po' non si sente più, dicono. E hanno ragione. Ma a quel punto, quando ormai non fa più male se siamo prostrati, comincia a fare male quando siamo dritti.

Lavoriamo sei giorni alla settimana, ininterrottamente, anche durante le feste, che in quel periodo i fiori servono di più. Sei giorni su sette, quindi quel settimo giorno è libero, dicono. L'unico giorno in cui possiamo spendere quei soldi che abbiamo guadagnato, e a quel punto non ne abbiamo più, e allora ricomincia la settimana, e questa catena non ha una fine.

Lavoriamo quasi come se il resto del mondo non fosse chiuso in casa, a pensare a proteggersi, che forse la vita vale abbastanza da tenersela stretta. Nei campi è più sicuro, il virus c'è di meno all'aperto, dicono. Magari prendessimo il virus, a quel punto potremmo rimanere a casa. Ma bisogna fare attenzione e starne lontani, perché chi rimane a casa non può guadagnare, e chi non guadagna diventa povero.

E allora continuiamo, continuiamo a lavorare, anche se il mondo crolla attorno a noi, noi rimaniamo in quel campo, a raccogliere fiori e a piantarne di nuovi, ad aspettare che arrivi il tramonto, così che il vento faccia volare i petali tutto intorno, che è bellissimo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 27, 2022 ⏰

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