Dolce?

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Sfortunatamente usciti dal locale presi una storta alla caviglia, precisamente a quella della gamba che aveva fatto un po' più di fatica a guarire...

Shota sembrava leggermente preoccupato per me e in parte anche Hizashi, ma li tranquillizzai entrambi, dicendo loro che era solo appunto una storta.

Salutammo Hizashi ed io e Shota tornammo alla macchina, ovviamente stringevo con me la preziosa rosa scarlatta, mentre invece lui mi strinse al suo fianco per evitarmi qualche caduta di troppo.

Arrivati in macchina mi chiese se stessi bene, se quei ragazzi mi avessero infastidita o turbata in qualche modo e se potesse fare qualcosa per farmi stare meglio.

Risposi che non doveva affatto preoccuparsi, che stavo bene, mi sentivo al sicuro con lui e che quindi la cosa non mi creò troppo disturbo.

Mi guardò per un momento, poi prese la mia mano e la portò vicino al suo viso, baciandone il dorso, per poi portarla sulla sua gamba, trattenendola.

Un po' mi piaceva... quando era geloso...

Soprattutto perché temeva che certe situazioni potessero darmi disagio, lo apprezzavo per questo.

Ma in fin dei conti non mi dispiaceva neanche l'idea che fosse adirato puramente per il fatto che altri oltre a lui potessero guardarmi in quel modo...

Una volta arrivati parcheggiò, mi aprì la portiera dell'auto e si inginocchiò dandomi le spalle.

Momoiro: Uh?
Aizawa: Sali su.
Momoiro: Intendi...
Aizawa: Sì, ti porto io.
Momoiro: Forse non dovresti ancora-...
Aizawa: Tranquilla, sono solo pochi passi.

Così, anche se un po' titubante, accettai.
Salì sulla sua schiena, a cavalcioni, mentre lui mi portò in casa.

Una volta entrati mi portò fino al divano, facendomi stendere, poi andò in cucina, accendendo una piccola luce di cortesia.

Per metà salotto vi era una lieve luce soffusa, che donava un'atmosfera suggestiva.

Tornò poco dopo con un bicchiere pieno d'acqua in una mano, per la rosa, e con una borsa del ghiaccio nell'altra, che poggiò un momento sul tavolino.

Momoiro: Grazie Shota, tranquillo adesso posso-...
Aizawa: ...faccio io...

Disse, interrompendomi, con voce più roca e profonda del solito.

Momoiro: ...va tutto bene...?

Si sedette in silenzio sul divano, accanto a me, e lentamente iniziò a slacciarmi il cinturino della scarpa legato alla mia caviglia.

Aizawa: ...non lo so...
Momoiro: ...c-che vuoi dire... ti senti male?
Aizawa: ...no, non si tratta di quello.
Momoiro: ...allora cosa...?

Mi sfilò la scarpa, prendendola dal tacco alla punta, posandola poi sul pavimento afferrandone il dorso con le dita.
Subito dopo prese il ghiaccio.

Aizawa: Potrebbe farti male.

Disse, per poi poggiare quella borsa di stoffa gelata sulla mia caviglia.

Trattenni una smorfia di dolore, in effetti faceva un po' male...

La notò.

Momoiro: Sto bene!

Mi affrettai a dire, con voce tremolante e fingendo un sorriso... così finto che non riuscii a guardarlo negli occhi mentre lo facevo...

Aizawa: Non sai fingere.

Sorrise malinconico, appena pronunciate quelle parole.

Momoiro: ...Shota... cosa c'è che non va?

Allontanò un momento il ghiaccio, notando quanto arrossata fosse la zona in questione, iniziando invece a farmi un massaggio delicato alla caviglia.

Le sue mani erano leggere ed eleganti... calde ed avvolgenti.

Aizawa: ...ti faccio male?

Scossi appena la testa, sorridendo, per dire di no.

Rimanemmo in silenzio per diversi minuti, nessuno dei due sapeva cosa dire...

Momoiro: ...grazie, va molto meglio adesso, non preoccuparti...
Aizawa: ...
Momoiro: ...sei stato davvero dolce, stasera.

Terminò quel massaggio delicato e sollevò la testa, portando il suo sguardo su di me.

Aizawa: ...dolce...hai detto?

Mi guardò, le sue iridi non ricordavano più pozzi neri... ma bracieri...

...neri come carbone mi fissarono, insistentemente...

Le sue mani cominciarono a salire, scivolando sulla mia gamba... intanto lui si avvicinava sempre di più, sopra di me, per poi fermarsi poco sopra l'orlo della gonna.

Aizawa: ...ti sembro... dolce?

Mi chiese, mentre il suo sguardo incatenato al mio non accennava a staccarsi un momento.

Arrossii.

Momoiro: ...c-cosa-...?

Finalmente sciolse quella presa dai miei occhi, ma solo per avvicinarsi al mio collo e sussurrarmi all'orecchio.

Aizawa: ...non è così che mi sento io... non c'è niente di dolce in me, stasera...

Subito dopo avvertii qualcosa di caldo avvolgermi la vita, era la sua mano, che iniziò a stringermi.

-Aizawa pov-

Non ce la facevo più.
Quella serata era stata anche troppa per me.

Tutte quelle emozioni improvvise, che non sapevo da dove venissero...

Quella ragazza... tanto sconosciuta quanto familiare...

Mi comportavo spontaneamente, guidato più da istinto, impulsi ed emozioni forti che non dalla dolcezza dei ricordi che ancora non avevo recuperato.

Prima il vestito e poi lei, con la sua bellezza, eleganza e finezza...

La sua schiena e le sue lunghe gambe scoperte, capelli raccolti e collo esposto...
...le sue dannate forme...

Più la guardavo e più mi sembrava sinuosa e perfetta.

Con quei capelli sciolti, liberi di vagare sulla sua schiena nuda.

Ebbi già occasione, in quei giorni...
...ma quella sera capii perfettamente il perché mi fossi innamorato di lei...

E dopo averla portata sulle mie spalle, mentre la reggevo, tenendola per le cosce... la distesi sul divano, massaggiando la sua caviglia livida, mentre le guardavo il viso... per metà coperto dall'ombra della stanza buia, mentre l'altra metà, illuminata, mostrava quegli occhi chiari e limpidi guardarmi con affetto, amore... e desiderio...

Quanto ti stai sbagliando su di me... stasera...
...non c'è nulla di dolce nella mia testa e nelle mie intenzioni.

Non ci riesco Momo-chan...
...non riesco più a trattenermi...

-pov end-

Un sapore dimenticato - Aizawa x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora