PARTE 7

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-cosa devo fare quindi?- domandò Julie curiosa. Voleva andare infondo a quella situazione e lo avrebbe fatto. Costi quel che costi.
-darci informazioni, più che puoi in realtà. Julie, l'altra variante, purtroppo non riusciamo più a rintracciarla. Ci serve sapere dove possa essere- ammise Mobius continuando a camminare per quei corridoi seguito dalla mora.
-okay. Ad una condizione-
-io verrò con voi- rispose secca la donna.
-non se ne parla. Punto numero uno: sei una variante, non uscirai da qui per nessuna ragione al mondo. Punto numero due: sei quasi al settimo mese di gravidanza, non ti porterò sulla coscienza per sempre- disse Mobius fermandosi di colpo per guardarla negli occhi.
L'aiuto di lei era indispensabile, si, ma non l'avrebbe portata da nessuna parte in una missione suicida. Malgrado anche lei fosse una "nemica" sapeva che fosse buona o altrimenti non ci avrebbe pensato due secondi in più e l'avrebbe ucciso in qualche modo. Invece stava lì, lo ascoltava e cercava di aiutarlo.
-Mobius. Sono letteralmente l'unica che può aiutarti. Non hai altra scelta e comunque so cavarmela da sola. Se solo non mi avessi legato con questo orribile collare- disse mettendosi le mani attorno al collo e cercando di staccare quell'aggeggio, fallendo.
-va bene ma appena cercherai di scappare-
-saró annientata, si sì- ripetè lei scocciata da quella storia.
L'uomo sembró fidarsi. Non sapeva se farlo. Infondo anche lei era una variante e, oltre a studiarla e quindi, sapere i momenti essenziali della sua vita, non sapeva esattamente come si comportasse con gli estranei.
Lei doveva fidarsi. Non ne era della sua natura, anzi, come aveva detto Mobius, era una persona davvero diffidente. Però doveva. Doveva perché questa volta non c'era in ballo solo lei ma anche suo figlio.
-molto bene allora- riprese Mobius tornando a camminare per chissà quale stanza seguito da Julie.
-devo sapere dove ti nasconderesti, in quale data e perché-
-e tu devi dirmi cosa sta succedendo. Non posso lavorare stando all'oscuro di tutta la faccenda- rispose lei astutamente. Non gli avrebbe detto nulla se non avesse iniziato a parlare prima lui.
-la situazione è molto semplice. Ti ricordi quando eri sotto controllo dell'Hydra giusto?-
-si-
-a quanto pare il vostro compare Dottor Zola vi ha dato l'incarico di rubare il Tesseract-
-ma il Tesseract si trova ad Asgard giusto?- lo interruppe la mora.
-ed è qui che ti sbagli perché si trova proprio nel New Jersey o almeno, nel 1970-
-quando Steve e Tony sono andati a riprendere le gemme dell'infinito in quell'epoca...- sussurrò lei più come riflessione personale che per far capire a Mobius che la stesse seguendo e sapesse di cosa stesse parlando.
-esattamente. Ora. Tu e Bucky, della vostra Linea temporale, non avete mai realizzato quella missione. Questi due, invece, si. Hanno trovato il Tesseract e sono riusciti a capire come funzionasse- concluse il discorso l'uomo.
-come fai ad essere certo che siano proprio dove sto pensando?- chiese curiosa la donna.
-si sono separati e solo tu puoi riuscire a scovare il luogo in cui si trovano- ammise Mobius aprendo le porte di un'enorme stanza.
C'erano dei dipendenti e poi, uno schermo particolare che dava una linea dritta e una ramificazione che saliva verso l'alto.
Julie osservò incuriosita quello schermo, capendo immediatamente che quella ramificazione era l'infrazione della sacra linea temporale.
Ritornó il se, cercando di analizzare la situazione.
Julie...
Dove sarebbe andata lei? C'erano una marea di posti infiniti in cui poteva andare: la base degli Avengers, la casa di Bucky, casa di Sam, Italia, Austria, in qualunque posto ma...solo in una non avrebbe dato fastidio in alcun modo a qualcuno.
-devi portarmi nella mia vecchia casa- affermó Julie decisa. Sapeva che quella sarebbe stata la scelta giusta.
-quella tua e del tuo patrigno?- domandò l'uomo per essere sicuro.
-esatto-
-in che annata più o meno?- chiese poi.
-se dobbiamo pensare che deve essere distrutta e non ci deve essere la me del 2024...direi all'incirca verso il 1970-
-ma certo. Si spostano insieme negli anni ma in luoghi differenti- disse Mobius sbattendosi una mano sulla fronte.
Julie si muoveva dove non poteva modificare il futuro di niente e di nessuno. Stando in una casa abbandonata da tempo, che a differenza di quella di James non era stata venduta, non avrebbe modificato la sacra linea temporale.
Mobius iniziò a digitare qualcosa di strano sopra una specie di joypad molto antico e una di quelle strane porte si formó davanti a loro.
-andiamo a recuperare quelle varianti- disse Mobius mentre altre guardie si avvicinarono a loro, pronte ad entrare insieme ai due.
-andiamo-

A un passo dalla felicità 2/ Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora