PARTE 16

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James era seduto sulla sedia a dondolo.
Seduti sulle scale si trovavano Sam e Sarah.
Da quando erano tornati da quel fatidico incontro con Zemo, Sam e Sarah si erano offerti di rimanere con James, almeno fino a quando lui non si sarebbe ripreso.
Un mese era ormai volato via.
Un mese vuoto e pieno di sofferenze.
Ogni notte James sognava di stare con Julie, di sfiorare la sua pelle delicata e morbida, di sentirla vicino.
Immaginava di percorrere con le dita disegni immaginari sulla pancia di Julie.
Poi si svegliava e capiva che era tutto un sogno.
Lei e suo figlio non erano lì con lui. Era solo. Perso.
-vado a prendere un bicchiere d'acqua. Volete qualcosa anche voi?- domandò Sam guardando prima James e poi sua sorella.
Lo sguardo di James era come sempre rivolto verso la campagna, nel nulla più totale.
Ma Sam era contento. Era contento perché questa volta aveva Bucky sott'occhio e James non lo aveva respinto come l'ultima volta.
Se Julie però fosse stata ancora lì, sarebbe stato tutto perfetto, sia per lui, per sua sorella e soprattutto per Bucky.
-no grazie- rispose Sarah.
James teneva ancora lo sguardo verso il nulla più totale. Davanti a se.
Non gli rispose e Sam capì immediatamente che Barnes non voleva nessun'acqua.
Se l'avesse voluta si sarebbe alzato da solo.
Quando Sam ritornò si rimise seduto al suo posto, guardando al lato sinistro della casa dove si trovava un prato completamente verde. La pace in quella casa era enorme, anche fin troppa contando che domani sarebbe stato il giorno in cui Julie avrebbe dovuto partorire.
Erano riusciti ad avere la data esatta della nascita di Michael e per loro era stata una fortuna.
-mancano 24h- bisbigliò Bucky continuando a guardare il vuoto.
I due fratelli capirono alla perfezione a cosa si stesse riferendo.
24h e Julie sarebbe dovuta essere in ospedale. Avevano prenotato tutto. Anche la stanza in cui sarebbe dovuto nascere il piccolo. E glielo avevano fatto fare. Perché loro avevano salvato l'universo e tutti si sentivano in debito.
Sam tornò a guardare quel prato verde.
Una luce però, una specie di portale rettangolare di color arancione, che avrebbe contenuto giusto giusto una persona, si era materializzato sul prato.
Una figura, una donna, capelli marroni uscì dal portale lentamente, guardando verso la loro direzione. Il pancione bello pieno, quella donna era incinta. Quella donna era Julie.
Lei sorrideva e a momenti stava per mettersi a piangere. Sam la vedeva, vedeva il suo sguardo malgrado fosse lontana.
-Bucky...- sussurrò Sam.
Sarah si accorse della figura sul prato e riuscì a vedere in tempo il portale chiudersi dietro di lei.
-oh mio Dio...- sussurrò Sarah.
Bucky alzó lentamente lo sguardo sul viso di Sam, vedendolo guardare verso il prato alla sua sinistra si giró anche lui.
Una questione di istanti.
Il momento della realizzazione.
Il momento in cui capì che la donna che aveva sempre amato era davanti a lui.
-JULIE- urló James correndo immediatamente verso la sua direzione.
Scese le scale e iniziò a correre più velocemente possibile.
Corse corse e corse con le lacrime agli occhi, la vista annebbiata.
Questa volta però lei non aveva schioccato il guanto e lui non stava correndo per salvarla.
Lei ora era lì, viva.
Julie camminava lentamente, affaticata dal peso di quel pancione.
-BUCKY- urló lei per farsi sentire.
Lui sorrise ingenuamente. Un sorriso vero dopo due mesi e mezzo di agonia.
Correva e correva, usava tutte le sue forze per spingere sempre di più.
E a pochi metri di distanza da lei non poteva ancora crederci.
Rallentò la corsa e si fiondò direttamente sulle sue labbra. Le labbra che aveva tanto atteso. Se la strinse forte a se, cercando di non farlo troppo forte per non disturbare il piccolo.
-doll, s-sei qui- disse James stringendola affettuosamente a se e baciandola su tutto il viso.
Aveva tante domande da fare. Ma non ora.
-Bucky sono felice di vederti ma devi portarmi subito in ospedale- lo fermó immediatamente lei.
-manca ancora un giorno intero- le ricordò lui.
-no James. È in anticipo, credo mi si siano già rotte le acque- disse lei tenendosi il pancione.
James rimase perplesso. Di sasso.
"Merda" pensò tra se e se.
Sam e Sarah erano arrivati.
Ma di tempo per andare in ospedale non c'era. Erano troppo lontani.
-Julie entra in casa. Ci penso io- disse Sarah. Per fortuna lei era un'infermiera. O almeno, lo era stata.
Bucky prese immediatamente Julie in braccio, cercando di fare il più piano possibile. E mentre Julie si contorceva dal dolore, erano già arrivati nella loro camera matrimoniale.
Presero degli asciugamani e li misero su tutto il letto.
-Sam esci fuori, qui siamo pronti- disse Sarah mentre James aveva porso la sua mano in vibranio a Julie.
Sarah tolse immediatamente i pantaloni e le mutande di Julie, non c'era più tempo da perdere.
-ora devi spingere Julie- l'avvertì Sarah.
Il dolore allucinante colpiva sia lo stomaco che la testa.
-tranquilla doll, ci sei. Io sono qui con te. Siamo di nuovo insieme- sussurrò lentamente James porgendole l'altra mano.
Se con quella in vibranio non sentiva pressoché nulla, ora sentiva tutto il dolore che Julie stava usando sul braccio.
Gli occhi di lei divennero viola ma le parole di James le avevano dato forza.
E dopo mezz'ora di dolori un pianto si fece chiaro nella stanza.
Sarah sorrideva.
Julie era stravolta.
James aveva le pupille allargate al massimo.
-James prendimi quell'asciugamano, devo lavare il bambino-
E il bimbo piangeva, finché non arrivò alle braccia della mamma.
-sei qui Michael. Finalmente sei qui-

A un passo dalla felicità 2/ Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora