PARTE 5, DANIEL. CAPITOLO 12: "LONTANO DA QUI"

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Sfrecciavo pù forte che potevo, non lo davo a vedere ma avevo veramente paura. Paura che la mia vita potesse frantumarsi in mille pezzi. E tutto era nelle mie mani...
Percorrendo le stradine piene di dossi, la droga che avevo in tasca sobbalzò. Avrei voluto farmi un po, ma non potevo. Non in quella situazione.
Scesi dallautomobile, aprii la porta di casa con le chiavi.
-Candeggina, mocio, guanti, tappeti e asciugamani.
Continuavo a ripetermi. Per la prima volta nella mia vita, ubbidivo a qualcuno, e non a me stesso. Mi meravigliavo del mio comportamento. Caricai tutto nel baule dellauto e mi diressi verso Villa Vergine.
Parcheggiai la mia macchina davanti alla dimora, senza preoccuparmi se qualcuno potesse arrivare. Presi tutte le cose che avevo raccattato e bussai al batacchio. Mi aprì Tom, lo ignorai per non peggiorare ulteriormente la situazione. Come se già non fosse grave...
-Perché lhai fatto ?! Volevi raccontare tutto vero?! Urlava Bryan contro ad Ellie.
-Vergognati ! Fortuna che era impostato il vivavoce e abbiamo potuto sentire che li chiamavi ! La sgridò Aila.
-Ora smettetela di attaccarla ! Pensate voi al suo posto ! La difese Sarah
-Stai zitta Sarah ! Tutti siamo in una posizione sgradevole ! La attaccò Jean.
-Si può sapere che cazzo è successo ?! Gridai io.
-E... è colpa sua ! Ha chiamato il 911, ma fortunatamente abbiamo rimediato prima che il danno fosse irreparabile ! Sbraitò Bryan.
Ellie era in lacrime.
-Perché ?! Ma lo volete capire che non è un gioco ! E litigando stiamo solo peggiorando la cosa ! Disse Cora, cercando di fare da paciere.
-Io... mi sono fatta prendere dal panico... ma... ma non avrei mai osato tradirvi... Disse Ellie tra un singhiozzo e laltro.
-Non è una buona scusa ! Continuò Bryan.
-Ora basta !-Intervenne Eric- Hai portato tutto? Mi chiese lui.
-Sissignore. Gli dissi io ironicamente. Unironia mischiata a paura e timore.
Cora si fece avanti.
-Datemi il mocio e la candeggina. Voglio porre fine a questa cosa al più presto.
-Dammi gli asciugamani e il tappeto. Mi disse Eric.
Lui e Cora avvolsero il corpo di Michael dentro.
-Apri il baule dellauto. La porteremo lontano da qui. Con gli asciugamani non sarà presente il DNA di Michael nel bagagliaio.
-Scordatelo ! Gli dissi io categoricamente.
-La situazione è già piuttosto drammatica, non infierire.
-Oh no, credimi : ho portato loccorrente ma troverete un altro modo.
-Ascolta brutto pezzo di merda, se non fai quello che ti ha detto giuro sulla tua vita di merda che chiamo il 911 e confesso tutto !!! Mi urlò Aila. A quel punto accettai.
Svolgemmo lingrato compito. Avevo un morto nella mia auto...
Tra i numerosi alcolici, stranamente cera dellacqua. Cora la mischiò nel secchio del mocio assieme alla candeggina. Incominciò a pulire, una lacrima le rigava la guancia.
-Cora, se non te la senti... Le disse Sarah.
-No,no, ce la faccio. Rispose lei.
Pulì fino allultima goccia di sangue presente sul pavimento.
Era quasi mezzanotte.
-Ascoltatemi. Ora tornate a casa vostra, fate finta di niente, è stata una serata come tutte le altre. Andremo io e Daniel. Sarah, tu vieni con noi, o mamma e papà si insospettiranno vedendo tornare solo te. Disse Eric.
-Certo... eccomi...
-Vengo anche io ! Starò con te Sarah, ci dobbiamo solo sostenere a vicenda in questo momento ! Esclamò Cora.
Gli altri tornarono a casa. Una sola parola e poteva crollare tutto il castello di menzogne e inganni che stavamo costruendo.
Di certo non viaggiavo con la migliore compagnia, ma quando si insabbia un omicidio non si pensa molto a con chi svolgerai questo compito.
Salii alla postazione del guidatore, Eric sul sedile affianco a me. Cora e Sarah erano dietro.
-Dove vado ? Chiesi io a Eric.
-Lontano. Lontano da qui.

I CRIMINI DI VILLA VERGINE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora