ERIC, PARTE 1. CAPITOLO 2 : "OCCHI VERDI CHE MI PENETRAVANO IL CUORE'

63 4 3
                                    

Le varie parti indicano chi sta narrando la vicenda. Quindi, in questo caso, il narratore è Eric.
                            ****
Il telefono vibrò. Erano le 08:00 di domenica mattina. Come ero solito fare nel week-end, mi sottoposi ad un'intensa sessione di allenamento. Uscii a fare una corsa e, quando tornai, trovai mia mamma in cucina, che mi aveva appena preparato un delizioso porridge proteico.
-Sei stanco, Eric. Mangia e recupera le energie.
-Certo, mamma. Dopo mi farò una doccia.
Il mio smartphone non esitò a suonare. Il gruppo Whatsapp dove ci scrivevamo io e miei amici non prendeva mai un giorno di ferie...
Mia madre me lo strappò di mano.
-Quante volte ti ho detto di non usare il telefono a tavola ?! Mi disse con aria di rimprovero.
Sbuffai, gustandomi una colazione tutt'altro che parca.
Alla fine del pasto, mia madre mi diede il cellulare. Lo presi e, come una gazzella fuggente da un leone, mi rifugiai nella mia camera. Vidi ciò che avevano scritto i miei amici.
-Che ne dite di uscire verso le 2 ? Esordì il mio amico Tom.
Io e lui eravamo insieme da una vita, eppure mi sembrava ieri quando lo conobbi. Il primo giorno alla scuola elementare, quando non conosci nessuno e un bambino ti chiede di sederti accanto a lui a mensa. Iniziò tutto da quel suo semplice gesto.
Eravamo circondati da ragazze, non che ci lamentassimo, ma subire i pettegolezzi, le loro crisi isteriche e i Tik Tok di gruppo non era una passeggiata.
Al messaggio di Tom tutte acconsentirono.
Ci conoscevamo da sempre, avevamo sempre vissuto nel nostro paesello di campagna immerso nello stato del Tennessee.
Il nostro punto di ritrovo era un vecchio parco, abbandonato a se stesso.
E così, come ogni pomeriggio del week-end, ci incontrammo lì.
Io e Tom, sempre in orario, facevamo chiacchierate immense prima che ci raggiungessero le altre.
-Allora? Tutt'apposto? Gli chiesi io.
-Come vuoi che vada ? Sono costretto a venire nella mia mano, non avendo una ragazza.
-Pretendi l'impossibile : chi si filerebbe un cesso come te ?
-Sei uno stronzo ! Mi disse lui.
Scoppiammo a ridere, il nostro rapporto si basava su questo tipo di ironia.
Finalmente, giunsero al nostro cospetto le ragazze, o meglio andammo noi incontro a loro.
-Ciao ! Approfittiamo di questo momento per un post su Instagram ! Disse Sarah.
Ho una sorella, se così si può definire. Praticamente Sarah abita a casa delle sue migliori amiche : Ellie, molto intraprendente ed ambiziosa, e Cora, simpatica e solare, con una cotta mostruosa per me, non ricambiata.
Sarah scattò una foto per il suo profilo Instagram, più precisamente quindici foto prima di scegliere la prescelta.
La nostra futura influencer, però, non desiderava restare in quel paesino sperduto, ma fare successo altrove. Era da quando aveva 10 anni che desiderava trasferirsi a Los Angeles e attendeva la fine delle superiori per realizzare il suo sogno.
-Pizzetta tattica e pettegolezzi ? Propose Ellie.
-Certo che sì ! Risposero Sarah e Cora.
Fu in quel momento, però, che vedemmo Gli Stronzi. Così li chiamavamo, o meglio li chiamavano le ragazze.
L'altro gruppo di nostri coetanei presente a  Falltown, il nostro paese.
Tempo prima, andavamo d'accordo. Ma un semplice diverbio alle medie, ideologie diverse, abitudini diverse, vite diverse, possono instaurare un odio profondo tra due gruppi, come nel nostro caso.
Ogni volta che li vedevo, non facevo che ammirare la bellezza di una di loro : Maisie.
I capelli castano chiaro le ricadevano sulle spalle, i suoi occhi verdi mi penetravano il cuore. Non le avevo mai rivelato i miei sentimenti, ma avrei voluto. Lei, però, era fidanzata con quello strafottente di Michael. Un viscido.
Avevamo avuto la pigrizia e sfortuna di scegliere la stessa scuola superiore, la più vicina lì a Falltown.
I nostri sguardi si incrociarono.
-Ciao. Gli dicemmo io e Tom.
Loro ricambiarono.
Non so perché li salutavamo. Forse per non schierarci da nessuna delle due “fazioni”, perché ci sentivamo in dovere di farlo o forse perché eravamo semplicemente degli ipocriti.










I CRIMINI DI VILLA VERGINE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora