Ogni incontro che passava era un pezzettino in più di lui che conoscevo, un'altra parte della sua anima, del suo carattere...E più lo conoscevo, più dubbi si facevano strada nella mia mente: non mi sembrava di aver mai incontrato nessuno come lui, perciò, nonostante la mia testardaggine, non avrei mai capito chi era.
Avrei potuto rimanere lì ad arrovellarmi per anni...e non ci sarei riuscita. Le mie abilità da piccola detective erano insignificanti, inutili.
Lui era troppo astuto, aveva una mente brillante e io lo avevo sottovalutato.
Sapeva nascondersi con maestria, sapeva utilizzare sapientemente l'arte della finzione a suo vantaggio: mascherava i sentimenti, le impressioni e tutto ciò che poteva trasparire dalla sua persona divenendo una corazza impenetrabile.
Fatto sta che a ogni qual volta ci incontravamo una sensazione nuova si faceva strada dentro di me, un sentimento, forse, che mi era in parte estraneo.
Quando ero con lui anche le ore sembravano volare via in pochi secondi, mi perdevo nel suo sguardo, non mi stancavo mai di parlargli e mi fidavo di lui più di chiunque altro. Mi sentivo completa, realizzata, come se avessi ottenuto finalmente ciò che avevo sempre desiderato. La parte più bella era quando i nostri corpi venivano a contatto, piccoli e semplici gesti che in me scatenavano una tempesta. Il suo baciamano, per esempio, mi fece venire le farfalle nello stomaco almeno un centinaio di volte, una mano sulla spalla o le nostri mani che si sfioravano accidentalmente invece, mi facevano andare fuori di testa.
Non so se lui provasse lo stesso, però di una cosa ero completamente sicura: per lui ero speciale, lo percepivo dal modo in cui mi trattava, dall'enorme rispetto che mi riservava e dal modo in cui mi parlava.
Lo sapevo e basta, ne ero certa, dovevo solo aspettare ed essere paziente...
E poi un giorno accadde qualcosa.
Quel pomeriggio soffiava una dolcissima brezza leggera ed ero seduta come mio solito sotto l'albero a leggere.
Non era sabato, ma un semplice mercoledì come tutti gli altri.
Le mie dita scivolavano sulle pagine e i miei pensieri erano completamente assorti nella lettura.
Non sentii un ramoscello spezzarsi, dei passi in lontananza. Niente di niente.
Mi destai da quel torpore solo grazie a lui.
Me lo trovai di fianco che mi fissava con occhi incantati, il tocco dolce delle sue dita sulle mie orecchie, con le quali tentava di mettere in ordine i miei capelli ribelli.
Mi accarezzò i morbidi boccoli percorrendo tutta la loro lunghezza e poi risalì sulla guancia.
Non mi mossi di un centimetro, assistevo allo spettacolo completamente impassibile.
Avvicinò le sue labbra al mio orecchio destro e sussurrò "Buon pomeriggio...". Con infinita lentezza si allontanò dal mio viso e rimase a fissarmi in attesa di una mia qualsiasi reazione. Adorava vedermi arrossire, potevo leggere ogni volta la soddisfazione sul suo volto.
Quel giorno però decisi di non essere un bersaglio facile.
"Buon pomeriggio anche a te" replicai, dandogli appena un'occhiata fugace.
"Che c'è? Sei per caso arrabbiata con me?" chiese leggermente deluso, "no, ti sbagli" risposi, "beh sei più fredda del solito" continuò, "semplicemente non sono di buon umore" sentenziai, "e poi non stai infrangendo la promessa? Avevi detto che mi avresti lasciata in pace tutti i giorni della settimana tranne il sabato" dissi acida, lui rimase completamente sbalordito, non si aspettava proprio una simile risposta e vidi un sentimento nuovo balenare nei suoi occhi: la delusione.
"Pensavo ti facesse piacere vedermi..." ribatté ora in un tono gelido, "Sì certo, ma mi chiedevo cosa ci fosse di così importante da dirmi da non poter aspettare sabato" mi sentii dire. Sembrava che le parole non venissero da me stessa, uscivano dalla mia bocca, certo, ma non erano le mie. Prendevano forma da sole.
"Non ho niente da dirti" affermò, "volevo solo vederti", "bene sappi che però non sono in vena di parlare" aggiunsi, "a me basta il tuo silenzio" disse con una dolcezza fino a quel momento a me estranea. "Solo la tua presenza mi basta, sempre che tu mi permetta di rimanere" sentenziò cauto, a quel punto, nonostante tutto quello che volessi fosse stare da sola, non lo mandai via.
Rimanemmo lì in silenzio e passarono le ore, i minuti e i secondi.
Ad un certo punto poggiai la mia testa sulla sua spalla, giustificandomi dicendo che era più comodo dell'erba.
Lui rise e poco dopo si addormentò, io a seguire feci lo stesso.
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L'anno in cui è cambiato tutto
FanfictionUn nuovo anno si prospetta all'orizzonte, nuovi intrighi e nuovi amori si fanno strada. Un segreto dovrà essere tenuto, ma chissà per quanto tempo ancora...