Senza Draco e William la mia vita sembrava un dipinto senza colore tanto era spenta e monotona.
I giorni passavano con una lentezza incredibile, sembravano non aver mai fine.
Mi annoiavo a morte, facevo i compiti la maggior parte del tempo e solo ogni tanto mi decidevo a uscire, nulla in confronto a prima.
Mi mancavano entrambi da morire, avrei dato qualsiasi cosa pur di rivedere almeno uno di loro.
Non pretendevo di incontrarli entrambi lo stesso giorno...magari William, visto che era già sparito da mesi.
Un'improvvisa ansia pervase il mio animo...e se fosse successo loro qualcosa di brutto?? O se fosse stata tutta colpa mia?? Non me lo sarei mai potuta perdonare.
No, no...ma che idee assurde...stavo pensando troppo, decisamente.
Chiusi il libro e all'improvvisso dissi alla rossa "Usciamo", mi guardò accigliata "Come mai così, di punto in bianco?", la guardai e lei capì che non era il caso di fare domande, "ok va bene, andiamo" rispose alla fine.
Camminammo lungo la riva del lago nero, volevo evitare di andare ad Hogsmeade: era fin troppo affollata per me e poi mi sarebbero affiorate alla mente tutte le uscite con Draco e di conseguenza anche gli incontri con William.
C'era un vento leggero, quel giorno, che mi accarezzava i capelli. Era molto piacevole. Mi ricordava il tocco leggero di William...
"Allora, non hai ancora notizie di lui?"
chiese la rossa, quasi potesse leggere nei miei pensieri, "no" mi limitai a rispondere.
Con fare rassicurante poggiò una mano delicata sulla spalla, "vedrai che tornerà e credo anche molto presto...", "come fai a saperlo?" domandai, "non lo so, è solo una mia sensazione, ho una specie di sesto senso per queste cose" concluse.
Sperai vivamente che avesse ragione.
Parlammo per un po' delle solite cose, della scuola, i compiti, Piton...
Niente di speciale, in poche parole.
Niente di nuovo o di interessante.
Calò il tramonto e rientrammo finalmente al castello.
A cena provai a guardare al tavolo dei Serpeverde: lo sguardo immobile, fisso sulle portate, calibrato in modo tale da evitare il mio con qualsiasi movimento compiesse.
Era incredibilmente bello e attraente, ancora di più perché cercava di sfuggirmi.
Peccato per me che ci riuscisse alla perfezione...
Pensai che se fossi stata io a essere arrabbiata con lui non sarei mai riuscita a ignorarlo in quel modo, o perlomeno non avrei retto più di tanto.
Finii il pasto e tornai nella mia stanza, mi stesi sul letto e subito mi addormentai.
Il mio sonno fu alquanto agitato e mi mossi in continuazione.
Quando mi svegliai, la prima cosa che udii fui la voce di Ginny "Brutto sogno eh?", "già, decisamente...".
Mi alzai all'istante e mi preparai per la colazione.
In seguito, durante le lezioni, guardai l'anello, lo rigirai tra le dita e lo accarezzai. Lo feci con estrema cautela e attenzione, quasi fosse un oggetto preziosissimo, un manufatto antico; in realtà compievo quei gesti delicatamente solo perché avevo paura che potesse svanire anche quello, cancellando per sempre l'unica traccia rimastami di William.
Mi venne da ridere ripensando a una delle frasi che pronunciò in uno dei nostri primi incontri "Ho optato il nome William perché non mi piace affatto, non lo sceglierei mai di mia spontanea volontà. Proprio per questo sarà per te quasi impossibile capire chi sono...", che cosa strana e "buffa" allo stesso tempo...
Si faceva troppi problemi quel ragazzo, come del resto anche io, ecco perché andavamo così d'accordo.
Sorrisi e tornai a seguire la lezione.~
Un pomeriggio uscii con Harry, Ron e Ginny. Entrati nel pub prendemmo il solito, e stavolta ordiammo anche qualcosa da mangiare.
"Allora, ci sono novità?", chiese la mia amica, "No, niente di particolare" rispose il moro. Lei mi guardò, io feci spallucce e il rosso mi imitò.
"Quanta fantasia Ron!" scherzai, lui sbuffò e gli altri risero.
"Come sono andati gli allenamenti??" domandai, "bene, grazie, sono molto stancanti, soprattutto nell'ultimo periodo..." sentenziò Harry, "già, ultimamente non fate altro" gli fece eco Ron, "del resto tra non molto ci sarà la partita, o sbaglio?" chiese Ginny.
Me ne ero completamente dimenticata, a breve ci sarebbe stato un match contro i Serpeverde.
"No, non sbagli" affermò il moro; ci guardammo tutti l'un l'altro per un po': sapevamo bene che le Serpi non erano solite giocare in modo pulito.
Ma non volemmo pensarci più di tanto, perciò cambiammo in fretta argomento.
Parlammo di tutto, qualsiasi argomento era buono per iniziare una nuova conversazione.
Per una volta, dopo tanto, un pomeriggio passò un po' più in fretta rispetto al solito.
A cena continuammo a chiacchierare e anche dopo, nella sala comune. Solo quando iniziò a farsi veramente tardi ci dirigemmo ognuno nei propri dormitori.
La mattina dopo pioveva moltissimo, eppure il povero Harry fu costretto ugualmente ad andare agli allenamenti.
Le lezioni passarono fin troppo lentamente, dunque, nel pomeriggio, per ingannare il tempo, decisi di tornare nel mio posto, a leggere, dopo tanto, del resto era di rito: si trattava di un sabato.
Nonostante William non si facesse vedere da secoli io ci andavo ogni settimana, stesso giorno, della visita stessa ora, come se dovessi incontrarlo.
Non avevo saltato nessun appuntamento eppure l'unica cosa che facevo era sedermi e aspettare.
Solo quella volta portai un libro: avevo bisogno di distrarmi.
Sfogliai le prime pagine e cominciai a leggere. Dopo un'ora ero già a metà, non riuscivo a separarmene. Avevo gli occhi fissi e non li muovevo di un centimetro.
Ero seduta e immobile come una statua, concentrata come non mai.
Ad un tratto, benché fossi completamente incantata e persa tra i pensieri e la lettura, lo sentii: udii un frusciare di foglie.
Non mi presi neanche il disturbo di chiedere chi fosse, lo sapevo già: avevo imparato a capirlo semplicemente dai suoni che produceva.
Rizzai le orecchie e alzai lo sguardo.
In una frazione di secondo il libro era già chiuso, posato sul terreno e balzai in piedi.
Fu proprio allora che apparve.
Ed eccolo davanti a me, dopo così tanto tempo.
Sembrarono passati secoli dall'ultima volta.
Non era cambiato di una virgola eppure a me sembrava diverso, lo sentivo come...estraneo, ma era sempre lui.
Il suo sguardo penetrante, gli occhi profondi e intensi...
Lo guardai e me ne innamorai ancora, come se fosse la prima volta.
Non sapevo come comportarmi in quel momento: la prima cosa che pensai appena lo vidi fu di corrergli incontro, abbracciarlo e piangere tra le sue braccia. Ma non avevo intenzione di farlo, non ero così debole, non più ormai.
Volevo essere estremamente fredda, doveva comprendere quanto fossi arrabbiata.
Perciò lo guardai intensamente e rimasi ferma al mio posto.
Mi comportai esattamente come Penelope, la quale, dopo aver rivisto suo marito dopo venti lunghi anni, non gli corse incontro, ma tenne le distanze.
Era dubbiosa, perplessa, temeva che non si trattasse di lui e che qualcuno la stesse ingannando.
Io mi sentivo come lei. Non ero stata separata da lui così tanto tempo, e poi, in fin dei conti, andarsene era stata una sua scelta; Odisseo, invece, non ne aveva avuta alcuna, essendo vincolato da un patto.
Inoltre io non avevo bisogno di conferme, sapevo per certo che si trattasse di lui, temevo che non fosse più lo stesso, ma un altro.
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L'anno in cui è cambiato tutto
FanficUn nuovo anno si prospetta all'orizzonte, nuovi intrighi e nuovi amori si fanno strada. Un segreto dovrà essere tenuto, ma chissà per quanto tempo ancora...