Capitolo 6: la scomparsa

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Rigirai a lungo l'anello tra le mie mani; mi piaceva il materiale con cui era stato realizzato, la forma e anche il colore.
Decisi allora di tenerlo finché non avessi rivisto William, considerando che ormai lui era già andato via da un po'.
Lo infilai a un dito ma era decisamente troppo grande per me, così pronunciai l'incantesimo per impicciolirlo:" Reducio!".
A quel punto mi stava benissimo, sembrava essere stato fatto apposta per me.
Da quel pomeriggio in poi non passò secondo che non tenni l'anello al dito, lo indossavo giorno e notte, senza mai toglierlo.
Non restò però inosservato: Harry, Ron e Ginny (che aspettavano ancora un spiegazione per la mia settimana di assenze), dopo aver visto l'anello, iniziarono ad essere ancora più sospettosi. Non provarono nemmeno a chiedermi dove lo avessi preso, sapevano che non avrei risposto o che avrei mentito direttamente.
Volevano delle risposte, ma io non ero in grado di potergliele dare.
La rossa alla fine comprese e un giorno si decise ad affrontarmi: "Ho capito tutto" iniziò cogliendomi di sorpresa, mentre leggevo in camera, "che cosa avresti capito?" chiesi calma io, "il motivo per cui sei sempre più strana nell'ultimo periodo, scompari spesso e non dici nulla a nessuno" continuò lei, "e...quale sarebbe?" sentenziai, "ti sei innamorata" disse con un grandissimo sorriso. In quel preciso istante mi si gelò il sangue nelle vene...e adesso che cosa le avrei dovuto dire? 'Sì, mi sono innamorata di un ragazzo di cui non conosco nemmeno l'identità', mi avrebbe preso per pazza.
Arossii e non dissi nulla, "Visto? Avevo ragione. Ho sempre ragione" ridacchiò lei, "muoio dalla voglia di scoprire chi sia, prima, però, voglio sapere se ho indovinato cosa è successo: vi siete iniziati a frequentare molto spesso, per questo eri sempre occupata e misteriosa, poi hai pensato che non ricambiasse i tuoi sentimenti e hai pianto per una settimana, infine si è dichiarato e hai avuto la conferma che ricambiasse...infatti quello è l'anello di fidanzamento, vero??" affermò entusiasta.
Ero sorpresa da tutto ciò e decisi finalmente di rispondere con sincerità a tutto. Tuttavia non avrei fatto nomi.
"La prima cosa è vera..." iniziai e vidi balenare un lampo di soddisfazione nei suoi occhi, "la seconda no, quello non è il motivo per cui ho pianto... però è ancora presto per rivelartelo" continuai. Qui rimase un po' delusa ma non chiese altro, sapeva che era già tanto il fatto che rispondessi sinceramente alle altre domande.
"Anche la terza è falsa...non si è dichiarato-" " e allora perché hai un suo anello??" mi interruppe lei.
Non mi meravigliò che fosse riuscita a dedurlo, non era del mio stile.
Sorrisi, "Gli è caduto l'ultima volta che ci siamo visti, volevo ridarglielo...
anche se...se n'era già andato; così me lo sono tenuto io..." dichiarai con un certo imbarazzo; lei invece mi guardò come se fosse stata mia complice fin dal primo momento. "P-però prometto che appena lo rivedrò glielo restituirò" conclusi un po' agitata, non volevo sembrare ossessionata da lui; "Secondo me te lo puoi anche tenere, aspetta che sia lui ad accorgersi della sua mancanza. Sono sicura che sarà una bella sorpresa quando lo ritroverà al tuo dito" decretò facendomi l'occhiolino.
Annuii e guardai verso la finestra: pioveva.
"Senti...non voglio forzarti a dirmi chi sia" disse dopo alcuni minuti di silenzio, "però almeno mi prometti che mi terrai aggiornata su tutto? È il minimo che tu possa fare per farti perdonare, dato che me lo hai tenuto nascosto" dichiarò, sbuffai "Va bene, d'accordo, ti dirò tutto d'oggi in poi, ma ad una condizione", mi guardò perplessa, "non devi chiedermi di rivelarti come si chiama finché non lo deciderò io, intesi?" decretai.
Ci pensò un po' e poi affermò "Mh, va bene", era alquanto evidente il tono di delusione presente nella sua voce.
"Su, accontentati che è già troppo quello che ti ho detto...volevo che rimanesse un segreto tra me e me" sentenziai irritata, "E va bene allora" concluse lei arrendendosi.
Dopo questa nostra "riappacificazione", (se così si può chiamare), finalmente uscimmo, per davvero stavolta.
"Era ora" cominciò Ginny una volta arrivate ad Hogsmeade; aveva smesso di piovere, "insomma, erano secoli che non uscivamo insieme" specificò, "già" concordai, concedendomi una risatina.
"Dove andiamo per prima cosa?" chiese, "Non lo so, io direi di iniziare con una passeggiata" proposi.
Camminammo per un po' e indovinate in chi ci imbattemmo? Che domande: Draco Malfoy.
Era con Crabbe, Pansy e Goyle e si dirigevano verso i Tre Manici di Scopa. Appena li vidi dissi a bassa voce "Di qua, svelta!!" "Che t-" non le feci finire la frase, la strattonai e la portai in un posto sicuro. "Ma si può sapere cosa ti prende??" domandò seccata lei, "Ho visto la banda delle Serpi" incominciai io, "volevo evitare di incontrarli, sai, non sono proprio in vena di sentire insulti sinceramente", "Ora ha tutto più senso, comunque hai fatto benissimo" ripose.
Ma...è impossibile evitare l'inevitabile.
Non so ancora come, ma, alla fine, non riuscimmo più ad aggirarli.
Insomma, Hogsmeade non era grandissima e poi noi eravamo come piccole prede impaurite che fuggivano da un grande predatore.
Si sa, alla fine, chi prevale.
"Ma guarda un po' chi abbiamo qui" cominciò il biondo con il suo solito e inconfondibile ghigno "alla Malfoy", "La sanguemarcio e la poverella" gli fece eco Pansy, "Le due sfigate" aggiunsero Crabbe e Goyle in coro.
Noi non perdemmo la pazienza, restammo il più possibile calme e non lasciammo che la rabbia ci accecasse.
Stavolta però non li ignorai come ero solita fare, con grande sorpresa, anche di Ginny, li fronteggiai: "Pensavo che le quattro Serpi andassero solo in posti super lussuosi, non che si abbassassero ai livelli di Hogsmeade" incrociai lo sguardo di Malfoy "Cosa c'è? Vi siete per caso... impoveriti??" dissi con grande soddisfazione. Centrai nel segno e la rossa mi guardò allibita insieme ai quattro ragazzi.
Avevo sorpreso tutti.
Draco mi fissò per un po', quasi si fosse incantato, dopodiché si riscosse e sentenziò "Nei tuoi sogni sfigata, purtroppo se vogliamo uscire siamo costretti a stare tra i comuni plebei come voi. Non abbiamo scelta, perciò ci accontentiamo" specificò lui, "Mi sorprende piuttosto che tu abbia portato con te una delle lenticchie" affermò poi acido, "Sono talmente poveri che non possono permettersi nemmeno una burrobirra al mese" continuò.
Ginny rimase calma e io ne fui colpita, "Se paghi sempre tu per entrambi dovrai aver fatto un mutuo" concluse infine lui. A quel punto i Serpeverde scoppiarono a ridere.
La rossa stava quasi per cedere, ma io non avevo nessuna intenzione di dargli quella soddisfazione "Per tua informazione non è povero chi non ha tutti beni di extra lusso... si può stare bene anche non avendo tutto quello che hai tu.
E poi, anche se fosse come dici, lei almeno è intelligente a differenza tua; meglio essere intelligenti e poveri che ricchi e stupidi come voi", vidi con estrema chiarezza una fiamma accendersi sul volto del biondo "Come osi lurida sanguemarcio dire una cosa simile a quelli come noi??", "Oh mi permetto eccome" dichiarai con un sorriso compiaciuto, "e adesso, se volete scusarci, abbiamo di meglio da fare che perdere tempo con gente come voi" terminai io. I quattro, accesi dalla rabbia, non fecero in tempo a dire nulla, afferrai la mia amica per il braccio e sparimmo in un batter d'occhio.
Quando arrivammo finalmente ai Tre Manici di Scopa, le Serpi erano tornate colme di rabbia al castello e appena mi sedetti scoprii il viso esterrefatto di Ginny "Che c'è? Hai ingoiato una cioccorana senza masticarla?" provai a dire per rompere la tensione, "Come...come hai fatto?" iniziò lei, "intendo a tenergli testa??..." fece una piccola pausa, "insomma anche io ribatto, a volte, ok, ma nel 90% dei casi li ignoro e basta, non ci sto a perder tempo...ma tu...sei riuscita a fronteggiarli...e, non so come tu abbia fatto, ma erano furiosi quando se ne sono andati...Nessuno era mai riuscito prima d'ora a farli arrabbiare così tanto..." disse. Sorrisi, "ecco, se c'è una cosa che ho capito è questa: loro sono fermamente convinti di essere superiori a noi, per questo fanno di tutto per imporsi e schiacciarci, hanno sempre loro il controllo della situazione. Il loro obbiettivo è quello di scoraggiarci ed è proprio lì che sta la loro forza" cominciai, "se tu li ignori, senza rimanerci male, gliela dai vinta lo stesso, saranno comunque riusciti nel loro intento e troveranno sempre un modo per scoraggiarti alla fine..." "ma se invece" continuai, "tu li tieni testa, mandi in fumo i loro piani, fai crollare tutte le loro convinzioni e questi, non essendo abituati a temere confronti, a lungo andare non sapranno più cosa dirti".
La rossa continuò a guardarmi sbalordita "Ho sempre saputo che eri intelligente, dopotutto sei la strega più brillante della nostra età, però...wow... non sapevo fossi anche così saggia. Stento a riconoscere la mia migliore amica, che ti è successo in questi ultimi mesi??" scherzò.
Ridemmo di gusto per un po' e in seguito ordinammo da bere.
Chiacchierammo fino a tardi e poi tornammo nei nostri dormitori.
Dopo cena mi anticipai dei compiti e andai a "dormire" abbastanza presto.
Mentre ero stesa sul letto mi accarezzai l'anello. Sapevo bene che avevo deciso di non cercare più indizi sull'identità di William, perché lo amavo a prescindere da chi fosse, ma mi ritrovai a farlo lo stesso, di nuovo. Era più forte di me ed era anche divertente.
E poi che...c'era di sbagliato? Bastava semplicemente che non ci rimanessi male, nel caso in cui avessi scoperto che si trattava di qualcuno a me non molto gradito, o meglio, bastava che non facessi tutte quelle storie come l'ultima volta.
Ad ogni modo ora avevo la certezza che fosse un Serpeverde, altrimenti perché gli sarebbero dovuti piacere così tanto i serpenti? E sapevo anche che era un amante degli anelli...
Chi conoscevo che adorava queste cose?? Non risposi alla domanda, ero troppo stanca per pensarci.
Comunque avevo sempre sentito sfiorarmi gli anelli del mantello nero, quando mi toccava, ma non avevo mai dato loro così tanto peso.
Ero stata una sciocca.
Erano degli indizi davvero importanti.
Ad ogni modo, il fatto che fosse un Serpeverde non mi spaventava affatto, anzi mi tranquillizzava. Almeno voleva dire che avevo azzeccato casata la prima volta e poi lui era estremamente dolce.
Esistevano infatti Serpeverde buoni, anche se pochissimi, e William certamente era uno di quelli.
Questo mi rendeva molto orgogliosa di lui.
Chissà che corsi seguiva...magari ne avevamo molti in comune, forse ci incontravamo ogni giorno per i corridoi e io non lo sapevo nemmeno, chi può dirlo. Ma il mantello nero sì e dovevo far leva su quello.
Per quanto potesse essere bravo a fingere e per quanto io non avessi la più pallida idea di come fosse fisicamente, doveva pur conservare una traccia dei suoi comportamenti.
Lo sguardo almeno, l'unica cosa che conoscevo veramente di lui, doveva per forza rimanere invariato.
Avrei fatto più attenzione a certi particolari da quel giorno in poi.
A quei pensieri i miei occhi si chiusero, abbandonami ad un dolcissimo sonno.

~

Appena li riaprii mi venne in mente un nome:..."Draco" sussurrai tra me e me. Gli piacevano i serpenti, aveva molti anelli ed era un Serpeverde, ma non poteva trattarsi di lui... Lo avevo già verificato: non era possibile essere (quasi) contemporaneamente in due posti diversi e molto lontani tra loro. Ma allora...perché tutti gli indizi continuavano a portare a lui?
Proprio non capivo come potesse avere un senso tutto questo.
E in quell'istante realizzai... e se fosse stato proprio William a volermi indirizzare su quella strada? A lasciarmi tutti gli indizi per farmi credere che lui fosse qualcuno in particolare?
Certo, era ovvio, era stato astuto: aveva lasciato moltissime prove volontariamente, facendole sembrare arrivate "per caso" e probabilmente anche Draco sapeva della cosa ed era complice. Magari erano amici stretti. Oppure ancora meglio: aveva capito che sospettavo del biondo e aveva fatto di tutto per farmi convincere di quell'idea. Ne ero sicura, anzi sicurissima. Ed era l'ipotesi più probabile.
Ma la domanda rimaneva sempre la stessa: perché...perché nascondere la propria identità???
Per rispondere a questo e ai miei dubbi c'era solo un modo, una sola cosa da fare: chiedere spiegazioni direttamente al diretto interessato.
Così, con infinita pazienza, aspettai il sabato.

~

Attesi quel giorno con così tanta agitazione che quando finalmente giunse non mi sembrava vero, non potevo crederci.
Arrivò il pomeriggio e mi precipitai nel luogo dell'incontro un'ora prima dell'ora stabilita: così, appena sarebbe arrivato, avremmo potuto subito iniziare a parlare.
Ma non andò come speravo. Per niente. Si può dire che nulla andò secondo i piani.
Passò un'ora, due, tre... arrivò il tramonto e anche il momento di andare a cena non si fece attendere. Fui costretta, dunque, a rientrare.
Non ero sorpresa più di tanto, alla fine anche io gli avevo dato buca una volta. Avrà avuto sicuramente da fare qualcosa di imprevisto e di estremamente importante, oppure semplicemente era stata per lui una giornata no e non se la sentiva di venire.
Peccato però...avevo aspettato con così tanta impazienza ed ansia per fargli quelle domande...
Mi rassegnai e aspettai il sabato dopo.
Ma neanche a quell' appuntamento si presentò, nemmeno a quello dopo e a quello dopo ancora.
Era un mese che non si faceva più vedere e io mi iniziavo a preoccupare.
Era letteralmente sparito nel nulla.

~Note d'autrice~
Scusate ho avuto dei problemi col telefono e quindi il capitolo di giovedì non l'ho potuto pubblicare.
Spero che questo vi piaccia e a breve ne posterò un altro.

~Kisses Malfoyswife

L'anno in cui è cambiato tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora